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Memoria a lungo termine: cos’è e come allenarla

La memoria a lungo termine (MLT) può essere considerata come una sorta di magazzino presente nel nostro cervello. Grazie a questa risorsa, possiamo immagazzinare informazioni e ricordi per un tempo che varia da pochi minuti a decenni.

Siamo in possesso di diverse tipologie di memoria: per Atkinson e Shiffrin (1968) ne esistono ben tre:

  • Memoria sensoriale;
  • Memoria a breve termine;
  • Memoria a lungo termine.

Di questo, però, discuteremo meglio nei prossimi paragrafi. In questa guida, infatti, ti spiegheremo come migliorare la memoria attraverso esercizi e strumenti come, ad esempio, le mappe mentali.

Non solo: ti daremo la definizione di memoria a lungo termine e a breve termine, chiarendo le differenze tra le due risorse. Sei pronto? Iniziamo subito.

Info e consigli su come migliorare la memoria

Dove risiede la memoria a lungo termine? Come funziona? A queste e molte altre domande risponderemo nella nostra guida.

Cos’è la memoria a lungo termine

Ti sei mai chiesto come fai a ricordare, a distanza di anni, certe nozioni di geografia o, banalmente, nome e cognome delle tue insegnanti delle scuole elementari? Bene, in quel momento stai utilizzando la tua memoria a lungo termine.

Ma proviamo a dare una definizione più precisa di questa risorsa, situata proprio nel nostro cervello. Come abbiamo accennato, per memoria a lungo termine intendiamo quella memoria che ha una durata variabile da qualche minuto a decenni.

Si tratta di una sorta di “magazzino“, in cui racchiudiamo tutte le informazioni che ci servono. Paragonando il sistema cognitivo a un computer, la memoria a lungo termine è come un hard disk o un DVD: essa, infatti, racchiude informazioni per un lasso di tempo che supera il momento e che, potenzialmente, dura fino alla morte.

Tipi di memoria

Come abbiamo detto, la memoria non è tutta uguale, ma è classificabile in diverse tipologie. Iniziamo col dire che, nel cervello, esistono due diversi metodi di immagazzinare informazioni per generare quella che noi chiamiamo “memoria”: il Potenziamento a lungo termine e il Potenziamento a breve termine.

La memoria a breve termine (MBT), definita anche memoria primaria o attiva, è quella parte di memoria in grado di conservare una piccola quantità di informazioni chiamata span (tra i 5 e i 9 elementi, Miller 1956) per una durata di 20 secondi circa. Come vedi, tale definizione è in netta contrapposizione con la memoria a lungo termine,che richiede più tempo e ha una durata decisamente differente.

La struttura cerebrale principale coinvolta nella memoria è la formazione dell’ippocampo. 

Volendo riassumere, secondo gli esperti, la memoria può essere classificata in:

  • Memoria a lungo termine
  • Memoria a breve termine
  • Memoria sensoriale, ossia legata all’impiego dei sensi come la vista e l’udito.

Memoria dichiarativa e memoria procedurale: cosa sono

La distinzione che abbiamo appena visto è solo un aspetto della classificazione della memoria. Entrando nello specifico e parlando di memoria a lungo termine, gli studiosi usano suddividerla in due categorie:

  • Memoria dichiarativa
  • Memoria procedurale.

La memoria dichiarativa fa riferimento a tutte quelle conoscenze esprimibili a parole che si hanno sul mondo, come ad esempio la posizione dei mobili nel salotto di casa tua, mentre quella procedurale al contrario non è verbalizzabile e riguarda il compiere un’azione.

La memoria dichiarativa si suddivide, a sua volta, in altre sottocategorie:

  • Memoria semantica, che fa riferimento alle conoscenze generali sul mondo esterno, ad esempio tutto quello che puoi sapere sulla foresta amazzonica;
  • Memoria episodica, legata a episodi specifici, come ad esempio la guerra del Vietnam;
  • Memoria autobiografica, relativa ad episodi della vita della persona che li rievoca, come ad esempio la nascita di un figlio;
  • Memoria prospettica, che riguarda episodi e situazioni che avverranno in un futuro più o meno lontano, ad esempio scadenza di una bolletta, la data di un esame imminente e così via.

