Università | 17 Aprile 2024
Come diventare neuropsicologo: requisiti e formazione

Come diventare neuropsicologo: requisiti e formazione

Vuoi sapere come diventare neuropsicologo, ma non hai ben capito quale percorso di studi garantisce le basi ideali per intraprendere questa carriera? 

Ti piacerebbe capire dove studiare neuropsicologia in Italia e quali sono i percorsi di specializzazione indispensabili per acquisire le giuste competenze? 

In questo post analizzeremo la figura professionale del neuropsicologo, entrando nel dettaglio di mansioni e responsabilità, e approfondiremo le opportunità occupazionali, indicandoti la strada per accedere al settore della neuropsicologia. 

Cosa fa un neuropsicologo?

Per comprendere a fondo la professionalità del neuropsicologo è necessario partire dalla materia intorno alla quale ruota la sua formazione. 

La neuropsicologia è una branca della psicologia che studia le relazioni tra le funzioni cognitive e le disfunzioni del sistema nervoso centrale. Cosa significa? Si tratta di una scienza che combina insieme neurologia e psicologia e individua la correlazione tra i deficit del comportamento e del linguaggio ed eventi come ictus, traumi cranici, neoplasie e così via.

La neuropsicologia, dunque, contribuisce alla diagnosi di patologie neurologiche, caratterizzate da sintomi cognitivi e/o comportamentali.

Per svolgere il suo lavoro, il neuropsicologo deve vantare un’approfondita conoscenza anatomo-fisiologica del sistema nervoso centrale e una serie di conoscenze riguardanti i principali deficit neuropsicologici, i test psicometrici e le metodologie riabilitative. 

In poche parole, la risposta alla domanda “cosa fa un neuropsicologo?” è la seguente: stabilisce se i deficit del paziente sono di natura psicologica o fisiologica. Questa distinzione è fondamentale per scegliere la giusta terapia e aiutare il paziente.  

Come diventare neuropsicologo: ambiti di applicazione

La neuropsicologia trova applicazione in ambito sia accademico che clinico. 

In campo accademico la scienza prende il nome di neuropsicologia sperimentale; mentre in campo clinico trova impiego negli ospedali per fini diagnostici e riabilitativi.  

Esistono, ovviamente, diverse branche, tra cui la neuropsicologia infantile che si focalizza sulle problematiche cognitive riscontrate in soggetti di età compresa tra 0 e 18 anni. 

Ma cosa fa il neuropsicologo infantile? Si occupa di piccoli pazienti, i cui sintomi si palesano più frequentemente in disturbi del linguaggio e di apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia). 

La sua consulenza può essere richiesta in presenza di disabilità intellettiva, disturbi dello sviluppo (deficit di attenzione, iperattività, ecc.), disabilità sensoriali e malattie neurologiche. 

Dal momento che i pazienti sono spesso bambini, che necessitano di un supporto maggiore per comprendere i compiti da svolgere nell’ambito dei test o del percorso riabilitativo, è necessario che il professionista sia adeguatamente preparato a un tipo specifico di interazione/comunicazione. 

Il neuropsicologo infantile opera congiuntamente ad altri professionisti, tra cui psicoterapeuti, logopedisti ed esperti in Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). 

Un’altra branca molto interessante è la neuropsicologia forense. 

Il neuropsicologo fornisce la sua consulenza nei casi in cui è necessario stabilire se un imputato è in grado di intendere e di volere, se un soggetto può essere considerato un testimone credibile, se un trauma cranico ha determinato ripercussioni sulla vittima. 

Il lavoro del neuropsicologo

Per effettuare la sua diagnosi il neuropsicologo effettua una serie di test e si concentra sull’osservazione clinica del paziente. Di solito, viene chiamato in presenza delle seguenti patologie:  

  • disturbi e difficoltà dell’apprendimento 
  • iperattività e disturbi dell’attenzione 
  • disturbi dello spettro autistico e sindrome di Asperger 
  • problemi endocrini 
  • cancro e carcinomi 
  • morbo di Alzheimer 
  • epilessia 
  • demenza, lesioni cerebrali e ictus

Ma cosa fa un neuropsicologo nello specifico? Ecco, un piccolo elenco di compiti:

  • effettua diagnosi neuropsicologiche di disturbi cognitivi, comportamentali ed emotivi 
  • definisce la terapia e il percorso di riabilitazione dei pazienti  
  • potenzia le funzioni cognitive (attenzione, memoria, ragionamento, ecc.) 
  • offre supporto psicologico per superare eventuali situazioni di disagio 
  • gestisce le sedute di training rivolte a chi assiste una persona con lesioni cerebrali 

Lo strumento diagnostico utilizzato per individuare le alterazioni delle funzioni cognitive è il colloquio, in seguito al quale il neuropsicologo è in grado di pianificare i trattamenti più idonei per il paziente. 

L’esame neurologico, ovvero il colloquio, è fondamentale per la personalizzazione, e quindi l’efficacia, del trattamento. 

I requisiti

Prima di scoprire come diventare neuropsicologo, cerchiamo di capire quali sono i requisiti che un professionista deve possedere a prescindere dalla specializzazione. Oltre cioè alle competenze scientifiche, sono necessarie una serie di doti personali. Queste ultime, infatti, aiutano a svolgere al meglio la professione.  

Il neuropsicologo deve essere dotato di: 

  • senso critico e capacità di analisi 
  • predisposizione all’ascolto attivo   
  • buone doti relazionali 
  • spiccate capacità di ragionamento induttivo e deduttivo 
  • propensione alla gestione dei conflitti 
  • abilità decisionali e capacità di pianificazione e organizzazione dei percorsi riabilitativi 

Neuropsicologia: sbocchi lavorativi

In Italia la neuropsicologia è un settore in crescita. Negli ultimi decenni, infatti, ha assunto una rilevanza notevole in numerosi e svariati ambiti. 

