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Insegnare in francese: come farlo, i pro e i contro

Se ti affascina la lingua di Moliére e il tuo sogno è insegnare in francese allora dovresti fermarti qualche minuto su questa pagina, sulla quale avrai la possibilità di approfondire l’argomento ‘insegnamento’ a 360 gradi, sia per ciò che concerne l’aspetto normativo e sia per quello che concerne la parte didattica.

In particolare, nel corso di questo post analizzeremo l’iter per ottenere l’abilitazione all’insegnamento e nel dettaglio come diventare insegnante di francese alle medie e alle superiori.
Inoltre, prenderemo in considerazione le alternative per accedere al mondo dell’insegnamento anche senza abilitazione.

Buoni motivi per insegnare francese

Prima di addentrarci nell’ambito del percorso formativo e dell’iter per diventare insegnante è d’obbligo una breve premessa sulla lingua francese e sulle sue potenzialità in ottica occupazionale.

Iniziamo con un dato che da solo fornisce la motivazione sufficiente per imparare la lingua: il francese è la seconda lingua più richiesta dopo l’inglese.
Sono oltre 220 milioni le persone che parlano il francese nel mondo.

Una pronuncia ammaliante e un’affinità piuttosto evidente con l’italiano aggiungono ulteriori buoni motivi per studiarla.

Attualmente si studia come seconda lingua alle scuole medie e in numerosi indirizzi delle scuole superiori.

La padronanza del francese apre a numerose opportunità lavorative.
In questo post ci focalizzeremo sull’insegnamento e su tutto ciò che riguarda il ruolo dell’insegnante.

In particolare, le prospettive occupazionali si concretizzano sia nelle scuole medie e superiori e sia in ambito universitario.

Chiaramente, a seconda del livello di istruzione cambia il livello di partenza degli studenti, e quindi anche il programma.

Nelle scuole medie il programma si focalizza sulla grammatica, sulle basi della lingua e sul lessico quotidiano.
Alle superiori si continua con la grammatica, alla quale viene affiancata una base di letteratura.
I programmi dei corsi di laurea affrontano in maniera approfondita sia la parte grammaticale della lingua e sia la letteratura e le tematiche culturali.

Tuttavia bisogna sottolineare che l’accesso all’insegnamento nella scuola pubblica italiana è legato ad un iter impegnativo.
Laurea, abilitazioni, concorsi e tirocini, che approfondiremo dettagliatamente nei prossimi paragrafi, rendono il percorso tutt’altro che breve.

Esistono, tuttavia, delle alternative, che prescindono dalle regolamentazioni normative relative ad abilitazione e concorso.

Le scuole di lingua ad esempio rappresentano un’opportunità interessante per chi ha una buona padronanza del francese ma non ha intenzione di intraprendere l’iter concorsuale.

Un’altra valida alternativa all’insegnamento è data dalle lezioni private, ovvero le famose ‘lezioni a domicilio’.
Tanti studenti, ad esempio, incontrano più di qualche difficoltà per ciò che concerne lo studio della lingua, per scarsa propensione o per motivi di altra natura.

Le ripetizioni da parte di insegnanti privati rappresentano lo strumento giusto per migliorare un voto, per recuperare un’insufficienza e per colmare eventuali lacune.

Come diventare insegnante di francese

La passione e l’interesse per la lingua francese, per quanto rappresentino un ottimo punto di partenza, non sono sufficienti per ricoprire il ruolo di insegnante.

Anche se un corso di francese può  bastare per imparare la lingua da autodidatta, per comunicare con persone madre-lingua e per comprendere un testo scritto nella lingua di Proust, non è considerato abbastanza per poter insegnare nella scuola pubblica dove è richiesto un percorso specifico, ben regolamentato a livello normativo.

