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Come diventare freelance: guida pratica

Tantissimi giovani al termine del percorso di studi si domandano come diventare freelance? Le ragioni per cui la libera professione attrae sempre più persone sono diverse: l’autonomia di gestione, la flessibilità operativa, l’assenza di un capo, le prospettive di guadagno economico interessanti e così via. 

La libera professione, come suggerisce la parola stessa, determina uno stile di vita ‘libero’, totalmente svincolato dalle limitazioni e dagli obblighi che comporta la vita da dipendente. 

Attenzione, però, a non idealizzare troppo il concetto di libertà, perché per quanto si tratti di un aspetto positivo presuppone comunque un rovescio della medaglia. Lavorare come freelance comporta una serie di rischi e ostacoli che bisogna essere disposti ad affrontare. 

Cos’è un freelance: definizione

Prima di entrare nel merito dei consigli su come diventare freelance e avere successo, è d’obbligo conoscere a fondo la figura del libero professionista. 

Il termine inglese si scompone in due parole ‘free’ e ‘lance’ che, tradotti letteralmente in italiano, diventano ‘lancia libera’ o ‘lancia indipendente’. In pratica ‘soldato di ventura’. 

Non a caso il termine veniva utilizzato in epoca medievale per indicare i soldati mercenari. 

Oggi, con la parola freelance si intende una persona che lavora per sé stessa. Si tratta in pratica di un lavoratore autonomo che non è legato da contratti di dipendenza, ma che offre la propria collaborazione in qualità di fornitore o consulente esterno. 

Pur svolgendo il proprio lavoro per aziende e organizzazioni, il libero professionista gode di una propria autonomia gestionale. Ha cioè piena libertà di decidere quando, per chi e come lavorare. 

Lavorare come freelance: i settori occupazionali

In base alla propria area di specializzazione, il freelance può lavorare in qualsiasi settore del mercato, per aziende di ogni tipologia e dimensione, per organizzazioni o anche per i privati. 

Negli ultimi anni, in Italia, sono aumentati i professionisti che decidono di lavorare come freelance. 

Contestualmente, aumentano anche le realtà che scelgono la collaborazione occasionale con profili qualificati. Sono sempre più numerose cioè le aziende che si avvalgono di specifiche competenze soltanto all’occorrenza. 

Ma quali sono le professioni per cui vale la pena lavorare come freelance in Italia? Qui sotto un piccolo elenco:  

  • Consulente finanziario 
  • Fotografo e videomaker 
  • Giornalista, copywriter, content creator 
  • Consulente di marketing, esperto di digital marketing, social strategist 
  • Sviluppatore di software e consulente informatico
  • Interprete e traduttore 
  • Consulente del lavoro 
  • Architetto e designer di interni 

Un altro motivo per il quale il freelance si è diffuso nel nostro Paese è identificabile nelle recenti modifiche legislative.

La procedura per l’apertura della partita IVA, ad esempio, è stata notevolmente snellita. Inoltre, grazie all’introduzione del regime forfettario anche chi si approccia per la prima volta alla libera professione ha la possibilità di avviare l’attività riducendo al minimo i rischi.
Regimi fiscali agevolati e specifiche tutele hanno quindi reso l’attività freelance particolarmente allettante.

Freelance come funziona? I vantaggi

Solitamente, l’aspetto che motiva più di ogni altro a lavorare come freelance è l’assenza di un capo, di un datore di lavoro che detta tempi e modalità operative. 

Il freelance è il capo di sé stesso, per cui ha piena autonomia gestionale e operativa. 

Un altro aspetto, per cui in tanti decidono di intraprendere la libera professione, è l’assenza di vincoli di orario. Non esistono orari di entrata o di uscita e il libero professionista può decidere la propria giornata tipo in base al lavoro da svolgere, agli impegni e alle preferenze personali. 

Attenzione, però, a non fraintendere il concetto. 

Non avere vincoli di orario non significa lavorare di meno, ma semplicemente avere la possibilità di gestire i ritmi in maniera autonoma e flessibile. Lavorare da freelance significa adattare le giornate ai progetti in corso, senza dover sottostare a direttive di capi e responsabili. 

Fatturare rappresenta il presupposto fondamentale per mantenere una partita iva e, di conseguenza, il lavoratore freelance spesso lavora anche più di otto ore al giorno. 

Dal punto di vista della mole di lavoro, la libera professione non conosce limiti. É possibile, infatti, lavorare a più progetti contemporaneamente, purché si riesca a garantire al cliente qualità e precisione. 

