Diritto commerciale internazionale: contratti, incoterms e risoluzione delle controversie
Il mondo del commercio globale richiede oggi competenze giuridiche e operative sempre più specifiche. Sapere come funziona il diritto commerciale internazionale, quali contratti si usano negli scambi cross-border, come leggere gli Incoterms 2020 o come gestire una controversia internazionale non è più solo un vantaggio competitivo: è una necessità.
In questo articolo analizziamo i fondamenti della disciplina, le sue applicazioni pratiche e gli strumenti utili per chi desidera lavorare nell’export, nel procurement, nella logistica o nell’ufficio legale di un’azienda internazionale.
Cos’è il diritto commerciale internazionale
Il diritto commerciale internazionale è l’insieme delle norme che regolano gli scambi commerciali tra soggetti appartenenti a Stati diversi. Si distingue dal diritto commerciale interno perché opera in un contesto multigiurisdizionale, dove imprese e professionisti devono confrontarsi con ordinamenti, consuetudini e prassi differenti.
Fonti del diritto commerciale internazionale
Le fonti principali sono:
- Convenzioni internazionali, come la CISG (Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale di merci).
- Usi e consuetudini, spesso raccolti da camere di commercio ed enti specializzati (es. ICC).
- Soft law, linee guida e principi non vincolanti ma molto utilizzati nella prassi contrattuale.
Contratti cross-border: giurisdizione, legge applicabile e clausole essenziali
In un contratto internazionale non è sufficiente definire oggetto, quantità e prezzo. Occorre stabilire:
- Giurisdizione e legge applicabile nei contratti internazionali
- Le clausole essenziali dei contratti di compravendita internazionale (CISG)
- I criteri di gestione dei rischi tipici nel commercio estero (ritardi, non conformità, rischi politici, rischi di cambio).
Vediamo un esempio tipico: una PMI italiana vende macchinari in Brasile. Se non si indica chiaramente la legge applicabile e il foro competente, una controversia potrebbe essere devoluta ai tribunali brasiliani, con costi e tempi molto elevati.
Incoterms: cosa sono e perché sono importanti
Gli Incoterms sono regole internazionali che aiutano venditore e compratore a capire con chiarezza:
- chi paga quali costi (trasporto, dogana, assicurazione…)
- chi si occupa di cosa (spedizione, documenti, export, import)
- quando si trasferisce il rischio sulla merce.
Non dicono nulla su prezzo, qualità o proprietà della merce: servono solo a stabilire chi fa cosa, chi paga cosa, quando il rischio passa da una parte all’altra.
Sono estremamente utili per evitare fraintendimenti negli scambi internazionali.
Come leggere un Incoterm
Ogni regola Incoterms risponde a queste domande:
- Chi organizza il trasporto?
- Chi paga il trasporto?
- Chi si occupa delle formalità doganali?
- Quando passa il rischio?
Gli Incoterms più comuni
Vediamo ora le sigle degli Incoterms più utilizzati negli scambi commerciali internazionali.
EXW – Ex Works (franco fabbrica)
- Cosa significa: il venditore mette la merce a disposizione nel proprio stabilimento.
- Chi paga: quasi tutto paga il compratore.
- Quando passa il rischio: subito, quando la merce è pronta per il ritiro.
- Quando si usa: quando il compratore gestisce tutta la logistica.
FOB – Free On Board (franco a bordo)
- Cosa significa: il venditore consegna la merce a bordo della nave nel porto di partenza.
- Chi paga: il venditore paga fino alla messa a bordo; il compratore paga il trasporto marittimo.
- Quando passa il rischio: nel momento esatto in cui la merce supera la murata della nave.
- Quando si usa: solo per trasporti via mare.
CIF – Cost, Insurance and Freight (costo, assicurazione e nolo)
- Cosa significa: il venditore paga trasporto marittimo e una minima assicurazione fino al porto di arrivo.
- Chi paga: il venditore fino al porto di destinazione (ma con assicurazione minima).
- Quando passa il rischio: alla partenza, appena la merce è a bordo.
- Quando si usa: trasporti marittimi in cui il venditore gestisce trasporto e assicurazione.
Mini-caso – FOB vs CIF
Facciamo l’esempio di un’azienda italiana vende vino in Cina.
Con FOB, il rischio passa appena il vino sale a bordo: se la nave subisce un danno durante il viaggio, il rischio è del compratore.
Con CIF, il venditore paga trasporto e assicurazione, ma il rischio passa comunque alla partenza: attenzione a non confondere costi e rischi!
DAP – Delivered At Place (reso al luogo di arrivo)
- Cosa significa: il venditore consegna la merce pronta allo scarico nel Paese di arrivo.
- Chi paga: il venditore quasi tutti i costi di trasporto.
- Quando passa il rischio: alla consegna nel luogo concordato (es. magazzino dell’acquirente).
DDP – Delivered Duty Paid (reso sdoganato)
- Cosa significa: il venditore si occupa di tutto, comprese le pratiche doganali di importazione.
- Chi paga: il venditore paga trasporto, dazi, tasse, logistica… tutto.
- Quando passa il rischio: alla consegna nel Paese del compratore.
- Quando si usa: solo se il venditore conosce bene la normativa doganale del Paese del cliente.
