Master | 10 Ottobre 2022
Cooperazione internazionale e sviluppo: gli sbocchi lavorativi

Cooperazione internazionale e sviluppo: gli sbocchi lavorativi

Il settore della cooperazione internazionale e sviluppo offre numerosi e gratificanti sbocchi lavorativi legati alla gestione di progetti destinati ai Paesi in Via di Sviluppo.

L’operatore umanitario è attualmente una figura ricercata in vari ambiti di intervento, che in particolare riguardano la tutela dei diritti umani, l’assistenza socio-sanitaria, la formazione di base, la sicurezza alimentare, lo sviluppo rurale e la valorizzazione del patrimonio culturale.

Ma in cosa consiste esattamente la cooperazione internazionale e quali sono i requisiti per accedere alle opportunità in ambito umanitario?

Che cos’è la cooperazione internazionale

La cooperazione internazionale affonda le sue origini ‘ufficiali’ nell’anno in cui è stata creata l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), ossia nel 1945.

L’Organizzazione nasce dall’esigenza impellente, avvertita dagli Stati a livello mondiale, di stabilire canali formali di cooperazione internazionale finalizzati a far fronte alle disastrose conseguenze provocate dalla Seconda Guerra Mondiale; conseguenze che nello specifico riguardavano sia gli ambiti economici e politici e sia quello umano.

L’associazione, formata da 51 Stati, nasce quindi con l’obiettivo di collaborare per affrontare e risolvere le problematiche più rilevanti a livello mondiale: diritti umani, sicurezza, sostenibilità dello sviluppo, cambiamento climatico, emergenze sanitarie, terrorismo.

Dopo la breve premessa relativa alle origini della cooperazione internazionale, cerchiamo di approfondire il discorso per capire in cosa consiste esattamente e quali sono le finalità cui tende.

La cooperazione internazionale mira a sostenere lo sviluppo nei Paesi più svantaggiati, anche se nel corso degli ultimi decenni il concetto tende verso obiettivi strategici che riguardano il posizionamento geopolitico dei grandi governi nazionali.

I progetti di cooperazione, a seconda dei casi, sono promossi da:

  • Governi e autorità locali
  • Organizzazioni internazionali (Nazioni Unite, FAO ecc.)
  • Organizzazioni Non Governative (ONG)
  • Altre associazioni e cooperative

Le tipologie di progetti

In linea generale la cooperazione internazionale mira allo sviluppo dei popoli e alla tutela dei diritti umani.

I progetti definiti dalle organizzazioni del settore possono, a seconda dei casi, avere diversa natura.
In base al focus sul quale sono impostati possiamo distinguere le seguenti tipologie:

  • Progetti finanziari: finalizzati a erogare risorse finanziarie, per le quali può essere prevista o meno la restituzione (ad es. trasferimenti di denaro o prestiti con tassi agevolati)
  • Progetti tecnici: consistono nel trasferimento di conoscenze di varia natura finalizzate a valorizzare le risorse umane e di conseguenza a ottimizzare e sfruttare al meglio le potenzialità dei paesi meno sviluppati
  • Progetti culturali: consistono nella promozione e/o finanziamento di attività culturali finalizzate a educare un determinato popolo a rafforzare la propria identità
  • Progetti di specie, o cooperazione umanitaria d’urgenza: consistono nella fornitura di beni e servizi finalizzati a risolvere alcune problematiche che affliggono una determinata popolazione.
    Nell’ambito dei progetti di specie rientra quindi la fornitura di cibo, di acqua, di indumenti, di beni di prima necessità in generale e di strumenti atti a soccorrere le popolazioni colpite da conflitti, carestie, epidemie o calamità naturali.

Gli obiettivi

In parte abbiamo già evidenziato nel corso del precedente paragrafo le finalità cui tendono le ONG internazionali e in generale tutte le organizzazioni che si occupano di cooperazione.

