Master | 25 Giugno 2022
Infermiere pediatrico: cosa fa, mansioni e stipendio

Infermiere pediatrico: cosa fa, mansioni e stipendio

Il settore sanitario infantile presuppone la sinergia di numerose e varie professionalità come medici, infermieri, tecnici, biologi, chimici, farmacisti e psicologi.
In questo articolo ci focalizzeremo sull’infermiere pediatrico e sulle sue mansioni.

Analizzeremo, nel corso dei prossimi paragrafi, una professionalità estremamente importante per quanto riguarda l’assistenza ai pazienti in età evolutiva, ovvero l’assistenza destinata ai bambini malati.

Infermiere pediatrico: chi è e cosa fa

La figura professionale dell’infermiere pediatrico nasce col nome ‘vigilatrice d’infanzia’ e inizia ad essere regolamentata a partire dal 1940.

L’attuale denominazione risale al 1997, anno in cui viene emanato il Decreto Ministeriale (n. 70 del 17 gennaio) che individua, definisce e regolamenta la professionalità:

“È individuata la figura professionale dell’infermiere pediatrico con il seguente profilo: l’infermiere pediatrico è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’Albo professionale è responsabile dell’assistenza infermieristica pediatrica.

L’infermiere pediatrico è un profilo che rientra nelle ‘figure sanitarie’; è un infermiere a tutti gli effetti che si occupa di pazienti in età evolutiva, ovvero si occupa di bambini.

Le mansioni

In linea generale gli infermieri dei bambini si occupano di prevenzione delle malattie e di fornire assistenza ai malati in età evolutiva.

L’attività di un professionista consiste nell’individuare i bisogni dei pazienti e assecondarli attraverso la pianificazione di interventi efficaci.

L’infermiera pediatrica svolge le proprie mansioni in sinergia con i medici, gli operatori sanitari e sociali.

Nell’ambito della sua attività il profilo in questione deve prestare attenzione ad una serie di fattori non strettamente sanitari, ma che riguardano piuttosto la sfera personale del paziente.

Uno degli elementi fondamentali da considerare al fine di garantire un’assistenza adeguata è l’età, che chiaramente determina caratteristiche ed esigenze differenti.

Altrettanto importante l’aspetto ludico legato al mondo dei bambini.
Attraverso il gioco, sempre allineato all’età e alle peculiarità del paziente, è possibile rendere meno traumatiche alcune azioni, come ad esempio la somministrazione di una terapia.
Il gioco rappresenta anche un’importante mezzo di comunicazione grazie al quale è possibile individuare le necessità del bambino.

Un altro elemento al quale un infermiere dei bambini deve prestare attenzione è il contesto familiare.
Per i genitori è importante essere costantemente informati, così come è importante partecipare attivamente alla cura dei propri bambini.

Collaborare ad esempio durante la somministrazione di un farmaco o lo svolgimento di un esame consente una migliore gestione domiciliare della malattia.

Un infermiere pediatrico qualificato è in grado di adattare strategie operative diverse in base alle esigenze del bambino; strategie che consentono di gestire l’iter assistenziale e di cura senza causare traumi.

Concludiamo con un altro dettaglio tutt’altro che banale: il linguaggio non verbale, che nei bambini, ancor più che negli adulti, consente di individuare messaggi e segnali che non sempre emergono attraverso le parole.
Imparare a interpretare un particolare movimento, uno sguardo o un’espressione significa conoscere meglio il piccolo paziente e i suoi bisogni.

Differenza tra infermiere e infermiere pediatrico

A differenza di quello che comunemente si pensa l’infermiere e l’infermiere pediatrico non possono essere identificati in un’unica professionalità.

Si tratta di profili con mansioni e responsabilità diverse, per le quali diverse sono le specializzazioni.

L’infermieristica pediatrica è una disciplina a parte rispetto all’infermieristica ‘tradizionale’ per cui prevede le sue specializzazioni che riguardano principalmente la fascia di età dei pazienti: pretermine, neonato a termine, lattante, bambino prescolare, scolare e adolescente.

La differenza principale tra un infermiere e un infermiere pediatrico è che il primo segue pazienti adulti mentre il secondo si occupa di pazienti fino ai 18 anni.

Ciò significa che se l’infermiere generalista intende lavorare con i bambini deve conseguire un master in infermieristica pediatrica; allo stesso modo l’infermiere pediatrico che intende lavorare con gli adulti deve conseguire un’ulteriore formazione attraverso un anno integrativo.