La preparazione prescritta per l’insegnamento è ben definita.
Tuttavia bisogna sottolineare che si tratta di una possibilità aperta a tutti, senza limiti di età.
Tutti possono ambire ad insegnare in francese nella scuola pubblica italiana, a partire dal giovane neo-laureato in lingue fino all’appassionato della lingua che decide di iscriversi ad un corso di laurea per intraprendere il percorso per diventare insegnante.

I requisiti

Al di là dei requisiti tecnici prescritti dalla legge per ricoprire il ruolo di insegnante nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, per essere un bravo insegnante bisogna possedere una serie di propensioni e capacità personali.

Un bravo insegnante di francese deve essere autorevole e allo stesso tempo empatico.

Deve essere una persona carismatica, abile nel suscitare l’interesse degli studenti verso la lingua e verso le possibilità che offre; deve saper motivare all’ascolto e allo studio.

Capacità di ascolto, carisma, organizzazione e abilità che riguardano la gestione dei tempi sono alcune delle caratteristiche che dovrebbe avere un insegnante di francese.

Quanto guadagna

La panoramica della professione con l’aspetto economico, ovvero con i guadagni medi di un insegnante di francese.

La retribuzione varia leggermente a seconda del livello di istruzione: scuole medie, scuole superiori e università.

Un insegnante di francese che insegna alle scuole medie percepisce uno stipendio medio che oscilla intorno ai 21.000 euro annui.

Con un’esperienza trentennale nell’ambito dell’insegnamento è possibile arrivare a cifre che superano i 30.000 euro annui.

Le cifre sono leggermente più alte per chi insegna nelle scuole secondarie di secondo livello, dove alla grammatica viene affiancata una base di letteratura francese.
Un insegnante di liceo ha la possibilità di arrivare a stipendi annui che oscillano intorno ai 33.000 euro.

Per quanto riguarda l’ambito universitario bisogna fare una distinzione tra il ricercatore e il professore.

Nell’ambito della ricerca la retribuzione media oscilla intorno ai 24.000 euro annui mentre risultano decisamente più interessanti le cifre che corrispondono al gradino più alto dell’insegnamento.
Un professore di francese ordinario percepisce uno stipendio che può addirittura raggiungere 60.000 euro annui.

Insegnare nella scuola pubblica

L’iter per diventare insegnante è frequentemente oggetto di modifiche.
Nuovi decreti e regolamenti determinano confusione e dubbi tra gli aspiranti insegnanti.

L’ultimo Decreto Ministeriale (n. 22 del 16 agosto 2022) definisce il nuovo percorso di formazione e prova per la nomina in ruolo dei docenti.
È tuttavia previsto un periodo transitorio (fino al 31 dicembre 2024) per ciò che concerne le nuove regole.

Il percorso abilitante parte da un corso di laurea magistrale, al termine del quale è possibile iscriversi ad un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale corrispondente a 60 CFU.
Il percorso è gestito per ogni classe di concorso dalle università sula base del fabbisogno delle cattedre.

Per l’abilitazione è necessario che nell’ambito dei 60 Crediti Formativi siano compresi almeno 10 CFU afferenti all’area pedagogica e almeno 20 CFU di tirocinio.

I 24 CFU/CFA conseguiti nell’ambito del previgente ordinamento sono riconosciuti validi per l’accesso al concorso.

La classe di concorso per l’insegnamento della lingua francese alle medie è la AA25.
Per le scuole superiori, invece, la classe di concorso è la AA24 (Lingua e civiltà straniera – francese).

