Università | 30 Agosto 2022
Come diventare veterinario: studi, mansioni e stipendio

Come diventare veterinario: studi, mansioni e stipendio

Molti studenti appassionati di animali si chiedono come diventare veterinario alla fine delle scuole superiori. Il percorso di formazione dura 5 anni. La facoltà di veterinaria, infatti, non prevede la formula universitaria ormai standard, vale a dire triennale+magistrale. Si tratta di un ciclo unico della durata quinquennale, al termine del quale si può iniziare la propria carriera lavorativa. Prima ancora di iniziare, però, è necessario superare un test di ammissione perché veterinaria è una facoltà a numero chiuso.

Ti interessa scoprire nel dettaglio come si diventa veterinario? Qui di seguito, tutte le informazioni sulla professione, gli studi e le possibilità lavorative.

Come diventare veterinario: la professione

Prima di capire come diventare veterinario è bene approfondire i diversi aspetti della professione, dalle mansioni alle modalità contrattuali e lavorative. Cosa fa esattamente un veterinario? Qui di seguito, un piccolo elenco delle attività che caratterizzano la professione:

  • fornisce servizi di consulenza per gli allevamenti in modo da migliorare la produzione e ottimizzare la gestione degli animali
  • visita e cura gli animali da compagnia e gli animali da reddito
  • svolge attività clinica di emergenza fornendo la reperibilità nelle ore notturne e nei festivi
  • segue e monitora le fasi di macellazione al fine di certificarne la correttezza secondo gli standard di legge
  • esegue visite ispettive periodiche negli stabilimenti che si occupano di produzione di alimenti di origine animale
  • progetta e realizza piani aziendali per il controllo qualità della produzione agroalimentare (stesura del piano di controllo igienico sanitario sulla base della certificazione HACCP)
  • fornisce consulenza come nutrizionista all’interno delle aziende produttrici di mangimi

Dove lavora il veterinario?

Il veterinario può lavorare sia come dipendente che come libero professionista. In ogni caso si tratta di una professione molto dinamica, che richiede notevole flessibilità. Esistono poi delle differenze dal punto di vista dell’impegno lavorativo richiesto tra un veterinario di animali da compagnia e un veterinario di animali da reddito. Quest’ultimo, infatti, dovrà spostarsi molto di più per raggiungere i diversi allevamenti e si ritroverà a fare i conti con una maggiore fatica fisica.

Le possibilità di collocazione professionale sono comunque numerose:

  • ambulatori e studi veterinari
  • cliniche veterinarie
  • laboratori veterinari di analisi
  • aziende agroalimentari
  • centri di recupero per animali selvatici – C.R.A.S.
  • aziende farmaceutiche
  • enti parchi (il veterinario si occupa di monitoraggio e censimento delle popolazioni selvatiche)
  • aziende di mangimi
  • ASL
  • istituti zooprofilattici sperimentali

I veterinari assunti nelle ASL possono essere impiegati in diverse aree. In particolare, lavorano nell’area A – sanità animale, nell’area B – ispezione e controllo degli alimenti di origine animale e nell’area C – benessere animale.

Veterinario come diventarlo: il test di ingresso al corso di laurea

Una volta comprese le mansioni e le opportunità di impiego, la guida “come diventare veterinario” può entrare nel vivo.

Il primo passo da compiere è studiare per superare il test di ingresso a medicina veterinaria. Ogni anno il MIUR pubblica l’elenco dei posti per cui concorrere nei diversi atenei italiani. Nell’anno accademico 2021/2022, per esempio, erano disponibili 884 posti ripartiti negli atenei di Bari, Bologna, Milano, Torino e così via.

La prova si svolge solitamente nel mese di settembre e dura 100 minuti. Si tratta di un quiz a risposta multipla su argomenti come biologia, chimica, fisica, matematica e ragionamento logico. Le domande sono 60 e ogni risposta corretta vale 1,5 punti. Per ogni risposta sbagliata, invece, vengono sottratti 0,4 punti. In caso di incertezza ti conviene non rispondere al quiz. Alle mancate risposte, infatti, viene attribuito un punteggio pari a zero. 

