Università | 05 Aprile 2025
Quali sono i compiti principali di un ingegnere strutturale? E come diventarlo?

Quali sono i compiti principali di un ingegnere strutturale? E come diventarlo?

Quando si parla di costruzioni sicure e durature, dietro ogni trave, pilastro o fondazione c’è il lavoro attento e preciso di un ingegnere strutturale. Questa figura professionale unisce competenze scientifiche e capacità progettuali per realizzare strutture resistenti e funzionali, contribuendo in modo decisivo alla qualità dell’ambiente costruito.

Ma cosa fa esattamente un ingegnere strutturale? E qual è il percorso necessario per esercitare questa professione altamente specializzata? Ecco un approfondimento che risponde a queste domande!

Cosa fa un ingegnere strutturale? Compiti e attività del mestiere

Il fulcro dell’attività dell’ingegnere strutturale risiede nella progettazione e verifica della stabilità, resistenza e sicurezza delle strutture. Questo professionista elabora progetti strutturali completi per edifici ed opere civili, dimensionando con cura elementi cruciali come fondazioni, pilastri, travi, solai e pareti. Durante questa fase, l’ingegnere svolge calcoli complessi per determinare le dimensioni ottimali e selezionare i materiali più adatti, sempre bilanciando esigenze funzionali ed economiche.

Un aspetto fondamentale del suo lavoro consiste nell’analisi strutturale, spesso condotta con l’ausilio di software specializzati. Attraverso queste simulazioni numeriche, l’ingegnere riesce a prevedere come le strutture risponderanno a diverse condizioni di carico, siano esse permanenti (come il peso proprio della struttura), accidentali (come il peso delle persone o degli arredi), o straordinarie (come l’azione del vento o i terremoti).

La verifica di sicurezza costituisce un altro elemento imprescindibile del suo operato. L’ingegnere strutturale assicura che ogni progetto rispetti scrupolosamente i requisiti normativi previsti dalle leggi nazionali e dai codici di progettazione, come le Norme Tecniche per le Costruzioni in Italia o gli Eurocodici a livello europeo. Questi controlli comprendono verifiche di resistenza (la capacità della struttura di sopportare i carichi), di stabilità (l’assenza di rischio di ribaltamento o collasso) e di deformabilità (il contenimento delle deformazioni entro limiti accettabili).

Una volta completata la fase progettuale, l’ingegnere strutturale si dedica alla redazione di relazioni tecniche e disegni esecutivi, essenziali per comunicare in modo chiaro e preciso le specifiche del progetto a chi dovrà realizzarlo.

Quando il cantiere prende vita, l’ingegnere strutturale assume spesso il ruolo di direttore dei lavori strutturali, supervisionando l’esecuzione per garantire che ogni elemento venga realizzato conformemente al progetto, intervenendo prontamente in caso di problematiche impreviste.

Al termine dei lavori, partecipa alle operazioni di collaudo statico, un momento cruciale in cui si verifica che l’opera realizzata risponda effettivamente ai requisiti di progetto e sia idonea all’uso previsto.

L’attività dell’ingegnere strutturale non si limita alle nuove costruzioni. Spesso si trova a valutare strutture esistenti, eseguendo sopralluoghi e analisi per determinarne lo stato di conservazione e la sicurezza. Può identificare problemi strutturali in edifici datati o danneggiati, proponendo interventi di rinforzo o adeguamento.

Dove lavora e con chi collabora l’ingegnere strutturale?

Il contesto lavorativo dell’ingegnere strutturale è variegato e ricco di interazioni professionali. Molti scelgono di operare all’interno di studi di progettazione, propri o associati, dove si concentrano principalmente sulla fase ideativa e progettuale.

La collaborazione con gli studi di architettura rappresenta un’altra dimensione fondamentale. Gli ingegneri strutturali lavorano fianco a fianco con gli architetti per integrare armoniosamente gli aspetti strutturali all’interno del progetto architettonico.

Numerosi ingegneri strutturali trovano impiego negli uffici tecnici di imprese di costruzione. La loro presenza all’interno dell’azienda edile permette di affrontare e risolvere rapidamente le problematiche strutturali che emergono durante la fase costruttiva, garantendo continuità e coerenza tra la progettazione e la realizzazione.

Il cantiere rappresenta un altro ambiente di lavoro significativo. Durante l’esecuzione dei lavori, l’ingegnere strutturale effettua visite periodiche per monitorare la corretta realizzazione delle opere strutturali. Questi sopralluoghi non sono mere formalità: l’occhio esperto dell’ingegnere può cogliere potenziali criticità, suggerire soluzioni a problemi imprevisti e coordinare efficacemente le attività con il direttore dei lavori generale e le altre figure presenti in cantiere.