Ecco di seguito i titoli di accesso alla classe AA24:

  • Lingue e letteratura dell’Africa e dell’Asia (LM 36)
  • Lingue e letterature moderne europee e americane (LM 37)
  • Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione (LM 38)
  • Linguistica (LM 39)
  • Traduzione specialistica e interpretariato (LM 94)
  • Interpretariato di conferenza (LS 39)
  • Lingue e letterature afroasiatiche (LS 41)
  • Lingue e letterature moderne euroamericane (LS 42)
  • Lingue straniere per la comunicazione internazionale (LS 43)
  • Linguistica (LS 44)
  • Traduzione letteraria e in traduzione tecnico-scientifica (LS 104)

Inoltre, sono riconosciute valide ai fini dell’accesso alla classe di concorso AA24, alcune lauree appartenenti al Vecchio Ordinamento:

  • Laurea in Filologia e storia dell’Europa orientale
  • Laurea in interpreti
  • Laurea in Lingue e civiltà orientali
  • Laurea in Lingue e culture dell’Europa orientale
  • Laurea in Lingue e culture europee
  • Laurea in Lingue e letterature e istituzioni dell’Europa occidentale
  • Laurea in Lingue e letterature e istituzioni dell’Europa orientale
  • Laurea in Lingue e letterature orientali
  • Laurea in Lingue e letterature slave
  • Laurea in Lingue e letterature straniere
  • Laurea in Lingue e letterature straniere moderne
  • Laurea in Lingue, culture ed istituzioni dei Paesi del Mediterraneo
  • Laurea in Studi comparatistici
  • Laurea in Traduttori
  • Laurea in Traduzione e interpretazione

Secondo quanto stabilito dal nuovo regolamento, l’abilitazione e il superamento del concorso determinano l’assunzione a tempo indeterminato.

Tuttavia l’insegnante deve affrontare un ulteriore step, che consiste in un periodo di formazione e prova in servizio della durata di un anno.
Il regolamento prescrive almeno 180 giorni di servizio effettivamente prestato, di cui almeno 120 svolto il attività didattiche.

La prova, secondo quanto riportato nello stesso Decreto, è ‘finalizzato specificamente a verificare la padronanza degli standard professionali…’ relativamente sia alle competenze didattiche, linguistiche e culturali e sia alle competenze relazionali, organizzative e gestionali.

Il periodo ‘di prova’ termina con un test e una valutazione.
Chi non supera il test finale ha la possibilità di svolgere una seconda volta il periodo di prova.

Chi invece supera con successo test e valutazione viene confermato in ruolo nella scuola presso la quale ha svolto la prova, con una permanenza minima di almeno 3 anni.

Secondo quanto riportato sul sito del Miur, chi possiede soltanto il titolo di accesso all’insegnamento ha la possibilità di essere inserito nelle graduatorie di istituto di III fascia, riservata agli incarichi di supplenza a tempo determinato.

La MAD

Un’alternativa per chi desidera lavorare nella scuola pubblica italiana anche senza abilitazione e senza aver partecipato al concorso è rappresentata dalla MAD.

La sigla è l’acronimo di ‘Messa A Disposizione’ ovvero il termine utilizzato per indicare il documento attraverso il quale gli aspiranti docenti dichiarano la propria disponibilità a ricoprire ruoli di supplenza.

In pratica la MAD è una candidatura spontanea e informale, prevista è disciplinata dalla normativa, che può essere inviata in qualsiasi istituto italiano.
Gli aspiranti docenti vengono selezionati per svolgere ruoli di supplenza sulla base di contratti a tempo determinato, quindi per un periodo di tempo limitato.

Si tratta di uno strumento che consente alla scuola italiana di coprire la mancanza di insegnanti determinata da malattie, maternità o qualsiasi altro motivo che causa l’assenza provvisoria di un docente di ruolo.

Per quanto riguarda i requisiti, la MAD può essere inoltrata anche da chi non possiede un titolo valido per l’insegnamento.
A tal proposito è importante indicare nella candidatura i titoli posseduti e le esperienze pregresse, in maniera tale che gli istituti possano valutare i profili più idonei a ricoprire i posti vacanti.

Le domande di Messa A Disposizione vengono prese in considerazione dalle scuole ogni volta che si verifica l’esaurimento delle graduatorie, al fine di coprire i posti vacanti.

Credits: Dekanaryas / Depositphotos.com

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