Gli altri vantaggi sono:  

  • le ferie, che non dipendono da alcun piano aziendale ma dalle preferenze personali e dal rispetto degli impegni presi 
  •  il taglio dei costi degli spostamenti per raggiungere la sede di lavoro 
  •  i guadagni potenzialmente più alti di quelli di un dipendente
  • le maggiori possibilità di crescita personale e professionale

Le difficoltà del lavoratore freelance

La vita di un freelance non è tutta ‘rose e fiori’ come potrebbe sembrare. 

Al di là degli aspetti positivi e degli innegabili vantaggi, la strada di un libero professionista è tutt’altro che in discesa. Per quanto possa essere preparato e abile nel gestire il proprio business, il lavoratore freelance deve fare i conti con una serie di variabili e difficoltà. 

Il primo ostacolo è la clientela. 

La condizione di ritrovarsi senza clienti è piuttosto ricorrente, soprattutto in alcuni momenti dell’attività. 

All’inizio, quando ci si affaccia sul mercato in qualità di perfetti sconosciuti, bisogna sgomitare per emergere e farsi notare. In questi frangenti di avvio dell’attività, è normale avere difficoltà a trovare clienti.  

Solitamente, durante la fase iniziale l’entusiasmo di parenti, amici e conoscenti innesca il famoso ‘passaparola’, ossia quella sorta di promozione spontanea e gratuita che genera contatti/clienti. 

Bisogna evitare, però, di adagiarsi perché prima o poi quei contatti/clienti generati dal passaparola finiscono. Diventa cioè prioritario identificare nuove fonti di contatti ai quali proporre i propri servizi. 

Per un freelance è fondamentale mantenere il flusso di clienti sempre costante. 

Un’altra difficoltà notevole riguarda la gestione del tempo. 

Per lavorare come libero professionista c’è bisogno di organizzazione, ottimizzazione dei tempi e precisione. 

Non avendo un orario da rispettare o un superiore al quale dar conto del proprio operato, si potrebbe essere indotti a procrastinare e ad accumulare lavoro, ritrovandosi prima o poi a dover affrontare periodi di grande difficoltà. 

Infine, un aspetto che viene sottovalutato è la gestione autonoma di tutti gli aspetti fiscali e burocratici legati alla libera professione.  

Come diventare freelance: dritte e consigli pratici

Cerchiamo ora di capire come diventare freelance, ovvero quali sono i passi da fare e gli errori da evitare.

Gestire la burocrazia

Espletare l’iter burocratico previsto a livello normativo per esercitare la libera professione è il primissimo step da compiere per essere in regola e non incorrere in sanzioni.

È necessario quindi aprire la partita iva, recandosi personalmente presso l’Agenzia delle Entrate oppure affidandosi a un professionista esperto.

Successivamente si procede con l’iscrizione all’INPS (gestione separata), un adempimento essenziale per il pagamento dei contributi pensionistici.

Impresa individuale o libera professione?

Prima di procedere con gli adempimenti burocratici, ogni lavoratore freelance deve scegliere la propria forma giuridica da cui dipende il regime fiscale e contributivo. Le opzioni sono due:  

  • Impresa individuale – formula adatta ad artigiani e commercianti 
  • Libera professione – formula indicata per tutti i lavoratori cosiddetti di concetto come avvocati, consulenti, architetti, giornalisti e così via 

I primi devono iscriversi al registro delle imprese, mentre i secondi devono iscriversi al proprio albo di categoria. Esistono anche i liberi professionisti senza albo come i copywriter, i web designer, i consulenti d’impresa e così via. Questi ultimi sono tenuti all’iscrizione alla gestione separata dell’INPS. La gestione separata è a tutti gli effetti un fondo pensionistico, che consente a un lavoratore freelance di ottenere le stesse prestazioni degli altri lavoratori italiani (pensione di anzianità, pensione di reversibilità, assegni di invalidità ecc.)

Credits: maxkabakov / Depositphotos.com

Farsi conoscere (personal branding)

La fase più complessa per un freelance è quella iniziale, ossia quella in cui deve farsi conoscere per acquisire clienti. 

Per chi parte da zero si tratta di impostare un’efficace strategia di personal branding, ovvero una serie di attività finalizzate a rendere riconoscibile il proprio nome/brand. 

Per iniziare a lavorare come libero professionista devi tradurre la tua idea in lavoro. Devi cioè costruire il tuo progetto come freelance, facendo chiarezza su:  

  • competenze 
  • servizi 
  • valori 
  • caratteristiche che ti differenziano dai competitor  

Tutti questi aspetti ti definiscono come professionista e ti aiutano a costruire la tua immagine, vale a dire il tuo personal branding, che potrai pubblicizzare usando i canali digitali.  

