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Perché studiare giapponese?

Perché studiare giapponese significa investire sul proprio futuro professionale? Ovvero quali sono i motivi per i quali la conoscenza della lingua permette di crescere professionalmente?

Al di là dell’innegabile fascino che la cultura e le tradizioni nipponiche esercitano sul mondo occidentale, in particolare sui giovani, imparare l’idioma ufficiale del Giappone è una scelta che promette interessanti opportunità lavorative, sia in Italia che all’estero

La cultura giapponese

Prima di addentrarci nell’ambito ‘tecnico’ della lingua, apparentemente impossibile da imparare, è d’obbligo una breve panoramica generale sulla cultura giapponese.

Le tradizioni e la cultura nipponica, così peculiari e differenti da quelle occidentali, suscitano curiosità e interesse.
Il fascino del Giappone ha conquistato il mondo occidentale, al punto che si parla di una vera e propria ‘giappo-mania’.
Il sushi, i manga, i videogiochi, i film, i cosplay, la sua sono alcune delle tendenze giapponesi che hanno invaso la nostra quotidianità.
Si pensi ad esempio alle numerose parole che sono ormai entrate a far parte del nostro vocabolario, tra le quali ‘sushi’, ‘zen’, ‘banzai’, ‘ikebana’, ‘geisha’ e tante altre.

Oltre agli aspetti culturali pop-moderni, la cultura Giapponese affascina per le sue antiche tradizioni e per la sua storia.
La filosofia dei samurai, così come la cerimonia del tè e il misterioso mondo delle geishe incuriosiscono e affascinano giovani e meno giovani.

L’importanza del Giappone nell’economia mondiale

Tralasciando per un attimo i manga, il sushi, i videogiochi e tutte le tendenze nipponiche che hanno invaso l’occidente, imparare il giapponese significa investire sul proprio futuro professionale, ampliando notevolmente gli orizzonti lavorativi.

Consapevole delle opportunità legate ad una buona padronanza della lingua, e da sempre attenta a dare consigli attuali ai giovani in procinto di costruire il proprio futuro professionale,  Unicusano intende fornire una panoramica generale sull’importanza del Giappone nell’ambito dell’economia mondiale.

Attualmente il Paese risulta essere la terza economia mondiale, dopo Stati Uniti e Giappone.
L’innovazione tecnologica legata alle grandi aziende giapponesi impatta in maniera notevole sul mondo intero.

Studiare giapponese apre a sbocchi che riguardano vari settori.
Il commercio, ad esempio, è uno degli ambiti in cui più facilmente è possibile fare carriera.
Basti pensare al fatto che l’Italia importa dal Giappone tantissimi prodotti, e nel contempo esporta le eccellenze del proprio territorio quali ad esempio vino e olio.

Tra le opportunità legate alla conoscenza della lingua giapponese rientrano l’insegnamento e l’interpretariato in ambito politico e sportivo.

Da non dimenticare il settore turistico.
Il turismo giapponese è in aumento per cui anche le strutture ricettive e le aziende che offrono servizi ai turisti rappresentano un’interessante possibilità occupazionale.

Caratteristiche e difficoltà del Giapponese

Alla luce di quanto fin qui detto è piuttosto chiaro che lo studio del giapponese permette da un lato di accedere a numerose opportunità occupazionali e dell’altro di comprendere a fondo la cultura del Giappone.
Entrare nella vera essenza nipponica, senza passare attraverso le traduzioni letterali e poco emozionali, significa crescere sia da un punto di vista culturale che personale.

La lingua è parlata dalla quasi totalità della popolazione giapponese, per cui da circa 130.000 milioni di persone.
Per tale motivo risulta la sesta lingua più parlata al mondo.

A questo punto, cerchiamo di capire quanto è difficile il giapponese per un italiano analizzando la struttura della lingua e relative peculiarità.

Iniziamo subito precisando che si tratta di una lingua che al di là delle varie ipotesi non apparterrebbe a nessuno dei grandi ceppi linguistici conosciuti.
Il sistema di scrittura deriva dal cinese; i caratteri cinesi furono introdotti nell’alfabeto giapponese tra il V e il VI secolo, e integrati successivamente da 2 forme di alfabeto fonetico derivati sempre dai caratteri cinesi.
Tuttavia è importante precisare che il giapponese è totalmente diverso dal cinese.

A differenza di quello che comunemente si pensa la complessità del giapponese non è nella grammatica, che tra l’altro ha pochissime eccezioni, ma nel metodo di scrittura.

La lingua utilizza due forme di alfabeti fonetici (kana):

  • Hiragana
  • Katakana

Il sistema di scrittura si basa sugli ideogrammi, chiamati kanji, ognuno dei quali esprime una cosa o un’idea.

Hiragana, katakana e kanji sono utilizzati contemporaneamente all’interno di un testo.
In generale, e senza entrare troppo nello specifico, i kanji sono caratteri che hanno un valore semantico; l’hiragana, composto da 48 segni, ha un valore fonetico e si utilizza per le particelle, i verbi, gli aggettivi e i nomi; il katakana, composto da 48 segni, ha valore fonetico e si utilizza per i termini scientifici e per le parole straniere.

È facile intuire, a questo punto, che è necessario imparare tutte le forme di scrittua.

Entriamo quindi nel merito delle caratteristiche della lingua, per comprendere le possibili difficoltà.

La prima particolarità, che identifica anche la prima difficoltà per un italiano, riguarda il modo di scrivere, che si sviluppa in righe verticali, da destra a sinistra.

Per quanto riguarda genere (maschile/femminile) e numero (singolare/plurale) non sono previste distinzioni.

I tempi verbali hanno una sola forma per tutta la coniugazione, per cui a differenza delle lingue occidentali non hanno persona.
Inoltre, sempre in relazione ai verbi, in Giappone esistono soltanto due tempi: un tempo per il passato e un tempo per il presente e il futuro.

Tra le peculiarità che differenziano il giapponese dalla maggior parte delle lingue occidentali, la più evidente e particolare è l’assenza di spazi. Anche se può sembrare assurdo, non sono previsti spazi tra una parola e l’altra.
Ciò che aiuta a distinguere le varie parole sono i tre diversi tipi di scrittura.

Un’altra differenza rispetto all’italiano, e in generale rispetto ad altre lingue europee, è identificabile nella struttura della frase, o meglio nell’ordine degli elementi che la compongono.

Nella lingua giapponese l’ordine prevede: soggetto, oggetto e verbo. Ciò significa che, a parte qualche eccezione il verbo va messo alla fine della frase.

A questo punto del post, dopo aver analizzato le principali caratteristiche della lingua, è facile comprendere l’importanza del contesto.
Il registro linguistico è fortemente legato al contesto nel quale si svolge la conversazione.

Ora sai perché è importante studiare giapponese e quali sono le caratteristiche della lingua che creano maggiori difficoltà.
Non ti resta che scegliere gli strumenti e le modalità attraverso i quali imparare il giapponese.

 

Credits: Artmim / Depositphotos.com

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