Università | 02 Marzo 2024
Prossemica: i gesti e le posture da evitare davanti ad un professore

Prossemica: i gesti e le posture da evitare davanti ad un professore

Nell’ambito delle interazioni umane, la prossemica, ovvero lo studio dell’uso dello spazio e delle distanze interpersonali, riveste un ruolo cruciale, specialmente durante situazioni formali come un esame orale di fronte a un professore. La prossemica non si limita solo alla distanza fisica, ma comprende anche gesti e posture che possono trasmettere messaggi importanti durante questo contesto.

In questo articolo, capiremo perché lo studio della prossemica è così importante nella comunicazione, quanti tipi di prossemica esistono e quali errori evitare davanti ad un professore, un aspetto fondamentale anche per gli studenti Unicusano che desiderano massimizzare l’impatto delle proprie presentazioni e interazioni durante il percorso accademico.

Cosa si intende con il termine prossemica?

La prossemica, termine coniato dall’antropologo Edward Hall, si concentra sull’analisi dell’utilizzo dello spazio sociale e personale, come da lui stesso definita: “Lo studio dell’uso che gli individui fanno dello spazio sociale e personale“. In termini più semplici, possiamo descriverla come la disciplina psicologica che esplora gesti, comportamenti e, soprattutto, le dinamiche dello spazio e delle distanze nelle interazioni tra individui. In un certo senso, noi umani condividiamo con gli animali la necessità di definire un proprio territorio. Quando qualcuno invade il nostro spazio, proviamo disagio e istintivamente tendiamo a difenderci.

Spesso ci capita di fraintendere una persona solo perché la percepiamo come invadente, magari perché ha oltrepassato i limiti del nostro spazio fisico. Immaginiamo ad esempio una persona su un autobus con le gambe strette insieme: questo gesto potrebbe indicare un certo disagio e la paura di invadere lo spazio degli altri. Al contrario, chi tiene le gambe distese denota una maggiore sicurezza nel definire il proprio spazio, anche se alcuni potrebbero interpretarlo come invadenza. Comprendere la prossemica può rivelarsi estremamente utile nelle relazioni sociali, poiché influenza notevolmente il modo in cui giudichiamo gli altri.

Perché è importante lo studio della prossemica?

Comprendere la prossemica è altrettanto cruciale quanto padroneggiare la parola stessa, poiché ci consente di imparare l’autodisciplina nel rispettare i confini appropriati. Mantenere la giusta distanza interpersonale non solo favorisce una comunicazione più efficace, ma osservare anche come gli altri gestiscono lo spazio prossemico ci fornisce preziose informazioni sul tipo di interlocutore che abbiamo di fronte.

Nello spazio circostante le persone, che regola i rapporti interpersonali, ognuno possiede un’area virtuale che rappresenta inconsciamente la propria intimità. Quest’area, convenzionalmente definita come una zona di circa sessanta centimetri attorno al corpo, non è accessibile a tutti indiscriminatamente.

Anche se l’area di spazio personale esiste per ciascun individuo, la sua portata effettiva può variare da persona a persona, influenzata da fattori sociali e culturali propri della società di appartenenza. È comune che durante interazioni sociali, come un semplice scambio comunicativo, questa area venga invasa più o meno consapevolmente, senza necessariamente implicare intenzioni ostili da parte di uno dei due soggetti coinvolti. Tuttavia, tale invasione può generare nel destinatario un senso di violazione dello spazio vitale o addirittura di aggressione, anche se non è stata perpetrata con tali intenti.

Per garantire un’efficace comunicazione, è indispensabile prestare attenzione ai segnali non verbali trasmessi dall’interlocutore, compresi quelli che indicano un desiderio di allontanamento o avvicinamento, e adattarsi a una distanza relazionale che rispetti le preferenze dell’altro.

Quanti tipi di prossemica esistono?

Gli studi condotti dall’antropologo Edward T. Hall sulla prossemica e sulle distanze interpersonali sono stati principalmente basati sull’osservazione dei comportamenti umani in varie culture.

Hall ha identificato quattro tipologie distinte di spazio: intimo, personale, sociale e pubblico.

Attraverso le sue indagini, Hall ha notato che le persone provenienti da culture diverse manifestano differenti livelli di comfort in relazione ai vari tipi di spazio.