Internet ti consente di gestire gratuitamente, o anche attraverso annunci sponsorizzati, l’attività ‘promozionale’. In questo modo, ogni lavoratore freelance costruisce la propria identità e crea una rete di clienti e potenziali clienti. 

Ma come fare? Ecco, alcuni suggerimenti:  

  • realizza un sito web e delle pagine social curate e continuamente aggiornate 
  • lancia un blog tematico. I blog rientrano tra gli strumenti che permettono di farsi conoscere e apprezzare professionalmente, a patto che contengano informazioni e contenuti attuali 
  • interagisci nelle community di settore – scrivi post, rispondi alle domande e mostra così la tua professionalità

Dopo la fase di avvio e dopo aver accumulato un po’ di esperienza, la promozione migliore scaturisce in maniera del tutto naturale dalla qualità del lavoro svolto. 

Clienti soddisfatti e passaparola innescano un’attività promozionale del tutto gratuita, sia online che offline. 

Promuoversi mirando al proprio target ideale di clienti

Ogni servizio lanciato e pubblicizzato sul mercato ha un proprio target di clienti, ovvero una clientela potenziale. 

Qualunque sia il settore di operatività, per avere successo è indispensabile conoscere a fondo il target al quale ci si rivolge. Per poter attrarre nuovi clienti, quindi, bisogna analizzare le loro esigenze, le loro abitudini e le loro caratteristiche. 

Come diventare un freelance con una clientela in crescita? Stabilendo una precisa strategia promozionale.

Se il canale principale di promozione è quello digitale, allora la comunicazione diventa vincente quando è in grado di colpire e convincere l’utente, rispondendo a un suo bisogno. Per questo è importante conoscere il proprio target.

In realtà, la promozione online presuppone anche una buona keyword research, ossia una buona ricerca di parole chiave. 

Cosa significa? Si tratta di individuare, attraverso appositi strumenti, le parole chiave più digitate sui motori di ricerca dagli utenti che hanno bisogno di un particolare servizio. Quegli utenti sono i futuri potenziali clienti del lavoratore freelance.  

La ricerca di parole chiave permette cioè di strutturare strategie efficaci attraverso la creazione di contenuti mirati, realizzati ad hoc per il target di riferimento. 

Curare la reputazione online

Abbiamo parlato in precedenza di ‘personal branding’ ossia delle attività finalizzate a creare l’identità del professionista. 

La creazione dell’identità è uno step fondamentale per farsi conoscere, ma non è un punto di arrivo, a differenza di quello che potrebbe sembrare 

Una volta comunicata all’utenza l’esistenza del proprio servizio, il lavoratore freelance deve essere abile nel curare tutti i canali promozionale, da Google fino ad arrivare ai social network. 

È importante curare con professionalità le pagine Facebook e i profili Instagram, ottimizzando i contenuti sia visuali che testuali. I social, infatti, devono fornire informazioni utili all’utenza e, contemporaneamente, dare la giusta immagine dell’attività. 

Oggi, i social rappresentano molto più di uno strumento informativo, in quanto consentono di interagire in tempo reale con il pubblico e di fornire assistenza laddove richiesta. 

Allo stesso modo è importante monitorare costantemente ciò che viene detto in rete: recensioni, commenti e qualunque altra tipologia di informazione che circola sul web in merito al proprio nome. 

Interagire con i clienti, rispondere alle critiche e moderare eventuali recensioni negative rientrano tra le attività indispensabili per dimostrare disponibilità e professionalità. 

Anche il sito, o l’eventuale blog, devono essere oggetto di costante attenzione da parte del libero professionista. Un’attenzione che deve essere rivolta sia alla parte contenutistica che a quella funzionale. 

Informazioni non aggiornate, contenuti statici, un sito non ottimizzato per i dispositivi mobili, eccessiva lentezza nel caricamento delle pagine o delle immagini, scarsa intuitività di navigazione: questi sono alcuni dei motivi per i quali l’utente potrebbe scegliere di abbandonare il sito, senza neppure leggerne il contenuto. 

Ecco perché la decisione di essere presenti online deve essere accompagnata dalla consapevolezza che la brand reputation è un’attività impegnativa, che richiede una gestione costante e attenta. 

Pianificare e organizzare il lavoro

Lavorare come freelance non significa lavorare di meno. Al contrario, nella maggior parte dei casi significa lavorare di più, ma con la differenza che i sacrifici fatti ritornano in termini economici e di gratificazione personale. 

La professionalità, la serietà e la puntualità sono i requisiti imprescindibili per essere considerati professionisti, per costruire una rete di clienti soddisfatti e per innescare quel famoso passaparola che porta nuovi clienti. 

Non avendo un capo che detta ritmi e modalità di lavoro, bisogna essere abili nell’organizzarsi autonomamente ottimizzando tempi e risorse. 

