Sport | 07 Giugno 2016
L’anno d’oro di Elisa: “Ora il sogno olimpico”

L’anno d’oro di Elisa: “Ora il sogno olimpico”

Elisa Bozzo, classe ’87, ha trascorso gran parte della sua vita in acqua. Il suo sport, il nuoto sincronizzato, richiede impegno, passione, dedizione e sacrificio. Elisa è ligure, originaria di Camogli, ma può considerarsi a tutti gli effetti una romana d’adozione perché, nemmeno 20enne, si trasferì nella Capitale dove fu accolta a braccia aperte dall’UniCusano Aurelia Nuoto, società per la quale ancora nuota, si impegna e vince. Vincere. Nel sincronizzato non è mai facile, soprattutto a livello internazionale e a maggior ragione quando si affrontano nazionali dalla tradizione consolidata e dal passato glorioso. Negli ultimi mesi, però, c’è da registrare un’inversione di tendenza, una sorta di sovvertimento di quello che era considerato l’ordine naturale delle cose.

Elisa, cosa è cambiato nel mondo del sincro? Un passaggio cruciale lo ha rappresentato il preolimpico di febbraio in quel di Rio de Janeiro?

“Il preolimpico ha rappresentato una vera e propria svolta. In un colpo solo i giudici sembra si siano accorti di noi, di quanto abbiamo lavorato in questi anni, di quanto siamo migliorate e ci hanno riconosciuto, in termini di punteggio, ciò che ci avevano tolto negli anni precedenti. Questo ci ha consentito di superare nazionali come la Spagna, apparentemente irraggiungibili, e di trovarci molto vicine a Giappone ed Ucraina. Staccare il pass olimpico ci ha liberate, dopo 12 anni di assenza l’ItalSincro torna ai Giochi”.

Dopo Rio siete volate a Londra, per un Campionato Europeo che verrà ricordato per le 9 medaglie conquistate in altrettante finali.

“Londra è stata un’avventura irripetibile, siamo andate molto preparate ma anche spensierate, forse la condizione ideale per fare risultato. Abbiamo fatto qualcosa di incredibile, non so se si riuscirà mai nell’impresa di ripetere un risultato così importante”.

Lo zoccolo duro di quest’Italia che vince e convince è rappresentato dal gruppom UniCusano Aurelia Nuoto.

“Esatto. Io, Manila Flamini, Mariangela Perrupato, Giorgio Minisini e il tecnico, Roberta Farinelli, che mi segue da quando avevo 13 anni, abbiamo la possibilità di dare continuità in nazionale al lavoro che svogliamo quotidianamente nella nostra società di appartenenza”.

Tu hai il doppio tesseramento con la Marina Militare. Quanto è importante il supporto dei Gruppi Sportivi delle Forze Armate?

“Per me è stato fondamentale ma lo è per tutti noi atleti che ci alleniamo 9 ore al giorno per gareggiare in uno sport dove non girano molti soldi. Non finirò mai di ringraziare la Marina, senza il loro supporto oggi non sarei qui a commentare una qualificazione olimpica”.

Gli Assoluti estivi, appena conclusi, hanno confermato il buono stato di salute dell’UniCusano Aurelia Nuoto e del movimento in generale.

“Agli Assoluti abbiamo vinto un buon numero di medaglie, con due terzi posti che non arrivavano da un pò di anni. Voglio sottolineare la bravura delle ragazze con le quali ho gareggiato, tutte classe 2000. Siamo una squadra nuova, che nasce da una recente fusione, ma questo non ci ha impedito di esprimerci al meglio, malgrado il poco tempo a disposizione per prepararci all’evento”.

Ora sotto con le Olimpiadi

“Io ancora non ci credo. Ho 29 anni e far parte della spedizione olimpica è un sogno che si avvera. Non voglio sbilanciarmi e in questi casi non si fanno pronostici ma sono molto ottimista. Rio de Janeiro, stiamo arrivando!”.

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