Migliora la memoria: esercizi e allenamento

Ora che abbiamo visto qualche informazione in più sulla memoria, passiamo a tutti gli esercizi che possono esserti utili per allenare il cervello e mantenere salda la tua capacità di immagazzinare informazioni.

Come avrai capito, la memoria è fondamentale anche nello studio, perché ti permette di ricordare a lungo ciò che hai appreso durante il tuo percorso universitario.

Si pensa spesso che, con l’avanzare degli anni, le capacità mnemoniche vengano inevitabilmente alterate. In realtà, il cervello può essere allenato: grazie agli esercizi giusti e ad uno stile di vita sano, i risultati saranno solidi e ben visibili.

Inoltre, il nostro cervello gode di una speciale capacità di adattamento e cambiamento, anche in età avanzata: la “neuroplasticità”. Con questo termine intendiamo dire che, attraverso alcuni stimoli, è possibile “insegnare” al cervello a creare nuovi percorsi neurali e modificare le connessioni esistenti.

Ma come fare per allenare il cervello e rafforzare la memoria? Ecco un insieme di best practice e di esercizi utili per lavorare sulla tua memoria.

Fai movimento

L’esercizio fisico è un toccasana per il tuo corpo, ma anche per il cervello. Grazie al movimento, infatti, l’apporto di ossigeno al cervello aumenta, riducendo il rischio di disturbi che portano alla perdita di memoria, come il diabete e le malattie cardiovascolari.

L’esercizio fisico può anche aumentare gli effetti benefici di alcune sostanze chimiche cerebrali e proteggere le cellule cerebrali.

Dormi bene

Il riposo è fondamentale per migliorare le tue capacità mnemoniche. Se ti stai chiedendo come migliorare la memoria, allora sappi che se non dormi bene e in quantità sufficiente, il tuo cervello potrebbe risentirne.

Secondo diversi studi, la correlazione sonno-memoria è più che consolidata: un buon sonno aiuta a rafforzare la memoria e ad abbassare i livelli di stress.

Coltiva relazioni

A detta di molti studiosi, non c’è esercizio migliore per il cervello che curare relazioni interpersonali. Conoscere nuove persone aiuta a stimolare il cervello e, oltre a questo, ne guadagnerà anche la tua sfera emotiva.

Detto questo, cogli l’occasione per organizzare un pomeriggio di studio insieme ai tuoi colleghi di corso e stringi nuove amicizie in biblioteca.

Fai mappe mentali

Le mappe mentali aiutano molto a mettere per iscritto tutto ciò che si sviluppa nel tuo cervello. Fai mappe mentali e scrivi tutto ciò che ti viene in mente riguardo un’idea o un progetto.

In questo modo, allenerai il tuo cervello e arriverai con più facilità a raggiungere i tuoi obiettivi accademici (e non solo).

LEGGI ANCHE – Tecniche di studio: ecco cos’è una mappa concettuale

Punta sull’alimentazione

Una dieta sana è alla base della salute fisica e mentale. Ci sono alcuni alimenti che aiutano il cervello mantenersi sano, soprattutto frutta, verdura, cereali integrali, grassi “sani” e proteine.

In particolare, gli Omega-3 sono utilissimi per rafforzare la memoria a lungo termine e potenziare l’apprendimento. Questo acido grasso essenziale è presente in molti pesci come il salmone e il tonno.

Frutta e verdura non dovrebbero mai mancare nella dieta di uno studente: sono ricche di antiossidanti, le sostanze che proteggono le cellule cerebrali.

Per quanto riguarda le bevande, il the verde è ricco di polifenoli, potenti antiossidanti che proteggono dai radicali liberi, i principali responsabili dell’invecchiamento dell’organismo e delle cellule cerebrali.

Riduci lo stress

Lo stress è nemico del tuo benessere mentale. Liberati delle fonti di stress e dedicati a nuove attività, che rompano gli schemi e che ti diano nuovi stimoli.

Per ridurre lo stress in modo significativo puoi dedicarti ad attività come la meditazione. Diversi studi dimostrano che coloro che meditano regolarmente hanno una maggiore attività nella corteccia prefrontale sinistra, una zona del cervello associata ai sentimenti di gioia e di serenità.

Oltre a questo, la meditazione aumenta lo spessore della corteccia cerebrale e favorisce le connessioni tra i neuroni, il che aumenta il potenziale della memoria a lungo termine.

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