In pratica è necessario pianificare in maniera dettagliata il lavoro, definendo priorità e scadenze. 

Essere freelance significa anche proporre ai clienti contratti in cui si definiscono le tempistiche di consegna del lavoro. I tempi si stabiliscono con il cliente, ma possono essere oggetto di trattativa. É giusto andare incontro alle richieste, ma, in un’ottica di perfetta ottimizzazione del lavoro, il freelance può considerare i tempi uno degli aspetti su cui trattare.  

Selezionare i clienti

Uno degli errori più comuni, commessi soprattutto da chi si approccia per la prima volta alla libera professione, è quello di accettare indistintamente tutti i clienti. 

Travolto dall’entusiasmo e dalla necessità di fatturare, il freelance tende a prendere in carico qualsiasi richiesta, senza un minimo di valutazione. 

Per quanto possa sembrare assurdo bisogna saper dire ‘no’. Bisogna rinunciare a quelle richieste che per vari motivi non possono essere assecondate. 

Valutare con attenzione il cliente e la relativa richiesta è un passaggio fondamentale per non ritrovarsi coinvolti in situazioni difficili da risolvere. 

Diventare libero professionista: la specializzazione

Concludiamo con un aspetto che può rappresentare la svolta per il successo: la specializzazione, chiaramente nel settore nel quale si intende operare. Per affermarsi è cioè indispensabile essere un esperto competente in un determinato campo. 

Tra l’altro, per diventare un freelance è fondamentale acquisire una preparazione multidisciplinare, che includa tra le varie competenze le skills necessarie per utilizzare gli strumenti digitali. 

Il mercato formativo propone numerosi percorsi di specializzazione. Come abbiamo visto nel paragrafo dedicato ai settori di impiego più gettonati dai freelance, quello digitale non è affatto da trascurare. Se aspiri a lavorare come libero professionista, il marketing online è senza dubbio un campo su cui puntare.  

L’Università Niccoò Cusano ha attivato un master in digital marketing, il cui obiettivo consiste nel fornire ai corsisti le competenze e gli strumenti operativi per impostare efficaci strategie di marketing online. 

Ecco nel dettaglio il programma, con le relative materie approfondite: 

  • Elementi di marketing
  • Seo: motori di ricerca, ottimizzazione onsite e KPI
  • Offsite Seo: dalla audit alla ideazione di una campagna di link building
  • Destination Marketing: strategie e nuovi canali per promuovere il territorio (tra social media, content marketing e influencer marketing)
  • Search Engine Marketing: fare pubblicità sui motori di ricerca. Adwords, Bing, remarketing e altri strumenti dell’outbound marketing
  • Programmatic Advertising: DSP e Audience Buying
  • Social Media Marketing: fare pubblicità sui canali social Facebook, Instagram e altri
  • Content marketing: scrivere per il web
  • Influencer marketing: come creare una strategia di successo
  • Web usability, architettura e Strategy
  • Analytics: definizione dei KPI, obiettivi e monitoraggio
  • Comunicazione istituzionale: il caso della comunicazione sanitaria durante l’emergenza Covid

Completano il programma una serie di workshop di approfondimento su argomenti come l’inbound marketing, il marketing automation e le nuove strategie digitali per Lead generation ed e-commerce. 

Al fine di verificare il livello di comprensione delle materie studiate, sono previsti anche numerosi case study e test pratici di analisi SEO. 

Tra i plus del master segnaliamo la pratica modalità formativa e-learning, che consente di seguire le lezioni online, senza l’obbligo di dover presenziare in aula in giorni e in orari prestabiliti. 

Attraverso una piattaforma telematica di ultima generazione, il corsista ha libero accesso a tutto il materiale didattico, in formato digitale (e-book, slides, appunti e video in streaming delle lezioni ecc.) 

L’accesso alla piattaforma non prevede limiti o vincoli di orario. Ognuno può cioè scegliere autonomamente quando e dove studiare. 

Per chi è interessato al master in Digital marketing Unicusano il costo è di 2.700,00 euro, da corrispondere in 4 rate. 

Per i laureati Unicusano e per i laureati da meno di 24 mesi è prevista una quota di iscrizione ridotta pari a 2.500,00 euro, anch’essa da suddividere e corrispondere in 4 rate. 

Ora sai tutto su cosa si intende per attività freelance, come funziona e quali sono gli step per intraprendere la strada della libera professione. 

Se desideri ricevere maggiori informazioni sul master online Unicusano e sulle relative modalità di iscrizione non esitare a contattare il nostro staff attraverso il form online che trovi cliccando qui!

Credits: focuspocusltd / Depositphotos.com

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