Pagamenti internazionali e garanzie
Quando si lavora con partner commerciali all’estero, prima o poi può capitare che sorga una controversia: un ritardo nella consegna, una merce non conforme, un mancato pagamento o un problema doganale. Per questo, è fondamentale sapere come si risolvono le dispute nel commercio internazionale e quali strumenti è meglio prevedere già nel contratto.
Arbitrato internazionale e giudice ordinario: cosa cambia davvero
Le parti possono decidere di rivolgersi ai tribunali ordinari, ma farlo in un contesto internazionale spesso significa tempi lunghi, costi elevati e, soprattutto, incertezza. È per questo che molte aziende preferiscono l’arbitrato internazionale, uno strumento gestito da organismi specializzati (come ICC o LCIA) che offre:
tempi più rapidi
- maggiore competenza tecnica degli arbitri
- un grado di riservatezza molto apprezzato dalle imprese
- decisioni generalmente riconosciute in molti più Paesi rispetto a quelle dei tribunali nazionali
L’arbitrato non è solo una “scorciatoia”. È un modo più efficiente di risolvere conflitti complessi che riguardano esperti di logistica, trasporti, assicurazioni, incoterms o contrattualistica internazionale.
Mediazione e ADR: soluzioni collaborative
Non sempre serve arrivare a un arbitrato o a un processo. Le ADR (Alternative Dispute Resolution) includono metodi come la mediazione, che permettono alle parti di sedersi attorno a un tavolo, chiarire il problema e trovare un accordo senza interrompere un rapporto commerciale magari costruito in anni di collaborazione.
Questi strumenti sono molto usati nelle controversie commerciali internazionali perché:
- riducono tempi e costi,
- hanno un approccio più flessibile,
- aiutano a “salvare” la relazione tra le parti.
L’importanza delle clausole compromissorie
Per evitare incertezze, è essenziale che i contratti internazionali contengano una clausola compromissoria o almeno l’indicazione chiara del foro competente. Inserire questi elementi fin dall’inizio consente alle parti di sapere esattamente “dove” e “come” sarà gestita una controversia, evitando discussioni future — spesso la parte più onerosa non è la causa stessa, ma decidere chi deve giudicarla.
Perché studiare diritto commerciale internazionale anche se non sei avvocato
Questa materia non serve solo a chi desidera diventare giurista o esperto legale. Oggi è una competenza trasversale richiesta da molte aziende che operano sui mercati esteri: capire un Incoterm, leggere una clausola contrattuale o gestire un rischio di pagamento è un vantaggio competitivo enorme.
Ecco alcuni ruoli dove queste conoscenze sono particolarmente richieste:
- Legal counsel export
- Contract manager
- Trade compliance specialist
- Addetti export/import
- Buyer e responsabili procurement
- Specialisti logistica e trasporti internazionali
Accanto alle competenze tecniche, le aziende cercano sempre più figure in grado di gestire l’incertezza, saper negoziare e valutare il rischio. Soft skills come negoziazione, risk management contrattuale e due diligence sui fornitori fanno davvero la differenza.
Formazione: come Unicusano prepara ai mestieri del commercio internazionale
Lavorare nel commercio internazionale significa conoscere regole, contratti, logistica, normative doganali, Incoterms, strumenti di pagamento e modalità di risoluzione delle controversie. Per questo la formazione svolge un ruolo chiave: prepara a leggere le dinamiche globali e a muoversi con sicurezza in un contesto complesso e sfidante.
Lauree e master su misura per chi vuole lavorare nei mercati esteri
Unicusano offre percorsi pensati proprio per chi desidera acquisire competenze giuridiche e operative nel commercio internazionale. Tra questi troviamo il corso di laurea e magistrale in Giurisprudenza, con moduli dedicati al diritto internazionale e al diritto commerciale, ma anche master e corsi che approfondiscono contrattualistica internazionale, export e tecniche di negoziazione.
Tra i percorsi più interessanti per chi vuole sviluppare competenze immediatamente spendibili nel commercio estero c’è il Master per l’internazionalizzazione delle imprese, che forma figure in grado di supportare le aziende nel processo di apertura ai mercati globali.
Un modello di studio flessibile e orientato alla pratica
Uno dei vantaggi dell’Università Niccolò Cusano è la flessibilità del modello e-learning, che permette di seguire videolezioni quando e dove si preferisce, conciliando studio e impegni lavorativi.
Unicusano inoltre integra nella didattica:
- laboratori basati su casi reali di commercio internazionale
- simulazioni di negoziazioni contrattuali
- analisi di contratti, incoterms, documenti di trasporto e scenari di risk management
- esercitazioni pratiche su clausole ADR, lettere di credito e compliance doganale
È un approccio pensato per formare professionisti subito operativi, capaci di capire un contratto, affrontare una spedizione internazionale o valutare il rischio di una vendita all’estero.
Perché scegliere Unicusano
Scegliere un percorso Unicusano significa investire in una preparazione concreta, attuale e spendibile in molte direzioni: uffici legali, export, procurement, logistica internazionale, trade compliance e consulenza.
È un’opportunità per costruire un profilo professionale capace di dialogare con partner globali, leggere criticamente un contratto e affrontare con sicurezza gli aspetti normativi legati al commercio internazionale.
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