Nel seguente elenco abbiamo sintetizzato i principali obiettivi per rendere un’idea immediatamente chiara delle attività svolte nell’ambito della cooperazione internazionale:

  • Fornire aiuti umanitari ai paesi bisognosi (ad es. paesi poveri o in conflitto)
  • Incentivare lo sviluppo economico e sociale dei paesi svantaggiati
  • Mantenere la pace tra i popoli
  • Tutelare i diritti umani
  • Contrastare le discriminazioni razziali, religiose ecc.
  • Proteggere la democrazia e la libertà di espressione

I ruoli professionali

Lavorare nel campo dei diritti umani, lavorare per le ONG o più genericamente lavorare nell’ambito della cooperazione internazionale significa operare in settori delicati e complessi.

Ogni ruolo professionale è definito e disciplinato dalla Legge 125 del 2014 ‘Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo’.

Eccoli nel dettaglio:

  • Volontario internazionale: il profilo che viene inquadrato con un contratto minimo biennale e che riceve dallo Stato un trattamento di natura previdenziale, assicurativa ed economica commisurato al costo della vita del Paese in cui opera.
  • Cooperante: il professionista che ricopre mansioni di responsabilità.
    Si tratta di un profilo qualificato che oltre a possedere competenze tecniche, gestionali e organizzative vanta anche una discreta esperienza nei PVS (Paesi in Via di Sviluppo).
    I contratti dei cooperanti, a seconda della durata della missione, partono dai 4 mesi per arrivare ai 2 anni.
    La retribuzione è commisurata all’esperienza e alle competenze del professionista.
  • Esperto in progetti di cooperazione: il profilo che si occupa di ricerche sociologiche, antropologiche ed economiche finalizzate alla realizzazione di progetti di sviluppo.
    Opera solitamente sulla base di contratti a progetto la cui retribuzione è commisurata alle mansioni da svolgere e alla durata dell’incarico.

I ruoli nelle ONG

Prima di spiegarti come lavorare nelle ONG e analizzare lo stipendio medio cerchiamo di capire cos’è una ONG e quali sono le finalità che persegue.

L’acronimo sta per Organizzazione Non Governativa.
Come suggerisce la stessa parola si tratta di un’organizzazione indipendente dagli Stati, che in quanto tale non riceve fondi ‘statali’.

Esistono vari tipi di ONG le cui aree di intervento possono essere: sanitaria, economica, finanziaria, sociale.
Ogni area richiede competenze peculiari, per cui profili in possesso di specifiche competenze tecniche.

Ingegneri, architetti, geometri, agronomi, medici, infermieri, biologi, psicologi, educatori, formatori, sociologi sono solo alcuni dei professionisti che lavorano per le Organizzazioni Non Governative.

A seconda dell’area operativa le mansioni di un cooperatore possono essere svolti nelle sedi presenti nei Paesi del Nord, dove la richiesta riguarda principalmente operatori dell’informazione, dell’educazione e dell’amministrazione, oppure nelle sedi presenti nel Sud del mondo, dove si richiedono soprattutto profili da inserire in azioni di emergenza e ricostruzione.

La formazione dell’operatore umanitario

Per lavorare in ONG, o comunque nell’ambito della cooperazione internazionale, è necessario acquisire un know how specifico in relazione alla tipologia di attività da svolgere.
A seconda dei settori ai quali ci si approccia può rendersi necessaria una preparazione in medicina, in ingegneria, in scienze della formazione, ecc.

Alle competenze tecnico-specialistiche bisogna affiancare una serie di competenze relazionali e attitudinali, che risultano trasversali a qualsiasi tipologia di profilo professionale.
Sono fondamentali la flessibilità a spostarsi continuamente e la capacità di adattarsi rapidamente a situazioni complesse.

Dal punto di vista della preparazione tecnica, il cooperante può quindi provenire da differenti ambiti formativi.

A seconda del ruolo che svolge e al settore in cui opera può aver conseguito una laurea in ingegneria, in antropologia, in pedagogia, in medicina, in economia, e così via.
Dal momento che la cooperazione può essere indirizzata a progetti di varia natura sono richiesti profili con competenze altrettanto variegate.

