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Geopolitica del Mediterraneo: ruolo e centralità politica delle acque

Nell’ambito dell’informazione mediatica ricorre spesso il concetto di Geopolitica del Mediterraneo.

L’etimologia della parola ‘geopolitica’ riporta intuitivamente a identificarla come la fusione dei termini geografia e politica; l’intuizione non è del tutto infondata …

Per quanto la semplicità dei due termini lasci intendere un concetto apparentemente banale, stiamo per entrare in un campo delicato, complesso e interdisciplinare, che analizzeremo partendo dalle origini e dalle evoluzioni della tematica.

Prima di addentrarci nell’ambito specifico della Geopolitica del Mediterraneo è d’obbligo una premessa di carattere generale.

Geografia politica e geopolitica: differenze

Spesso si tende a confondere e ad utilizzare indistintamente i concetti di ‘geografia politica’ e ‘geopolitica’.
Anche se non esistono definizioni universali dalle quali estrapolare eventuali differenze cercheremo comunque di individuarne le peculiarità.

La geografia politica è una disciplina indispensabile per l’analisi dei fenomeni geopolitici, questi ultimi intesi come relazioni di potere  (cooperazioni o conflitti) presenti su un dato territorio.
Potremmo quindi affermare che la geografia politica analizza i fenomeni politici in relazione allo spazio e alla loro stessa influenza su fattori geografici.

Al contrario la geopolitica studia l’influenza dei fattori geografici sui fenomeni politici, in relazione alle azioni svolte degli altri soggetti politici sullo stesso territorio.

Cos’è la geopolitica

Iniziamo a familiarizzare con la tematica partendo dalla definizione di geopolitica riportata sul sito della Treccani:

“termine coniato dallo svedese R. Kjellén per indicare quel complesso di problemi politici che traggono origine da fatti  d’ordine territoriale, specie quando si consideri lo Stato come un organismo che nasce, si sviluppa e decade, e che, al pari degli essere viventi, ha bisogno di uno spazio vitale.”

Si tratta, in altre parole, di una disciplina che analizza le relazioni che intercorrono tra i vari aspetti della geografia: fisica, umana e politica.

Da un punto di vista economico il termine ‘geopolitica’ analizza i conflitti di potere presenti su determinati territori; per i suoi studi si avvale di competenze afferenti a discipline differenti quali la storia, la geografia, l’antropologia, l’economia ecc.

Trattandosi essenzialmente di uno studio incentrato su casi inerenti a guerre e dispute politico-amministrative sarebbe più corretto parlare di ‘ragionamento geopolitico’; quest’ultimo sviluppato sulla base di un’analisi che incrocia i dati oggettivi forniti dalla geografia con fattori non identificabili come puramente geografici (storia, valori, visioni ecc.).

Non disponendo di leggi proprie non può essere considerata una scienza; non afferisce a una determinata dottrina politica, non è una disciplina accademica e non fa riferimento ad un unico periodo storico.

Origini

Il termine, come già accennato nel corso del precedente paragrafo, è stato coniato dal politologo svedese R. Kjellén nel 1900.

Nel corso della sua vita, lunga poco più di un secolo, ha alternato periodi di popolarità a periodi bui e di tabù.

Ha conosciuto l’apice della sua notorietà tra i due conflitti mondiali, in particolar modo nell’ambito della politica tedesca grazie al generale Karl Haushofer il quale ha trasformato il concetto ‘Geopolitik’ in un’ideologia.
La scuola sviluppata da Haushofer ha tentato per anni di imporre le proprie teorie le quali non hanno tardato a sfociare  in un determinismo esasperato, tendente verso un’improponibile quanto assurda legittimazione delle politiche espansionistiche/razziali del nazismo.

Inevitabile il conseguente ristagno degli studi geopolitici.

Per assistere ad una ripresa dell’interesse nei confronti della disciplina bisogna attendere gli anni Settanta, e più in particolare il periodo in cui si fa sentire l’esigenza di studiare le relazioni internazionali in chiave geografica e le dinamiche dei rapporti finalizzati al controllo di spazi e relative risorse.

Il campo concettuale dell’analisi si amplia notevolmente, affiancando al tradizionale ambito delle relazioni politiche tra Stati lo studio di innumerevoli altre tematiche, tra le quali: problematiche etnico-linguistiche, flussi migratori, allocazione delle risorse, flussi di materie prime e capitali, politiche ambientali, competizione per le risorse naturali.

