Università | 05 Aprile 2025
Ingegnere biomedico: cosa fa, quali sono gli esami che caratterizzano questo percorso di studi, quanto guadagna?

Ingegnere biomedico: cosa fa, quali sono gli esami che caratterizzano questo percorso di studi, quanto guadagna?

Immagina una professione che unisce la passione per la tecnologia con l’impegno verso il benessere umano, creando soluzioni che trasformano la medicina e migliorano la vita delle persone. Stiamo parlando della medicina biomedica, il cui protagonista, l’ingegnere biomedico, progetta e sviluppa dispositivi e sistemi innovativi per il settore sanitario, dalla realizzazione di protesi all’avanguardia alla progettazione di impianti ospedalieri.

Ma cosa significa davvero essere un ingegnere biomedico? Quali sono le competenze necessarie per intraprendere questo percorso e come si sviluppa la formazione accademica? E, soprattutto, quanto può guadagnare un professionista in questo campo in crescita?

Chi è e cosa fa l’ingegnere biomedico

L’ingegnere biomedico è un professionista che unisce competenze tecniche proprie dell’ingegneria con una profonda conoscenza del corpo umano e delle necessità cliniche. Il suo compito principale è progettare e sviluppare soluzioni tecnologiche per la medicina, contribuendo al miglioramento della qualità della vita dei pazienti e all’efficienza del sistema sanitario.

Questa figura lavora alla realizzazione di dispositivi diagnostici come elettrocardiografi, risonanze magnetiche e TAC, ma anche di apparecchiature terapeutiche come pacemaker, pompe infusionali o strumenti per la dialisi. L’ingegnere biomedico è anche protagonista nella progettazione di protesi articolari, esoscheletri per la riabilitazione e materiali impiantabili biocompatibili, fino ad arrivare a campi emergenti come la stampa 3D di tessuti e organi o la robotica chirurgica.

Nel contesto ospedaliero, può occuparsi della manutenzione e della gestione del parco tecnologico, assicurando che tutte le apparecchiature rispettino gli standard di sicurezza e funzionino correttamente. In ambito clinico e industriale, lavora a stretto contatto con medici, fisioterapisti, tecnici e ricercatori, fungendo da ponte tra le esigenze sanitarie e le soluzioni ingegneristiche.

Le competenze tecniche e interdisciplinari dell’ingegnere biomedico

Il cuore della bioingegneria è l’interdisciplinarità. L’ingegnere biomedico è chiamato a muoversi con agilità tra più mondi, a partire da quello dell’elettronica, utile per progettare circuiti e sensori in grado di acquisire segnali fisiologici, come il battito cardiaco o l’attività cerebrale.

La meccanica entra in gioco quando si progettano strumenti chirurgici, protesi, esoscheletri o impianti ortopedici, mentre la conoscenza della biologia e della fisiologia è indispensabile per comprendere come queste tecnologie interagiscono con l’organismo umano. Anche l’informatica è una componente chiave: non solo per sviluppare software di supporto diagnostico o gestionali clinici, ma anche per elaborare immagini mediche e costruire modelli virtuali di organi o processi biologici.

La padronanza dell’ingegneria dei materiali è necessaria per selezionare quelli adatti all’uso interno nel corpo, evitando reazioni immunitarie o tossicità. Infine, l’analisi dei dati e l’utilizzo di algoritmi di machine learning rappresentano oggi competenze sempre più richieste, specialmente nella medicina predittiva e personalizzata.

Percorso universitario ed esami caratterizzanti

Sai che puoi conseguire una laurea in ingegneria biomedica direttamente da casa?

Se sogni una carriera in ingegneria biomedica, l’Università Niccolò Cusano ti offre l’opportunità di intraprendere il Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale – Curriculum Biomedico, un percorso innovativo che combina la formazione teorica di alto livello con applicazioni pratiche reali, preparandoti a progettare e realizzare impianti e sistemi biomedicali all’avanguardia.

La vera forza di questo corso sta nella sua flessibilità: puoi studiare comodamente da casa grazie alla modalità online, senza rinunciare a una formazione completa e approfondita. Se desideri un’esperienza ancora più immersiva, hai la possibilità di partecipare a lezioni in presenza presso il campus Unicusano, avendo così il meglio di entrambi i mondi: la comodità dello studio remoto e la vivacità dell’università.