Il test 2022, per esempio, include 60 domande così suddivise:

  • 19 quiz di chimica
  • 5 quiz di ragionamento logico
  • 4 quiz di comprensione e cultura generale
  • 13 quiz di fisica e matematica
  • 19 quiz di biologia

Dopo il test viene stilata una graduatoria nazionale con tutti i punteggi ottenuti dai candidati. I posti sono assegnati direttamente dal MIUR in base ai punti e alle preferenze espresse. Al momento dell’iscrizione al test, infatti, devi scegliere le sedi in cui vorresti studiare.

Anni di studio per veterinaria: la laurea a ciclo unico

Spesso, gli studenti indecisi si pongono domande come: medicina veterinaria è difficile? Quanti sono in media gli anni di studio per veterinaria secondo le statistiche italiane?

Sulla difficoltà non è possibile dare una risposta univoca, perché la percezione della maggiore o minore complessità di un percorso di studi è assolutamente soggettiva.

Per la media degli anni di studio, invece, è possibile fare riferimento a un’indagine AlmaLaurea relativa agli studenti laureati nel 2016. L’età media dei laureati è risultata pari a 27,9 anni. Questo significa che gli studenti italiani impiegano circa 2/3 anni in più rispetto a quelli previsti per concludere il percorso universitario.

Ma cosa si studia esattamente durante i cinque anni? Le materie della facoltà sono le seguenti:

  • biochimica
  • zoologia e botanica
  • anatomia veterinaria e anatomia patologica veterinaria
  • istologia, embriologia e anatomia microscopica
  • fisiologia e nutrizione animale
  • microbiologia e immunologia veterinaria
  • genetica animale applicata
  • patologia generale, fisiopatologia e parassitologia veterinaria
  • farmacologia veterinaria
  • industrie alimentari e controllo degli alimenti
  • malattie infettive degli animali
  • anestesiologia, medicina operatoria e clinica chirurgica veterinaria
  • tossicologia veterinaria e applicata alla sicurezza alimentare
  • diagnostica chirurgica e radiologia veterinaria
  • medicina comportamentale veterinaria e zooantropologia
  • nutrizione clinica e formulazione di alimenti per animali domestici

La laurea prevede il conseguimento di 300 CFU ottenibili con circa 29-30 esami. I primi tre anni seguirai soprattutto lezioni frontali, necessarie per acquisire le basi della professione. Nell’ultimo biennio, invece, dovrai partecipare a una serie di tirocini pratici obbligatori in ispezione degli alimenti, chirurgia veterinaria e clinica medica.

Come si diventa veterinario: abolizione dell’esame di stato

A partire dall’anno accademico 2023/2024, ti laurei e puoi iniziare a lavorare.  Nel 2022, infatti, è stato promulgato un decreto interministeriale (numero 652) che abolisce l’esame di stato.

Prima del decreto era necessario sostenere un esame abilitante per l’accesso all’albo professionale. La nuova disposizione, invece, stabilisce che l’esame di laurea si può considerare abilitante alla professione. Cosa significa? Prima della discussione della tesi, dovrai sottoporti a una prova pratica di carattere valutativo con cui vengono testate le competenze professionali che hai acquisito durante il tirocinio. Il corso di laurea prevede, infatti, tirocini professionalizzanti per un totale di 30 CFU.

Dopo aver discusso la tesi, quindi, ti iscrivi direttamente all’Ordine Veterinario della Fnovi – Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani. Una volta iniziata la carriera, hai anche la possibilità di specializzarti in ambiti specifici seguendo un master post laurea. 

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Per fare il veterinario ci vuole la laurea in veterinaria? Cosa fare in caso di test negativo

Come diventare un veterinario in caso di test di ingresso negativo a medicina veterinaria? Se non vuoi ripetere la prova (dovrai aspettare un anno), puoi valutare l’iscrizione a una facoltà affine. Meglio arrivare preparati e conoscere tutte le diverse opzioni disponibili, in modo da non farsi abbattere se le cose non dovessero andare nella maniera sperata.