Al di là dell’ampliamento appena descritto, alla base dell’analisi permane un’attività fondata sullo atudio della realtà contemporanea; ne consegue l’ipotesi che la disposizione dei fenomeni su un dato territorio condiziona dinamiche e comportamenti politici pertanto è possibile analizzare gli eventi passati e presenti per ‘prevedere’ gli scenari futuri.

Avendo perso gran parte del suo determinismo il ragionamento geopolitico si è trasformato in una sorta di moda, di natura prevalentemente culturale, il cui appeal è cresciuto in seguito a una divulgazione, piuttosto enfatizzata, della capacità di ‘prevedere’ gli eventi.
In campo editoriale è da segnalare la nascita, in Italia, della rivista Limes.

Attualmente la geopolitica è spiccatamente incentrata sulla storia, più ancora che sulla geografia.
Si ricorre ad un’interpretazione ‘soggettiva’ e ‘di comodo’ degli eventi passati per legittimare azioni e comprovare la bontà di taluni progetti territoriali.

La geopolitica nel Mediterraneo

Quando si parla di geopolitica del Mediterraneo si fa riferimento a quelle relazioni di tipo politico-territoriali, descritte nel corso dei precedenti paragrafi, esistenti sull’area mediterranea, da sempre caratterizzata da innumerevoli fattori di instabilità e conflitto.

Mix di culture e crocevia di opposte e conflittuali realtà politiche: il bacino in analisi non dispone di un’identità unica né tanto meno di una cultura ben definita.

Nonostante la globalizzazione e il crescente interesse verso le potenzialità delle nuove rotte commerciali abbiano spostato l’interesse sull’Atlantico, il Mediterraneo continua a detenere un ruolo strategico e ad essere oggetto di studio da parte della geopolitica internazionale.

I motivi di un persistente interesse sull’area mediterranea sono piuttosto evidenti; il seguente elenco, per quanto non esaustivo, ne sintetizza i principali:

  • Assolve alla funzione di mediazione politica ed antropologica tra terre e culture diverse.
  • Svolge un ruolo importante nell’ottica di un equilibrio dello spazio globale.
  • Ricopre un ruolo fondamentale nell’ambito di una strategia geopolitica incentrata sul Mediterraneo e replicabile sulla governance mondiale.

Crisi e conflitti di interesse, in gran parte dovuti a questioni economiche, lasciano emergere un’esigenza che diventa sempre più urgente: tutelare e garantire la sicurezza dell’area.

Come specializzarsi in geopolitica della sicurezza

Il diritto alla sicurezza è garantito dalla Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Si tratta di una tematica piuttosto complessa; alla luce dei fenomeni e degli eventi che hanno caratterizzato il bacino mediterraneo, e che continuano a succedersi in maniera incontrollata sull’area circostante, è facile evincere il motivo per il quale intorno alla questione cresce l’interesse: politico, pubblico, italiano e internazionale.

Per approfondire il discorso e diventare esperti in materia è disponibile il master in ‘Geopolitica della Sicurezza’ erogato dall’Università Telematica Niccolò Cusano.

Il corso post-laurea di II livello, afferente alla facoltà di Scienze Politiche, intende fornire ai corsisti una panoramica completa delle problematiche legate alla sicurezza. In particolare il piano di studi si focalizza sul terrorismo e sui fenomeni tipici derivanti dalla globalizzazione.

Il programma del master prevede l’approfondimento dei seguenti argomenti:

  • Introduzione: aspetti politici dell’attuale clima di insicurezza globale
  • Prospettive storiche della sicurezza
  • Sicurezza degli spazi
  • Sicurezza delle istituzioni
  • Sicurezza dei sistemi e delle infrastrutture
  • Sicurezza delle risorse
  • Sicurezza alimentare e sanitaria
  • Conflitti e asimmetrie
  • Geopolitica del Mediterraneo
  • Socio-psicologia del terrorismo
  • Economia del terrorismo
  • Tecnologia del terrorismo
  • Politiche di contrasto al terrorismo
  • Studi di area

Al termine del percorso di specializzazione i corsisti avranno acquisito le competenze necessarie per analizzare e studiare i principali temi legati alla Sicurezza e all’Antiterrorismo.

Il master online prevede una quota di iscrizione annua di 1.900,00 euro, da corrispondere in 4 rate di pari importo.

È prevista un quota ridotta, pari a 1.500,00 euro (suddivisa in 4 rate), per gli avvocati iscritti all’Ordine, i funzionari e i dipendenti pubblici, le forze dell’ordine, i laureati in Scienze Politiche e in Giurisprudenza presso l’Unicusano.

Per ricevere ulteriori dettagli in merito al master Unicusano o per richiedere supporto per l’iscrizione compila il modulo che trovi qui!

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