Corsi di Laurea | 19 Settembre 2022
Cosa studiare per diventare un notaio: consigli utili

Cosa studiare per diventare un notaio: consigli utili

Il notariato è un campo professionale estremamente ambito in quanto comunemente associato a ottime prospettive economiche; cerchiamo quindi di capire cosa studiare per diventare notaio e quali sono gli step per assolvere all’iter concorsuale attualmente previsto dalla legge.

Tutti sanno che si tratta di un percorso piuttosto lungo e complesso, che passa attraverso una rigida selezione. Molti pensano che diventare notaio è impossibile; in realtà con la giusta motivazione e tanto impegno è concretamente possibile intraprendere una carriera nel settore notarile.

Nel corso di questa guida ti spiegheremo cosa studiare per diventare notaio, partendo da un’analisi dettagliata della professionalità.

Chi è e cosa fa il notaio?

Quella del notaio è una professione antichissima, esistente già al tempo degli antichi romani.
Pur essendo mutata nel tempo, ancora oggi è una figura fondamentale per rendere ‘ufficiali’ una serie di operazioni quali ad esempio la stipulazione e la registrazione di atti che riguardano la compravendita immobiliare, i testamenti, l’apertura di società ecc.

Il notaio ricopre il ruolo di Pubblico Ufficiale al quale è conferito il potere di attribuire valore legale (pubblica fede) agli atti che stipula.
Ciò che un notaio attesta è presunto vero da tutti, anche dal giudice, a meno che non venga accertato il reato di falso.

Ecco sintetizzate nel seguente elenco alcune delle finalità cui tende l’attività di un notaio:

  • Prevenire contenziosi
  • Eseguire controlli di legalità e relativi all’antiriciclaggio
  • Verificare l’eventuale presenza di ipoteche, prelazioni o pignoramenti
  • Garantire trasparenza e imparzialità

Indipendenza e imparzialità sono quindi i requisiti essenziali sulla base dei quali il notaio svolge l’esercizio delle sue funzioni.
Tradotto in altre parole il Pubblico Ufficiale deve tutelare nella stessa misura gli interessi di tutte le parti coinvolte, e non soltanto del soggetto che gli ha conferito l’incarico.
Ciò significa che nei casi in cui si presenta un conflitto di interessi è tenuto ad astenersi.

Alla luce di quanto fin qui detto non è difficile comprendere che il notaio svolge un ruolo estremamente delicato, oltre che di grande responsabilità, per il quale deve personalmente accertare la volontà dei soggetti coinvolti nell’atto.
L’attività di consulenza che precede la stipula diventa quindi fondamentale per individuare e fissare gli obiettivi da raggiungere.

Tra le competenze del notaio rientra anche la riscossione, per conto dello Stato, delle imposte collegate agli atti.

Le responsabilità

Essendo un Pubblico Ufficiale il notaio deve rispettare una serie di regole contenute nel codice deontologico.
In riferimento agli atti stilati egli deve garantire il rispetto delle seguenti condizioni:

  • Conformità alle volontà delle parti
  • Conformità alla legge, per cui ‘valido’
  • Effetti giuridici non pregiudicabili da vincoli o diritti di terzi di cui non siano state avvertite le parti

Nei casi in cui il notaio non adempie ai suoi doveri, per legge è responsabile sia da un punto di vista civile che penale e disciplinare.

Sotto il profilo civile è tenuto a risarcire i danni derivanti dall’inadempimento dei suoi doveri.
Sotto il profilo penale è responsabile se ha commesso un reato.

Sotto il profilo disciplinare, in caso di violazione dei principi deontologici, sono previste varie possibilità: pagamento di un’ammenda, sospensione dall’esercizio della professione a tempo determinato o addirittura destituzione nei casi più gravi.

Per garantire una copertura ai casi di responsabilità civile per errore è prevista un’assicurazione, di cui ogni notaio deve obbligatoriamente dotarsi.
Inoltre, esiste un fondo garanzia per i danni che riguardano gli illeciti di carattere penale.

L’attività notarile è sottoposta a continui controlli da parte dello Stato.
Nello specifico, ogni quattro mesi è previsto il controllo degli atti da parte dell’Agenzia delle Entrate; ogni due anni da parte del Ministero della Giustizia.

Tra gli organi che vigilano sul corretto comportamento del notaio rientrano gli Organi Notarili Distrettuali.
Nei casi in cui vengono riscontrate irregolarità il professionista è sottoposto al giudizio di una commissione regionale presieduta da un alto magistrato.
La commissione deve essere indipendente dal Consiglio Notarile al fine di garantire decisioni imparziali.

Quanto guadagna in media un notaio

Come accennato all’inizio della guida, il notaio è una professione che consente di ottenere ottime gratificazioni economiche, ovvero ottimi guadagni.

Trattandosi di un libero professionista, e non di un dipendente, fare delle stime precise è quasi impossibile.

Le cifre dipendono da una serie di variabili quali ad esempio l’esperienza e la notorietà dello studio, il contesto nel quale si inserisce, il numero di clienti, la tipologia di atti eseguiti.

In ogni caso possiamo affermare che si tratta di una delle professioni più redditizie.
Per avere un’idea di massima, il reddito medio annuale di un notaio si aggira intorno ai 200.000 euro.

Cosa si studia per diventare notaio

Dopo aver parlato ampiamente del ruolo è d’obbligo analizzare il percorso di studi e l’iter concorsuale.
Rispondiamo quindi al quesito comune: ‘per fare il notaio che laurea ci vuole?’

Il punto di partenza è identificabile nel conseguimento di una laurea in Giurisprudenza.