In linea generale per poter ricoprire il ruolo di operatore umanitario e percepire uno stipendio sono richiesti i seguenti requisiti:

  • Formazione in linea con le mansioni da svolgere
  • Conoscenza dell’inglese e di almeno un’altra lingua relativa all’area operativa
  • Competenze relative al project management
  • Esperienza nell’ambito della gestione di progetti umanitari legati alla formazione universitaria o ad un periodo di volontariato nel settore della cooperazione
  • Disponibilità a viaggiare e spostarsi frequentemente nelle aree disagiate
  • Capacità di adattamento a posti e situazioni
  • Capacità di problem solving e attitudine al multitasking

Una delle maggiori difficoltà riscontrate da chi ha conseguito una laurea e desidera intraprendere una carriera nell’ambito della cooperazione internazionale è la mancanza di esperienza.

Trattandosi di un settore operativo delicato e complesso, l’accesso è regolato da criteri di selezione piuttosto esigenti.
Ecco perché si rende necessaria una specializzazione post-laurea, attraverso un master che consenta di acquisire un know how allineato alle esigenze del settore e possibilmente anche un po’ di esperienza pratico-operativa.

Attenzione però a selezionare percorsi di specializzazione di qualità, che rispondano ad una serie di requisiti fondamentali per acquisire una preparazione di livello avanzato.
È importante scegliere master e corsi che prevedono programmi attuali e aggiornati, docenti qualificati, approfondimenti tematici gestiti da professionisti attivi nel settore, possibilità di svolgere stage e tirocini.

Un altro fattore da valutare è il tasso di placement dei corsisti che hanno concluso il master, per capire le reali possibilità di occupazione.

Tra i master che rispondono ai suddetti requisiti, e che aggiungono alla qualità dei contenuti anche una pratica e innovativa modalità formativa, il master in Cooperazione e Geopolitica attivato dall’università telematica Niccolò Cusano.

Si tratta di un corso post-laurea di secondo livello, erogato in collaborazione didattica con l’organizzazione non profit Manalive, che mira a fornire competenze trasversali relative alla cooperazione, sia nazionale che internazionale.

Il programma di studi affronta i principali risvolti legati all’azione cooperativa umanitaria, sia da un punto di vista politico che economico e legale.

In particolare, saranno approfonditi argomenti che riguardano la natura politica della cooperazione, i modelli gestionali e organizzativi più utilizzati, le opportunità di crescita delle iniziative gestite sulla base della cooperazione e i relativi effetti macroeconomici.
È inoltre prevista un’analisi dell’attività umanitaria dal punto di vista legale.

Ecco nel dettaglio gli argomenti oggetto di studio inseriti nel programma:

  • Geopolitica delle materie prime
  • Rule of Law e Diplomazia Giuridica
  • Terrorismo e criminalità in Africa; le turbolenze nel Caucaso
  • Analisi Economica dei paesi in via di sviluppo
  • Il ruolo della cooperazione nella società
    Strutturare un progetto di cooperazione
    Il modello di business per la raccolta fondi di un ente no profit
  • Cooperazione e politiche dell’Unione Europea
  • La cooperazione come strumento di attuazione politica
  • Geopolitica vaticana e la proiezione universale della Chiesa
  • Sistema Europa a confronto e nuove evoluzioni ad Est
  • La cooperazione economica internazionale durante e dopo la Seconda guerra mondiale
  • Quadro giuridico terzo settore italiano ed europeo
    Diritto industriale e proprietà intellettuale negli enti non profit
  • Polveriera Balcanica: la sfida della Russia all’Occidente”
    Giornalismo di guerra: quando informare diventa pericoloso
  • La formazione come strumento di integrazione nella società
    La comunicazione degli enti no profit
  • Responsabilità penale; rischi Penali attività umanitaria; profili di responsabilità penale delle Ong

Inclusi nel programma una serie di esempi concreti, analizzati attraverso testimonianze dirette, la cui finalità è avvicinare i corsisti alla struttura e all’operatività delle azioni umanitarie, ai relativi presupposti e obiettivi.