La richiesta di diagnosi e cura è in costante aumento, sia per quanto riguarda il settore pubblico che quello privato. 

Si tratta quindi di una professione che offre interessanti prospettive occupazionali, prevalentemente in forma di consulenza. 

La specializzazione in neuropsicologia offre sbocchi lavorativi in vari ambiti: 

  • ospedali  
  • case di cura 
  • centri di riabilitazione e cliniche private 
  • industria farmaceutica 
  • ambito scolastico 
  • ambito giuridico-amministrativo  

Un profilo qualificato può lavorare anche nell’ambito della ricerca, all’interno di università o centri di ricerca. 

Quanto guadagna un neuropsicologo?

A questo punto ti starai sicuramente quanto guadagna un neuropsicologo? 

La retribuzione media varia in base alla tipologia di lavoro svolto e al contesto in cui opera. A determinare le oscillazioni dello stipendio è anche la differenza tra neuropsicologo dipendente e neuropsicologo libero professionista. Secondo le stime risalenti al 2023, un neuropsicologo italiano, assunto presso una struttura sanitaria, percepisce uno stipendio mensile medio che oscilla tra i 1800 euro e i 2200 euro al mese.  

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Credits: SvetaZi / Depositphotos.com

Come diventare neuropsicologo: la laurea triennale

In Italia l’iter formativo per diventare neuropsicologo genera una certa confusione. 

La figura professionale, così come l’attività, non sono ancora regolamentate a livello istituzionale. 

È recente, infatti, l’attivazione di corsi di laurea magistrali e di specializzazione 

Il percorso per diventare neuropsicologo parte dal conseguimento di una laurea triennale in Psicologia. 

Alcune università propongono il corso in Scienze psicologiche cognitive, che si avvicina maggiormente all’ambito della neuropsicologia. 

Tra le proposte è incluso il corso di laurea in Psicologia – Scienze e tecniche psicologiche attivato dall’università telematica Niccolò Cusano. Si tratta di un percorso incentrato sulle metodiche di studio dei processi psicologici, applicate sia all’ambito della ricerca che a quello clinico. 

Il triennio mira a fornire agli studenti una preparazione di base sulle procedure di indagine e ricerca scientifica, integrate da competenze afferenti le metodologie di osservazione e gli strumenti psicometrici; competenze spendibili in contesti educativi, clinici e sociali. 

Il programma mira a preparare profili in grado di svolgere le seguenti attività: 

  • Utilizzare test non diagnostici 
  • Condurre colloqui finalizzati all’osservazione mediante l’utilizzo di strumenti di analisi quali-quantitativi 
  • Applicare protocolli per la selezione, la valorizzazione e l’orientamento delle risorse umane 
  • Partecipare alla predisposizione di strumenti di indagine psicologica 
  • Raccogliere, gestire e organizzare dati statistici al fine di realizzare elaborazioni statistiche 

Tra gli argomenti previsti dal programma: psicometria, psicologia dello sviluppo, sociologia generale, fisiologia del comportamento, psicologia sociale, psicologia dinamica, antropologia culturale, psicologia del lavoro, psicobiologia, psicologia clinica, psicologia della percezione, teorie e tecniche del colloquio. 

Una volta conseguito il titolo triennale, è necessario continuare il percorso con una magistrale, ovvero un corso di laurea specialistico. 

Neuropsicologia laurea: il corso magistrale

Segnaliamo tra i corsi presenti sul mercato formativo italiano il curriculum ‘Psicologia clinica e della riabilitazione’ attivato dall’università telematica Niccolò Cusano nell’ambito della specialistica in Psicologia. 

Il biennio consente di approfondire materie e argomenti fondamentali per la preparazione di un neuropsicologo. 

Il percorso è finalizzato a completare la formazione dei laureati triennali attraverso una preparazione che si focalizza sulle seguenti discipline: la psicologia dei processi cognitivi normali e patologici; la neuropsicologia e le neuroscienze; la psicologia delle emozioni; la psicometria; le dinamiche delle relazioni umane; le tecniche di indagine scientifica; i metodi statistici e le procedure informatiche per l’elaborazione dei dati. 

La scuola di specializzazione

Se la laurea magistrale non ha come indirizzo quello in neuropsicologia, il percorso non è terminato. Bisogna cioè iscriversi all’albo e diventare a tutti gli effetti degli psicologi abilitati. 

Con la legge 163 del 2021, però, è stato abolito l’esame per diventare psicologi. Cosa significa? Il tirocinio e la laurea magistrale diventano abilitanti. Una volta laureati, è possibile lavorare subito come psicologi, iscrivendosi al relativo albo.  

Dopo aver concluso la procedura di iscrizione, si può proseguire la formazione in neuropsicologia, partecipando al concorso per accedere alle scuole di specializzazione in neuropsicologia. Si tratta di un percorso quadriennale, al termine del quale si diventa a tutti gli effetti un neuropsicologo.  

Ora hai sicuramente un quadro più chiaro della professionalità; sai come diventare neuropsicologo; conosci gli sbocchi lavorativi delle neuroscienze cognitive; sai come specializzarti per lavorare in ambito neuropsicologico. 

Per qualunque domanda o informazione sui corsi di laurea e post-laurea non esitare a contattare il nostro staff attraverso il form online che trovi cliccando qui!

Credits: motortion / Depositphotos.com

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