Qui sotto, un elenco delle facoltà alternative. Ovviamente, alcuni percorsi hanno diversi esami in comune con la facoltà di veterinaria. Questo significa che sarebbe possibile ripetere il test e chiedere un passaggio di corso universitario, facendosi convalidare gli esami già sostenuti. Le lauree in elenco sono tutte triennali e appartenenti alla classe L-38:

  • scienze e tecnologie animali
  • scienze animali e produzioni alimentari
  • produzioni e gestioni degli animali in allevamento e selvatici
  • allevamento e benessere animale
  • tecnologie, igiene e sanità degli allevamenti estensivi ecocompatibili
  • acquacoltura e ittiopatologia
  • tecniche di allevamento animale ed educazione cinofila

Veterinario: i guadagni medi

Nella scelta della facoltà universitaria dovrebbero subentrare anche le valutazioni di tipo economico. La passione non è sempre sufficiente a rendere un lavoro soddisfacente ed è bene approfondire l’aspetto dei guadagni.

Prima ancora sarebbe bene valutare le opportunità occupazionali, ponendosi domande semplici come: “c’è lavoro per i veterinari?”. Secondo i dati Almalaurea, il 61% dei laureati trova lavoro a un anno di distanza dal conseguimento del titolo. La percentuale aumenta ancora a 5 anni di distanza dalla laurea, arrivando al 77,4%. Risulta molto alta anche la soddisfazione degli studenti rispetto al percorso di laurea effettuato. Il 94,1% dei laureati, infatti, è pienamente soddisfatto degli studi e considera fondamentali le competenze apprese all’università.

E per i guadagni? Secondo un’indagine della Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani queste sono le prospettive di guadagno:

  • reddito medio annuo – 38.500 euro
  • salario annuo settore industriale – 55.000 euro
  • guadagno medio nel settore pubblico – 44.000 euro

Ovviamente, i guadagni maggiori sono quelli nel settore industriale. I veterinari cioè impegnati con gli animali da reddito guadagnano sicuramente di più rispetto a quelli che si occupano di animali da compagnia.

I guadagni di un veterinario crescono poi in maniera costante in base all’età. I veterinari con età inferiore ai 30 anni guadagno circa 21.300 euro all’anno. Gli stipendi, però, aumentano fino ai 40.500 euro per i veterinari con età compresa tra i 40 e i 44 anni.

Purtroppo, esiste ancora una certa differenza di reddito tra donne e uomini pari a circa il 28%. La media degli stipendi maschili, infatti, si attesta su 45.800 euro annui, mentre quella degli stipendi femminili si aggira sui 32.900 euro all’anno.

Diventare veterinario: le soft skill

La guida su come diventare veterinario si conclude con un piccolo approfondimento sulle qualità personali indispensabili per esercitare la professione. Dando per scontato l’amore per gli animali, infatti, sono necessarie una serie di caratteristiche. Prima fra tutto la propensione allo studio.

Il veterinario, infatti, è una professione che necessita di aggiornamento costante. Basti pensare che in media un veterinario italiano effettua almeno 40 ore di formazione all’anno. L’identikit del veterinario ideale include poi le seguenti qualità:

  • flessibilità e adattabilità – bisogna sapersi adattare alle situazioni e modificare orari e impegni all’occorrenza
  • capacità di prendere decisioni sotto stress – la determinazione nell’agire è davvero fondamentale soprattutto nelle situazioni di emergenza
  • empatia e capacità di ascolto – è necessario l’orientamento al cliente per proporre soluzioni personalizzate, calmare gli stati di ansia e intervenire efficacemente nella cura dell’animale
  • capacità di gestire l’impatto emotivo della professione 

Credits immagine: Pressmaster/DepositPhoto.com

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