Le amministrazioni pubbliche offrono un ulteriore sbocco lavorativo per gli ingegneri strutturali. Negli uffici tecnici di comuni, province e regioni, l’ingegnere strutturale svolge un ruolo fondamentale nella valutazione e approvazione dei progetti strutturali sottoposti da privati e imprese.

La rete di collaborazioni professionali dell’ingegnere strutturale è estremamente articolata. Il dialogo con gli architetti è forse il più evidente, ma altrettanto cruciale è l’interazione con geologi e geotecnici, che forniscono le informazioni necessarie sulle caratteristiche del terreno per una corretta progettazione delle fondazioni. Con gli ingegneri impiantisti, invece, coordina il posizionamento degli impianti elettrici, idraulici e termici in modo che questi si integrino armoniosamente con gli elementi strutturali senza comprometterne la funzionalità e la resistenza.

Come diventare ingegnere strutturale: dalla laurea triennale al perfezionamento

Ti stai chiedendo come diventare ingegnere strutturale?

La tua formazione inizia con una laurea triennale in Ingegneria Civile, in grado di fornire una solida preparazione di base in matematica, fisica e materie ingegneristiche, articolata su tre anni accademici.

Nel primo anno, si affrontano insegnamenti fondamentali come Istituzioni di Matematica, Geometria, Analisi I e II, Fisica Generale I, Informatica, Probabilità e Statistica e Chimica Generale, per un totale di 60 CFU.
Il secondo anno introduce materie più tecniche come Disegno, Scienza delle Costruzioni, Idraulica, Tecnica ed Economia dei Trasporti, Fisica Tecnica, Scienza e Tecnologia dei Materiali e la lingua Inglese.
Nel terzo anno, lo studente si specializza ulteriormente con corsi come Architettura Tecnica, Topografia, Strutture in Acciaio, Strutture in Cemento Armato, Geotecnica, due materie a scelta, il tirocinio e la prova finale.

Una volta conseguita la laurea triennale, è possibile accedere al Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Civile, che permette di perfezionare ulteriormente le competenze acquisite. Questo percorso approfondisce gli strumenti matematici applicati all’ingegneria e offre una preparazione professionale nelle principali aree dell’ingegneria civile: dalla progettazione alla gestione di opere edili, infrastrutturali, idrauliche e geotecniche, fino al rilevamento territoriale e alla valutazione del rischio sismico. Un’attenzione particolare è riservata alla sostenibilità, all’efficienza energetica e all’uso di materiali a basso impatto ambientale.

Durante il corso magistrale, grande rilievo viene dato alle attività progettuali e di laboratorio, che sviluppano l’autonomia operativa dello studente e la capacità di affrontare sfide complesse nel campo dell’ingegneria strutturale.

Lavorare come ingegnere strutturale: abilitazione e iscrizione all’albo

Per intraprendere la professione di ingegnere strutturale in Italia, non basta il solo titolo di studio: è necessario ottenere l’abilitazione professionale e successivamente iscriversi all’Albo degli Ingegneri. Solo con questi due passaggi è possibile esercitare regolarmente la professione.

L’abilitazione

Il percorso verso l’abilitazione comincia con il superamento dell’esame di Stato, un requisito obbligatorio per tutti gli aspiranti ingegneri. Possono accedere all’esame coloro che possiedono una laurea magistrale o specialistica in Ingegneria, appartenente a una delle classi di laurea relative al settore strutturale.

L’esame si tiene due volte l’anno, in genere a giugno e a novembre, e si articola in diverse prove, scritte e orali, la cui struttura può variare in base al titolo di studio con cui si accede.

L’iscrizione all’Albo

Una volta superato l’esame di Stato, è possibile procedere con l’iscrizione all’Albo degli Ingegneri, presso l’Ordine competente per la propria provincia di residenza o attività. La domanda di iscrizione richiede la presentazione di alcuni documenti, tra cui l’attestato di abilitazione e le ricevute dei versamenti per le tasse e la quota di iscrizione.

L’Albo è suddiviso in due sezioni:

  • Sezione A, destinata ai laureati magistrali, che consente l’accesso pieno alla professione e alle responsabilità più elevate;

  • Sezione B, riservata ai laureati triennali, con ambiti di attività più limitati.

Questa procedura garantisce che solo professionisti qualificati e regolarmente iscritti possano firmare progetti, dirigere lavori o assumere incarichi di responsabilità nel campo strutturale.

Credits: dusanpetkovic/DepositPhotos.com

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