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Quando iniziare a studiare per la sessione invernale?

Ogni studente universitario si pone, prima o poi, la domanda: quando iniziare a studiare per la sessione invernale? Si tratta, infatti, di una delle sessioni più difficili perché è prevista subito dopo le vacanze di Natale. Per dare gli esami negli appelli di gennaio e febbraio bisogna essere super organizzati, perché purtroppo c’è il rischio che il periodo natalizio faccia slittare il piano di studio e renda impossibile rispettare la propria tabella di marcia. 

Il primo consiglio per affrontare al meglio la sessione invernale è: organizzarsi in maniera dettagliata e puntigliosa. La guida qui sotto contiene una serie di suggerimenti utili che aiuteranno a superare gli esami di gennaio e febbraio senza problemi.

Come superare la sessione invernale

Molti studenti sono spaventati dalla sessione invernale perché temono di non riuscire a mantenere la concentrazione in un periodo che include tante feste. Ebbene, bisogna tenerle assolutamente in conto ed eliminare dal proprio piano i giorni festivi dedicati a famiglia e amici.

Cosa significa? Per sostenere tutti gli esami previsti è necessario un programma d’azione. Basta prendere in mano un calendario o un’applicazione apposita e pianificare lo studio. Di seguito, ci sono tutti i passaggi pratici da seguire per capire quando iniziare a studiare per la sessione invernale.

Evitare di essere troppo ambiziosi e pianificare troppi esami

Non esiste un numero di esami standard da dare nella sessione invernale. Il consiglio è di pianificarne almeno tre. Certo, sarebbe bello arrivare a sostenere cinque esami, ma essere troppo ambiziosi può rivelarsi controproducente.

Prima di iniziare a studiare è bene verificare quali e quante lezioni del proprio corso di laurea bisogna seguire durante quel semestre. Le ore da dedicare alla frequenza delle lezioni, infatti, vanno sottratte da quelle da destinare allo studio. Facendo un piccolo calcolo del tempo davvero disponibile è possibile fissare un numero realistico di esami da dare.

Stabilire in anticipo la sequenza degli esami da sostenere

Decidere quanti esami dare in una sessione invernale non basta. È importantissimo scegliere come abbinarli in base al grado di difficoltà nell’affrontare lo studio. Il primissimo esame da dare è quello di cui si hanno appunti più precisi e di cui si sono frequentate più lezioni con la massima attenzione.  In questo modo lo studio risulterà più semplice. Non ci sarà bisogno di recuperare eventuali lezioni perse o di impiegare troppo tempo a riordinare gli appunti. Questo significa che sarà possibile investire meno tempo nella preparazione, riuscendo così a dare l’esame ai primi appelli di gennaio.

L’esame più difficile, invece, va dato a metà sessione. Perché? Essendo complesso necessiterà sicuramente di più tempo di preparazione rispetto al primo esame. Avere più tempo a disposizione, dunque, sarà un grande vantaggio. Se poi non dovesse andare bene al primo tentativo, c’è sempre il secondo appello per provare a superarlo.

Quale sarà l’esame da dare per ultimo? Sarebbe meglio evitare di lasciare per ultimo l’esame più facile, anche se sembra la scelta più ovvia. Sapere che si tratta di una prova più semplice potrebbe indurre a prenderla sottogamba, anche per effetto di una certa stanchezza dopo una sessione impegnativa. Se si innesca questo meccanismo, c’è il rischio di non superare proprio l’esame etichettato come più facile.

Per evitare un risultato di questo tipo sarebbe meglio lasciare per ultimo l’esame di difficoltà intermedia, in modo da investire l’impegno giusto per superarlo.

Calcolare i tempi per studiare usando i CFU

Una volta scelta la sequenza degli esami da dare, la domanda “quando iniziare a studiare per la sessione invernale” può avere una risposta più precisa. Per calcolare con esattezza il tempo da investire nella preparazione di ogni singolo esame si utilizzano i crediti formativi universitari. Ogni CFU corrisponde a 25 ore di lezioni, esercitazioni e studio casalingo. In media, dunque, ogni CFU corrisponde a circa 12-14 ore di studio in autonomia.