Il master prevede un costo pari a 1.800,00 euro, da corrispondere in 4 rate.
Per i laureati Unicusano, le Forze dell’Ordine e le Forze Armate è prevista una quota di iscrizione ridotta pari a 1.500,00 euro.

Per i più giovani esistono alcune possibilità che consentono di accumulare un buon bagaglio di esperienza da inserire nel curriculum; esperienze che oltre a facilitare l’ingresso nel complesso e delicato contesto operativo consentono di testare la propria predisposizione verso le operazioni umanitarie.

Tra le opportunità il Servizio Civile Universale i cui sbocchi riguardano sia l’Italia che i Paesi Esteri.
Riservata ai giovani dai 18 ai 28 anni l’esperienza prevede un periodo di volontariato di 12 mesi.

Il Servizio Volontario Europeo (SVE) invece rappresenta un’opportunità educativa non formale riservata ai giovani dai 18 ai 30 anni.
Attivato dall’Unione Europea, il progetto ha una durata che varia dai 2 ai 12 mesi.

Un’ulteriore possibilità è quella che riguarda lo stage e il volontariato nelle ONG, un’esperienza della durata di 3/6 mesi da svolgere in Italia oppure all’estero.
Per sapere quali sono le ONG che offrono tali opportunità è sufficiente dare un’occhiata sul web, sui vari portali delle organizzazioni o in quelli dedicati alle opportunità lavorative per i giovani.

Sbocchi

Una specializzazione in cooperazione internazionale consente di lavorare nelle ONG e in tutti i settori che afferiscono alla tutela dei diritti umani e allo sviluppo dei popoli.

In particolare, se prendiamo in esame il lavoro umanitario retribuito del 2021, le opportunità per un cooperante allo sviluppo si sono concretizzate nei seguenti ambiti:

  • Assistenza socio-sanitaria
  • Tutela dei diritti umani
  • Supporto ai minori in relazione a situazioni di soprusi, abusi e sfruttamenti di vario tipo
  • Educazione di base
  • Formazione professionale
  • Aiuti alimentari
  • Programmi di contrasto alle epidemie
  • Sviluppo dell’imprenditoria locale
  • Sviluppo rurale
  • Sviluppo industriale
  • Lotta al crimine
  • Tutela e sviluppo della condizione della donna
  • Ricerca scientifica e tecnologica
  • Programmi di informazione
  • Valorizzazione del patrimonio dei paesi in via di sviluppo

In Italia la cooperazione internazionale è promossa dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, (AICS) attiva dal 2016 con l’obiettivo di allineare il nostro Paese ai partner internazionali per ciò che concerne l’attività per lo sviluppo.

Sul sito dell’AICS vengono pubblicati i bandi per la ricerca di profili da inserire nei progetti di cooperazione.

Tra i portali da consultare per trovare un lavoro umanitario retribuito quello della Direzione Generale per Cooperazione allo Sviluppo (DGCS).
Attraverso un motore di ricerca è possibile individuare tutti i profili ricercati dalle ONG e dalla stessa DGCS.

Per lavorare nell’ONG, nel volontariato, suggeriamo il sito Del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, che raccoglie annunci relativi a progetti di cooperazione in tutto il mondo.

Un’ulteriore fonte da consultare, soprattutto per chi desidera accedere ai progetti di aiuto umanitario promosse dalla Commissione Europea, è il Portale Europeo (European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations).

Se sei interessato a lavorare nel campo della cooperazione internazionale e desideri acquisire una specializzazione in linea con il ruolo dell’operatore umaniario puoi richiedere maggiori info sul master in Cooperazione e Geopolitica Unicusano attraverso il form che trovi cliccando qui!

Credits: HayDmitriy / Depositphotos.com

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