Università | 18 Maggio 2022
Che voto serve per i concorsi pubblici?

Che voto serve per i concorsi pubblici?

Che voto serve per i concorsi pubblici?
Il voto di maturità è importante oppure è semplicemente una valutazione che identifica la fine di un percorso di studi e l’impegno profuso nel portarlo a termine.

La risposta al quesito non è univoca; al contrario determina opinioni discordanti.

Potremmo dire semplicemente che è importante in alcuni casi e non lo è in altri. Dipende dalle ambizioni e dai progetti del diplomato.

In questo post l’università telematica Niccolò Cusano cercherà di analizzare nel dettaglio le circostanze in cui un buon voto di maturità può rivelarsi utile.
Cerchiamo di capire, nel corso di questa guida, come si calcola il voto finale, il punteggio dell’orale e quello degli scritti; ma anche che voto serve per i concorsi pubblici e quali sono i vantaggi di un 100 con lode per quanto riguarda l’accesso all’università.

Buona lettura!

Cos’è e come si calcola il voto di maturità

La fine del liceo è un momento importante, che segna la fine di un ciclo di studi e in un certo senso sancisce la maturità dello studente.

Potremmo quasi affermare che dopo l’esame di Stato il liceale diventa ufficialmente un adulto; o comunque, convenzionalmente viene considerato tale.

L’Esame di Stato rappresenta un traguardo che segna una fine ma anche un nuovo inizio.
Un inizio che si carica di emozioni e aspettative.

Superata la prova inizia una nuova vita, che a seconda dei casi può riguardare l’inizio di un percorso universitario oppure l’ingresso nel mondo del lavoro; o in alcuni casi anche entrambi contemporaneamente.

Ottenere un buon voto alla maturità è l’obiettivo di ogni studente. Ma principalmente è l’obiettivo di chi ha lavorato duro e si è impegnato per ottenere una valutazione eccellente; un risultato che gratifichi se stessi e l’impegno messo nello studio e allo stesso tempo regali una soddisfazione alla propria famiglia.

Ma cos’è esattamente il voto di maturità, ovvero cosa valuta e quali sono i criteri per il calcolo?

In sostanza si tratta di un punteggio, espresso in centesimi, che valuta il percorso scolastico portato a termine.
Il voto minimo è 60/100 (che equivale alla classica sufficienza) mentre il voto massimo ottenibile all’esame è 100/100, ai quali può essere aggiunta la lode per gli studenti più meritevoli.

Il punteggio finale è determinato dalla somma dei crediti scolastici (conseguiti nel corso degli ultimi 3 anni) ai quali si aggiungono i punteggi delle prove scritte e di quella orale, più gli eventuali bonus.

Entriamo maggiormente nel dettaglio per capire come vengono effettuati i calcoli.

Il calcolo dei crediti scolastici, ovvero di quei crediti formativi conseguiti nel corso del triennio, parte da un minimo di 22 per arrivare ad un massimo di 40, così suddivisi:

  • Terzo anno: massimo 12 punti
  • Quarto anno: massimo 13 punti
  • Quinto anno: massimo 15 punti

Arriviamo così a 40, ovvero il totale massimo del punteggio conseguibile nel corso degli ultimi tre anni di liceo.

A causa dell’emergenza Covid le modalità sono leggermente cambiate, e quindi adeguate all’impossibilità di sostenere le prove scritte a distanza.

Tralasceremo in questa sede la modalità provvisoria legata alla pandemia e ci concentreremo sul tradizionale metodo di calcolo.

Al totale dei crediti scolastici si aggiungono le valutazioni ottenute all’Esame di Stato, caratterizzato da tre prove, di cui due scritte e una orale.

Ecco di seguito come funzionano nello specifico:

  • Prima prova scritta: il voto parte da un minimo di 0 per arrivare ad un massimo di 20 punti
  • Seconda prova scritta: il voto parte da un minimo di 0 per arrivare ad un massimo di 20 punti
  • Prova orale: il voto parte da un minimo di 0 per arrivare ad un massimo di 20 punti

Ciò significa che ognuna delle singole prove può essere valutata fino ad un massimo di 20 punti ciascuna (20 + 20 + 20 = 60).

Facciamo un esempio pratico per capire meglio.

Se uno studente che ha conseguito 40 crediti scolastici riesce ad ottenere 60 all’esame (20 ad ogni prova) significa che conseguirà la maturità con il massimo dei voti, ovvero 100 (40 + 60).