Come diventare infermiere pediatrico

L’infermiere che si occupa di assistere i bambini deve possedere competenze afferenti l’attività infermieristica in generale, ma deve soprattutto essere specializzato e qualificato nelle discipline, infermieristiche e non, che direttamente o indirettamente afferiscono al mondo dei piccoli pazienti

Il primo step per diventare infermiere pediatrico è iscriversi ad un corso di laurea triennale in infermieristica pediatrica, per il quale è chiaramente richiesto un diploma di scuola secondaria di secondo grado.

Il corso di infermieristica pediatrica prevede un test di ammissione.
La facoltà è a numero chiuso per cui l’accesso è subordinato al superamento di una prova selettiva.

Per quanto ogni università goda di una certa autonomia per ciò che concerne la definizione del programma, l’indirizzo di infermieristica pediatrica prevede materie di studio comuni a tutte le università come ad esempio anatomia umana, fisiologia, scienze infermieristiche, biologia, pedagogia, psicologia dello sviluppo, ginecologia, ostetricia, pediatria, microbiologia, patologia generale.

L’esame che chiude il triennio ha valore di Esame di Stato per cui fornisce l’abilitazione alla professione.

L’ultimo step per accedere alla professione consiste nell’iscrizione all’albo degli infermieri pediatrici presso l’ordine provinciale di riferimento.

Per chi desidera qualificare ulteriormente il proprio know how esistono numerosi master in infermieristica che approfondiscono ambiti disciplinari specifici.

Un’ulteriore possibilità per chi ha terminato il triennio e intende proseguire gli studi è identificabile nel corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche.

Le sedi universitarie

Per chi intende iscriversi all’università di infermieristica pediatrica, le sedi sono dislocate su tutto il territorio nazionale.
Ogni anno il Miur pubblica un bando contenente sia le sedi dove poter studiare infermieristica pediatrica e sia il numero dei posti disponibili presso ogni università.

Per avere un’idea delle opportunità e della relativa dislocazione sul territorio italiano riportiamo di seguito l’elenco degli atenei che hanno attivato il corso in infermieristica pediatrica lo scorso anno:

  • Vanvitelli (Campania)
  • Genova
  • Messina
  • Milano
  • Federico II (Napoli)
  • La Sapienza (Roma)
  • Tor Vergata (Roma)
  • Torino

Sbocchi occupazionali e guadagni

Una laurea in infermieristica pediatrica offre sbocchi lavorativi in contesti sanitari sia pubblici che privati.

Il più tradizionale degli sbocchi è l’ospedale, nell’ambito del quale l’infermiere è solitamente inquadrato come dipendente.
Tra i contesti in cui più facilmente può inserirsi un infermiere rientrano anche gli ambulatori pubblici.
Per entrambe le possibilità l’accesso è subordinato al superamento di un concorso pubblico.

La laurea di un infermiere pediatrico può essere spesa anche nell’ambito delle strutture private.

Per gli infermieri che hanno accumulato un buon bagaglio di esperienza è valutabile la strada della libera professione, per il cui svolgimento è richiesta l’iscrizione all’albo professionale della provincia di riferimento.

Per quanto riguarda il ruolo, a seconda dell’esperienza e del contesto, un professionista può ricoprire cariche dirigenziali; può quindi lavorare come dirigente dell’assistenza infermieristica o come infermiere insegnante dirigente.
Entrambi i ruoli sono subordinati al possesso di una laurea magistrale.

Concludiamo con una serie di informazioni di natura economica per capire quanto guadagna un professionista, ovvero qual è la media italiana relativa allo stipendio di un infermiere pediatrico.

Le cifre dipendono chiaramente da una serie di fattori come ad esempio gli anni di esperienza (anzianità di servizio), il settore in cui lavora, i turni che svolge e gli straordinari che accumula.

In media, nell’ambito delle strutture ospedaliere, un infermiere pediatrico percepisce uno stipendio che oscilla tra i 1.300 e i 1.500 euro mensili; cifre che al verificarsi di alcune condizioni possono arrivare a superare i 2.000 euro al mese.

Chi offre prestazioni a domicilio ha la possibilità di guadagnare dai 15 ai 75 euro a servizio, a seconda del tipo di lavoro che svolge

Credits: Goodluz / Depositphotos.com

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