Tra i percorsi che consentono di otterenere la laurea attraverso una modalità didattica pratica e innovativa, libera dai vincoli delle tradizionali università, segnaliamo il corso di laurea in Giurisprudenza attivato dall’università telematica Niccolò Cusano.

Conseguito il titolo di laurea il percorso per diventare notaio prevede un periodo di praticantato di 18 mesi presso uno studio notarile.
È possibile anticipare 6 dei 18 mesi nell’ultimo anno di università.
Per gli avvocati che svolgono attività da almeno un anno e per i funzionari dell’ordine giudiziario è previsto un periodo ridotto di praticantato pari a 8 mesi.

Due sono i requisiti per poter svolgere la pratica notarile:

  • Cittadinanza italiana, o di uno dei Paesi dell’UE
  • Laurea in Giurisprudenza conseguita in Italia, o titolo equivalente, riconosciuto valido, conseguito presso un’università straniera

Per quanto riguarda la richiesta per l’accesso al ‘tirocinio’ esistono due possibilità: rivolgersi direttamente ad uno studio notarile oppure richiedere al Consiglio Notarile locale la designazione del notaio.

Si procede quindi con l’iscrizione nel registro dei praticanti, tenuto dal Consiglio Nazionale locale.
Ogni due mesi il praticante è tenuto a presentare allo stesso Consiglio un certificato che attesti lo svolgimento della pratica.

In ogni caso, i 18 mesi devono concludersi in un tempo massimo pari a 30 mesi a partire dall’iscrizione.

Concluso il periodo di praticantato è possibile, finalmente, iscriversi al concorso indetto dal Ministero della Giustizia.

concorso notaio

Credits: woodsy007 / Depositphotos.com

Il concorso

Una delle domande più ricorrenti riguarda le tempistiche necessarie per poter svolgere la professione.
Rispondere alla domanda ‘quanto tempo ci vuole per diventare notaio?’ non è facile, o comunque non è possibile fornire una risposta universale, valida per tutti.

Il tempo necessario per concludere il percorso formativo e concorsuale è piuttosto variabile, o comunque dipendente dall’aspirante notaio, dalle capacità, dall’impegno e da una serie di altre fattori più o meno dipendenti dalla personale volontà.

Ai 5 anni di università bisogna aggiungere i 18 mesi di pratica, per cui siamo già oltre i 6 anni, al netto chiaramente di eventuali ritardi, bocciature e condizioni di fuori corso.

Un’ulteriore incognita temporale è quella che fa riferimento al concorso.
Essere ‘bocciati’, ovvero non superare le prove, significa dover attendere un altro anno prima di poter tentare nuovamente.

Il concorso per notaio viene indetto dal Ministero della Giustizia con cadenza annuale, con l’obiettivo di assegnare un numero prestabilito di sedi notarili.

Le prove si svolgono a Roma, in presenza di una commissione esaminatrice composta da un magistrato di cassazione (presidente), un magistrato idoneo alla nomina di cassazione (vicepresidente), sette magistrati (di appello), sei professori universitari di materie giuridiche, nove notai con un’esperienza minima decennale nel campo del notariato.

L’esame per notaio prevede due prove:

  • Un esame scritto
  • Un esame orale, il cui accesso è subordinato al superamento della prova scritta

Nel dettaglio, la prova scritta è a sua volta articolata in tre prove, che consistono nella redazione di altrettanti atti:

  • Un atto di ultima volontà (testamento)
  • Un atto tra vivi di diritto civile
  • Un atto tra vivi di diritto commerciale

L’esame orale, il cui accesso è subordinato al superamento della prova scritta, prevede anch’esso tre prove, articolate sui seguenti gruppi di materie:

  • Diritto civile, diritto commerciale e volontaria giurisdizione, con focus particolare sugli istituti giuridici in merito ai quali viene svolto l’ufficio del notaio
  • Disposizioni sull’ordinamento del Notariato e degli archivi notarili
  • Disposizioni relative alle imposte indirette

Non è un mistero che il concorso per notaio è piuttosto difficile da superare.
È fondamentale studiare e prepararsi nel modo giusto.
In tal senso è possibile avvalersi del supporto di una delle numerosi scuole notarili riconosciute dal Consiglio Nazionale dei Notariato e presenti su tutto il territorio nazionale.

Come già specificato si tratta di una possibilità e non di un obbligo.
Indubbiamente però la frequentazione di una di queste scuole può risultare utile ai fini del superamento del concorso.

Concluse le prove il Ministero si occupa di stilare e rendere nota la graduatoria contenente i vincitori e l’assegnazione delle relative sedi.
Sia la nomina che l’assegnazione delle sedi avvengono attraverso un Decreto del Direttore Generale della Giustizia Civile del Ministero, al quale segue la pubblicazione all’interno della Gazzetta Ufficiale.

I neo-notai vengono dotati del sigillo e dello strumento per la firma digitale, con i quali è possibile procedere al deposito della firma, corredata dall’impronta del sigillo, presso il Consiglio Notarile di appartenenza; quest’ultimo è tenuto ad iscrivere il nuovo notaio nel proprio ruolo.

I ‘nuovi’ notai hanno a disposizione un tempo massimo di 3 mesi per aprire uno studio e avviare l’attività.

Vincere il concorso e diventare notaio è difficile, impegnativo, ma non è impossibile.
Ad ogni candidato è concesso partecipare al concorso per un massimo di 5 volte.

Ora sai che titolo di studio ha un notaio per cui se hai deciso di intraprendere una carriera nell’ambito del notariato non devi fare altro che iniziare il tuo percorso formativo partendo da conseguimento di una laurea in giurisprudenza.

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Credits: belchonock / Depositphotos.com

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