Esistono poi i cosiddetti ‘punti bonus’ che vanno da un minimo di 1 ad un massimo di 5.
La decisione di assegnare tali punti spetta alla commissione, che al termine del colloquio orale può decidere di alzare il punteggio finale di alcuni studenti considerati più meritevoli.

Le condizioni indispensabili per poter eventualmente beneficiare dei bonus sono le seguenti:

  • Essere stati ammessi all’esame con almeno 30 crediti
  • Aver conseguito almeno 50 punti all’esame, sommando i voti delle tre prove

I parametri appena elencati non rappresentano tuttavia una garanzia per ricevere i punti bonus.
La decisione è a discrezione della commissione, che sulla base di personali valutazioni didattiche individuerà gli studenti più meritevoli.

Nell’ambito dei voti per la maturità esiste anche la lode, che può aggiungersi al punteggio massimo, che diventa quindi 100 e lode.

La possibilità di ottenere la lode è legata ad alcuni requisiti imprescindibili; eccoli di seguito:

  • aver conseguito 40 punti agli scritti e 20 all’orale senza l’aiuto dei 5 punti bonus
  • aver ottenuto il massimo dei voti negli ultimi tre anni (40 punti)
  • la commissione deve essere unanime nella decisione che riguarda l’attribuzione della lode

Voto di maturità: quanto conta?

Come già anticipato nel corso della premessa il voto di maturità non ha per tutti lo stesso valore; al di là di quella che può essere la gratificazione personale, l’importanza dipende da cosa si decide di fare nella vita: iniziare a lavorare, continuare gli studi con un percorso universitario oppure intraprendere un particolare iter concorsuale accedere al settore della Pubblica Amministrazione.

A seconda delle prospettive, un 100 e lode, o comunque un buon voto, può fare o meno la differenza.

Analizziamo nel dettaglio l’importanza o meno del voto ai fini degli obiettivi del neo-diplomato.
Cerchiamo quindi di capire il voto di maturità quanto conta se lo step successivo è iscriversi all’università oppure tentare l’accesso alla Pubblica Amministrazione o ancora se l’intenzione è di iniziare subito a lavorare.

Università

In linea generale non esiste un voto minimo di maturità per accedere all’università.

Per chi desidera proseguire gli studi in Italia, il punteggio ottenuto all’esame non ha valore, per cui non viene preso in considerazione ai fini dell’accesso ad un corso di laurea.

Tuttavia alcuni atenei pubblici potrebbero, a loro discrezione, tenerne conto per l’accesso ad alcuni corsi di laurea.

Il discorso cambia, invece, per le università straniere; molti atenei internazionali tendono a tenere conto del voto di maturità per selezionare gli studenti a cui consentire l’accesso ai propri corsi.
Trattandosi di un requisito discrezionale è opportuno informarsi sui criteri di ammissione previsti dall’università scelta.

voto maturità per accedere ai concorsi

Credits: rogerashford / Depositphotos.com

Voto di maturità per accedere ai concorsi pubblici

Iniziamo col precisare che il concorso altro non è che una competizione tra più soggetti finalizzata ad assegnare la titolarità di una mansione professionale.

I dubbi che assalgono i neodiplomati che intendono intraprendere l’iter per accedere alla Pubblica Amministrazione sono tanti.

Quanto è importante il voto di maturità? Esiste un voto minimo di maturità per i concorsi pubblici?

In molti pensano che si tratta di un requisito fondamentale ai fini della candidatura, ma in realtà non è così; o meglio non è più così a partire dal 2015, anno in cui con la legge n.124, viene abolita la valutazione del voto per l’accesso ai concorsi. In particolare, al punto ‘d’ dell’articolo 17 viene sancita la “soppressione del requisito del voto minimo di laurea per l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni.”

Viene quindi abolito il valore discriminante del voto di maturità, ovvero si evita che esso possa in qualche modo vincolare l’opportunità di lavoro di un individuo.

Il voto del diploma diventa quindi ininfluente sia per l’ammissione alle prove e sia per la valutazione, basata esclusivamente sulla preparazione del candidato.
Il punteggio ottenuto nelle prove selettive, scritte e orali, secondo la normativa diventa quindi l’unico cirterio di valutazione.

In altre parole il voto non vincola in alcun modo le opportunità lavorative del singolo individuo.

C’è da dire, però, che la maggior parte dei concorsi pone come requisito il conseguimento di un titolo di laurea, ovvero l’aver terminato un determinato percorso universitario.

Una piccola precisazione è a questo punto d’obbligo.