Cosa significa? In pratica un esame da 6 CFU, per esempio, richiede almeno 84 ore di studio. Avendo a disposizione questa media è possibile pianificare con esattezza i giorni da dedicare alla preparazione di quel dato esame. Una volta appresa la data dell’appello di gennaio/febbraio, si può fissare con esattezza quando iniziare a studiare per la sessione invernale. 

Usare un calendario per organizzare lo studio

La sessione invernale all’università non si supera senza una pianificazione precisa calendario alla mano. Perché? Bisogna pianificare la preparazione di più esami in un certo lasso di tempo (almeno tre) e bisogna prevedere anche i giorni di pausa (Natale, fine anno, primo dell’anno, domeniche e così via).
L’organizzazione del tempo deve essere molto meticolosa, altrimenti il piano rischia di crollare. Proprio per questo motivo vanno previste pause e imprevisti in cui lo studio salta. Sembra una cosa inutile, ma è esattamente il contrario. Quando la pianificazione è rigorosa e tiene conto anche di eventuali imprevisti, si evita di andare nel panico lanciandosi nelle classiche super immersioni per finire il programma in tempo.

Non solo, è bene prevedere anche di concludere la preparazione almeno un paio di giorni prima della data di appello. Gli ultimi giorni, infatti, andrebbero dedicati solo al ripasso e non allo studio vero e proprio.

Non studiare contemporaneamente più di due esami

Se calcoli bene i tempi da dedicare a ciascun esame, tenendo conto delle date degli appelli, puoi provare a concentrarti su due programmi alla volta. La prassi ideale sarebbe studiare una materia sola alla volta, ma è difficile attenersi a un piano di questo tipo ed essere contemporaneamente in regola con gli esami.

Per non disperdere troppo le energie e le capacità di apprendimento, meglio provare ad affrontare un massimo di due esami nello stesso momento. Basta suddividere la giornata di studio dedicando il numero di ore maggiori alla materia che richiede più applicazione. Se è possibile, sarebbe meglio evitare di alternarne le due materie in giorni diversi, vale a dire il lunedì la materia X, il martedì la materia Y, il mercoledì la materia X e così via.

La cosa più efficace per aumentare i livelli di efficienza è studiare suddividendo la giornata in compartimenti stagni in  modo da chiudere con una materia e iniziare con l’altra, intervallandole con una pausa. Per essere davvero rigenerante la pausa dovrebbe prevedere un’attività che non ha niente a che vedere con lo studio, come una passeggiata, una sessione di allenamento in palestra, un appuntamento con un amico ecc.

Organizzare gruppi di studio

La principale difficoltà della sessione invernale è la pausa di dicembre, che crea una certa distanza con l’università e fa calare la voglia di studiare. Come dare molti esami nella sessione invernale? Evitando di estraniarsi troppo dalla vita universitaria. La cosa migliore sarebbe continuare a tenere i contatti con i propri compagni di corso organizzando dei gruppi di studio anche nel periodo natalizio.

Studiare con altri colleghi velocizza l’apprendimento, facilita la comprensione dei passaggi più ostici e aiuta il ripasso grazie soprattutto all’adozione del metodo del teach to learn. Spiegare agli altri un capitolo, per esempio, implica uno sforzo di semplificazione nell’esposizione che aumenta la memorizzazione e aiuta a fare propri gli argomenti senza ripeterli in maniera pedante.  Grazie ai gruppi di studio, inoltre, è possibile gestire delle vere e proprie simulazioni degli esami. Ci si scambia il ruolo di studenti e di professori e si simula un colloquio orale. Si tratta di un metodo formidabile per velocizzare le fasi di ripasso e padroneggiare ancora meglio la materia oggetto d’esame.

Credits immagine: Elnur/DepositPhoto.com

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