Il piano di studi è pensato per offrirti una preparazione solida e multidisciplinare. Nel primo anno, acquisirai le basi fondamentali di matematica, fisica e chimica, per costruire le competenze necessarie a comprendere e analizzare i sistemi complessi. Il secondo anno ti introdurrà alle materie più specifiche dell’ingegneria, come termodinamica applicata, meccanica, elettronica e biochimica, per sviluppare un know-how tecnico che ti permetterà di lavorare in ambienti avanzati e ad alta tecnologia.

Nel terzo anno, il focus sarà completamente biomedico: affronterai temi come biomateriali, ingegneria tessutale, impianti ospedalieri e modellazione biomeccanica, che ti forniranno le competenze per progettare soluzioni tecnologiche avanzate e innovative per il settore sanitario. Avrai anche l’opportunità di arricchire la tua formazione con un tirocinio pratico e corsi a scelta che ti permetteranno di specializzarti ulteriormente.

L’offerta Unicusano rappresenta una vera e propria opportunità di crescita, combinando una preparazione tecnica di eccellenza con la libertà di studiare quando e dove vuoi. Con un percorso di studi così dinamico e completo, sarai pronto a entrare in un settore in continua evoluzione, pronto a cambiare la vita delle persone con le tue soluzioni innovative.

Quanto guadagna un ingegnere biomedico?

Lo stipendio di un ingegnere biomedico può variare in modo significativo in base a diversi fattori, come l’esperienza accumulata, il settore di impiego e l’area geografica in cui lavora.

Un neolaureato inserito in una realtà aziendale o in un centro di ricerca può aspettarsi una retribuzione netta mensile che si aggira tra i 1.300 e i 1.600 euro. Le prime posizioni spesso includono ruoli tecnici legati alla manutenzione di dispositivi o all’assistenza tecnica in ambito clinico.

Con cinque o dieci anni di esperienza, lo scenario cambia: il professionista può assumere responsabilità di coordinamento, lavorare nella progettazione avanzata o nel settore regolatorio, raggiungendo stipendi netti mensili che oscillano tra i 2.000 e i 2.800 euro.

Per i profili senior, in particolare quelli che ricoprono ruoli gestionali, di project management o di ricerca e sviluppo all’interno di multinazionali o startup tecnologiche, le cifre possono superare anche i 3.500 euro netti al mese.

È importante sottolineare che il settore pubblico, come gli ospedali o le ASL, tende ad offrire retribuzioni inferiori rispetto al settore privato, anche se può garantire maggiore stabilità contrattuale. Inoltre, le opportunità di crescita economica sono più marcate nel Nord Italia e nelle grandi città, dove l’industria biomedicale è maggiormente sviluppata e connessa a centri di ricerca di eccellenza.

Le opportunità offerte dalle tecnologie biomediche emergenti

L’ingegneria biomedica è un settore in continua evoluzione, spinto da innovazioni che stanno trasformando radicalmente il mondo della salute. Tra le tecnologie emergenti più promettenti, i dispositivi intelligenti stanno giocando un ruolo essenziale: grazie a sensori avanzati e connettività, questi dispositivi consentono il monitoraggio remoto dei pazienti, migliorando la gestione delle malattie croniche e la personalizzazione dei trattamenti. Pensiamo, ad esempio, agli indossabili che permettono di monitorare parametri vitali in tempo reale, o ai dispositivi medici intelligenti che possono interagire direttamente con i sistemi sanitari, garantendo un’assistenza continua e personalizzata.

Un altro ambito che sta cambiando radicalmente il panorama biomedico è la stampa 3D, che sta rendendo possibili innovazioni straordinarie come la produzione di protesi personalizzate, tessuti biologici e addirittura organi artificiali.

In questo scenario, l’ingegnere biomedico del futuro avrà il compito di integrare queste tecnologie avanzate, sviluppando soluzioni che possano rispondere alle esigenze sanitarie del futuro. Il settore offre numerose opportunità, dalla telemedicina alla robotica chirurgica, dalla nanotecnologia alla biotecnologia, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone e di affrontare le sfide globali legate alla salute. L’ingegnere biomedico sarà chiamato a progettare e realizzare sistemi e dispositivi che possano davvero fare la differenza nel mondo della medicina, portando innovazioni che cambieranno il nostro modo di vivere e curarci.

Credits: angellodeco/DepositPhotos.com

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