Anche se la legge impone una valutazione dei candidati basata esclusivamente sulle prove concorsuali, e anche se non esiste un voto di maturità per accedere ai concorsi, la Giurisprudenza può in alcuni casi ammettere delle eccezioni e legittimare la considerazione del punteggio ottenuto all’esame.

In particolare, il punteggio del candidato può diventare influente in quei casi in cui la richiesta riguarda professionalità altamente specializzate, a cui fanno capo grosse responsabilità.
Per essere sicuri di possedere i requisiti richiesti è opportuno informarsi attraverso il bando, ovvero il documento contenente tutte le info sull’accesso alle prove e sulle modalità di svolgimento delle stesse.

In estrema sintesi, se la procedura concorsuale mira ad individuare e selezionare profili esperti, l’imposizione di una soglia minima di voto come requisito per la partecipazione può essere considerata legittima.

Un’altra eccezione riguarda la facoltà delle Amministrazioni pubbliche di attribuire un punteggio in base al voto di maturità in quei casi in cui le domande di partecipazione superano i posti disponibili.

Solitamente, quando le domande sono ‘troppe’ rispetto alla disponibilità viene effettuata una prima scrematura attraverso punteggi diversi assegnati sulla base di fasce di voti.
Ciò significa che chi si diploma o si laurea con un voto più basso ottiene un punteggio basso chi invece  ottiene un voto più alto riceve un punteggio più alto e quindi viene selezionato per la partecipazione al concorso.

Concludiamo il paragrafo con una precisazione importante: superare un concorso pubblico non è mai  un’impresa facile; per ottenere il famoso ‘posto fisso’ è necessario impegnarsi e studiare.
Non esistono scorciatoie o vie preferenziali; per superare i test è necessario prepararsi sulle materie presenti nel bando.

I vantaggi della lode

Come anticipato nei precedenti paragrafi il voto di maturità massimo, ovvero il punteggio 100, può essere accompagnato dalla lode, il cui conseguimento non ha soltanto un valore di prestigio; al contrario determina una serie di vantaggi sia pratici che di natura economica.
Scopriamo insieme quali sono.

Chi riesce ad ottenere 100 e lode ha la possibilità di ottenere dal Ministero dell’Istruzione una sorta di premio, ovvero un riconoscimento in denaro introdotto a partire dall’11 gennaio 2007 e regolamentato dal decreto 262 del 29 dicembre 2007.

La lode offre, inoltre, la possibilità di richiedere l’iscrizione all’Albo delle Eccellenze del Miur; un’opportunità estremamente importante che consente di migliorare e ampliare le proprie prospettive professionali.

A tale albo attingono sia le università che le aziende per individuare i profili più promettenti ai quali proporre eventuali collaborazioni professionali.

Un altro importate vantaggio economico legato al conseguimento della lode è identificabile nelle borse di studio, nell’esonero parziale dalle tasse, negli sconti e nelle detrazioni che alcune università riconoscono ai diplomati che si sono distinti.

La decisione di concedere o meno agevolazioni a chi ha ottenuto il massimo dei voti è a discrezione dell’ateneo.
Per tale motivo è opportuno consultare sempre il regolamento dell’università presso la quale si desidera effettuare l’iscrizione.

Conclusioni

Generalmente, in ambito lavorativo il voto di maturità non viene preso in considerazione, salvo in alcuni casi.
Può eventualmente assumere valore nel momento in cui un recruiter, di fronte ad una serie di curriculum simili tra loro, decide di effettuare una prima scrematura selezionando soltanto quelli che hanno ottenuto il massimo dei voti, o comunque un punteggio considerato sufficientemente buono.

In alcuni casi le grandi aziende decidono di fissare una sorta di punteggio minimo per ciò che concerne le selezioni di determinati profili.
Ciò significa che gli addetti alla selezione hanno la facoltà di cestinare direttamente i curriculum che non rientrano nella soglia minima prefissata.

Che abbia valore o meno ai fini di ciò che intendi fare nella vita ti suggeriamo di impegnarti a fondo per affrontare e superare brillantemente la prova finale del tuo percorso liceale, per una gratificazione personale o semplicemente per dare valore all’impegno che hai messo negli anni del liceo.

Inoltre, se da un lato è vero che il valore di una persona non è dato da un punteggio dall’altro è altrettanto vero che un buon voto di maturità potrebbe in alcuni casi fornirti un biglietto da visita importante per accedere ad alcune opportunità.
Meglio quindi non precludersi alcuna possibilità…

Credits: Syda_Productions  / Depositphotos.com

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