Grazie alle sue ricerche, Hall ha acquisito una maggiore comprensione delle dinamiche umane nelle interazioni sociali, permettendogli di elaborare il modello delle distanze interpersonali, che include le quattro tipologie di spazio che le persone assumono nei rapporti sociali:

Le indagini di Hall hanno inoltre dimostrato che le persone adoperano quantità diverse di spazio a seconda del contesto e del grado di familiarità con l’interlocutore. Ad esempio, di solito manteniamo una distanza maggiore dagli estranei rispetto agli amici.

Hall ha inoltre individuato che individui provenienti da contesti culturali diversi tendono a utilizzare quantità variabili di spazio nelle loro interazioni sociali. Il suo lavoro ha evidenziato l’importanza della cultura nel modellare i nostri schemi comunicativi con gli altri, contribuendo così alla nascita del campo della comunicazione interculturale.

Gli studi condotti da Edward Hall sulla prossemica e sulla distanza interpersonale costituiscono una lettura imprescindibile per coloro che desiderano approfondire la comprensione della comunicazione umana.

Quali gesti evitare con un professore durante un esame orale?

Nell’affrontare un esame orale, è essenziale non solo prepararsi adeguatamente sul contenuto, ma anche considerare attentamente il proprio comportamento durante l’interazione con il professore. Evitare gesti fraintendibili può contribuire significativamente a creare un’atmosfera di rispetto e professionalità, favorendo così un’esperienza di esame più positiva e efficace. Vediamo quali comportamenti evitare di fronte ad un professore.

Fissare nel vuoto o insistentemente negli occhi

Un errore comune durante un esame è quello di abbassare lo sguardo, cercando disperatamente suggerimenti nascosti sul pavimento. Tuttavia, è altrettanto importante evitare l’estremo opposto: fissare in modo persistente gli occhi del professore. Sebbene possa sembrare un segno di sicurezza iniziale, nel tempo potrebbe generare disagio e nervosismo, e potreste ritrovarvi ad affrontare domande insidiose come una sorta di vendetta inconscia.

Incrociare le braccia

Come ampiamente riconosciuto, incrociare le braccia durante un’interrogazione è comunemente interpretato come un segno di chiusura, diffidenza e rifiuto. Benché non sia necessario stringere amicizia con il professore, durante l’interrogazione è utile mostrarsi sicuri di sé, e talvolta anche un po’ audaci (senza tuttavia esagerare). Mantenete le braccia parallele al corpo o, al massimo, fate gesti prudenti e esplicativi mentre rispondete alle domande.

Agitare le mani

Gli italiani sono rinomati in tutto il mondo per il loro ricco repertorio di gesti, ma non sempre queste abilità sono ben viste. Specialmente quando siamo nervosi e ci troviamo a parlare senza riuscire a esprimerci in modo significativo, tendiamo a sfruttare al massimo le nostre mani. Tuttavia, tamburellare le dita sul tavolo o farle scrocchiare può risultare fastidioso e assolutamente da evitare. Anche nascondere le mani in tasca non è una buona soluzione, poiché può dare l’impressione di menefreghismo, oltrepassando il livello di sicurezza consigliato.

Stare seduti scomposti

A volte, le interrogazioni avvengono mentre si è seduti al banco anziché in piedi alla cattedra. In questo caso, è importante ricordare che la postura corretta prevede la schiena diritta e lo sguardo rivolto verso l’insegnante. Appoggiarsi al tavolo con le braccia distese, nascondere il viso tra le mani, chiedere consiglio agli amici girandosi, o fissare la finestra sono tutti segnali di scarso interesse e poca preparazione. Tuttavia, è possibile alleviare lo stress mettendo le mani sotto il banco e muovendole liberamente (pur evitando gesti poco appropriati, che potrebbero essere segnalati da qualcuno).

Continuare ad annuire

Quando ci si trova impreparati, una delle strategie più comuni è lasciare che l’insegnante parli, cercando di anticipare le sue parole e mostrandosi d’accordo su tutto. Tuttavia, muovere continuamente la testa su e giù come un automatismo, oltre a causare fastidio al collo, può farvi sembrare simili a dei pupazzi a molla. Invece di mantenere una frequenza elevata di assensi, cercate di diminuirli e prolungare il movimento.

Credits: photography33/DepositPhotos.com

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