Didattica | 16 Marzo 2024
ITP: che cosa fa e come diventarlo?

ITP: che cosa fa e come diventarlo?

Se hai l’obiettivo di intraprendere la carriera di insegnante tecnico-pratico (ITP), in questo articolo ti forniremo una guida esaustiva su questo settore, analizzando attentamente le domande più frequenti che circolano in rete riguardo a questa figura tanto rilevante per il sistema educativo.

L’ITP rappresenta un pilastro fondamentale all’interno delle istituzioni scolastiche, contribuendo in modo significativo alla formazione degli studenti. Ma chi è davvero un insegnante tecnico-pratico e quali sono le sue responsabilità?

L’acronimo ITP si riferisce ai docenti impiegati principalmente nelle scuole professionali e negli Istituti Tecnici. Contrariamente alla percezione diffusa, non è semplicemente un assistente del docente teorico, ma una figura autonoma responsabile della gestione delle attività pratiche e di laboratorio specifiche per ogni indirizzo di studio.

Oltre alla conduzione delle lezioni, gli ITP si occupano anche di compiti amministrativi, quali i consigli di classe e gli scrutini. La loro presenza è essenziale per integrare la formazione concettuale con esperienze concrete, preparando gli studenti al mondo del lavoro con competenze reali e spendibili.

Docente ITP: requisiti e nuove normative

Con l’evolversi delle normative e delle riforme nel sistema educativo, si delineano nuovi parametri e aggiornamenti che impattano direttamente sulla carriera degli Insegnanti Tecnico-Pratici (ITP). Fino a oggi, l’ingresso nella professione di docente ITP richiedeva come prerequisito il conseguimento del diploma di istruzione secondaria superiore. Tuttavia, è opportuno precisare che il diploma richiesto non è semplicemente un titolo di studio generico, ma deve essere ottenuto presso un Istituto Tecnico o Professionale.

In particolare, tra i requisiti per accedere alla professione di docente ITP, sono considerati solo alcuni attestati specifici, dettagliati nella tabella B allegata al DPR 19/2016 e valgono fino al 31 dicembre 2024. Una delle novità più significative è stata introdotta con la cosiddetta Riforma Bianchi sul reclutamento e la formazione del personale docente.

Durante questa fase transitoria, gli ITP rappresentano l’unica categoria esentata dal requisito dei 24 CFU (Crediti Formativi Universitari) necessari per partecipare ai concorsi scuola. Va sottolineasto che questa dispensa è valida solamente per coloro che hanno ottenuto i CFU entro il 31 ottobre 2022.

Dal 2025, i docenti ITP dovranno affrontare nuove sfide in termini di requisiti per accedere ai concorsi scuola. Oltre al possesso di una triennale in linea con la classe di concorso prescelta. Per tutti gli ITP che desiderano partecipare ai concorsi scuola banditi dopo il 31 dicembre 2024, sarà necessario conseguire una laurea abilitante all’insegnamento, seguendo le modalità previste dai 60 CFU indicati dalla riforma. Questo implica un impegno ulteriore da parte degli attuali e futuri docenti, che dovranno prepararsi adeguatamente per soddisfare le nuove prerogative normative.

Concorso ITP per la scuola secondaria 2024

Il 9 gennaio è stato il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso per la scuola secondaria. Adesso, c’è grande attesa per conoscere le date ufficiali delle prove scritte, un passaggio cruciale per gli aspiranti docenti ITP. Durante questa fase, saranno testate le conoscenze e le competenze dei partecipanti, stabilendo chi avrà la possibilità di avanzare alla fase successiva del concorso.

La prova scritta si presenta come un banco di prova completo delle conoscenze e delle competenze dei candidati in ambiti fondamentali dell’insegnamento. Ecco come è strutturata:

  • Quaranta quesiti a risposta multipla concentrati sull’accertamento delle conoscenze e delle competenze pedagogiche, psicopedagogiche e didattico-metodologiche. Di questi, dieci riguardano l’ambito pedagogico, mentre quindici sono dedicati all’ambito psicopedagogico, comprendendo anche gli aspetti legati all’inclusione. I restanti quindici si focalizzano sull’ambito metodologico-didattico, includendo anche gli aspetti relativi alla valutazione.
  • Cinque quesiti a risposta multipla sulla conoscenza della lingua inglese, valutati secondo il livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. Questa sezione mira a valutare la padronanza della lingua inglese, sempre più importante nell’ambito dell’istruzione e della didattica.
  • Cinque quesiti a risposta multipla sulle competenze digitali, incentrati sull’utilizzo didattico delle tecnologie e dei dispositivi multimediali per migliorare l’apprendimento. Questa parte della prova mira a valutare la capacità dei candidati di integrare in modo efficace gli strumenti digitali nel processo di insegnamento.

Affrontare la prova scritta con successo e avanzare alla fase orale richiede ai candidati di ottenere un punteggio minimo di 70/100. Indubbiamente una sfida notevole, considerando che i quesiti trattano una vasta gamma di argomenti fondamentali per diventare un insegnante qualificato.

Credits: Milkos / Depositphotos.com

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