Master | 03 Dicembre 2021
Litigi in famiglia: come comunicare correttamente tra genitori e con i figli

Litigi in famiglia: come comunicare correttamente tra genitori e con i figli

I litigi in famiglia sono assolutamente normali; se affrontati e gestiti nel modo giusto possono addirittura diventare costruttivi e migliorare le relazioni.

Una lite in famiglia può scoppiare tra marito e moglie, tra genitori e figli o tra fratelli.

Dai più seri a quelli più futili, i motivi per i quali nella quotidianità familiare può nascere una divergenza e quindi un conflitto sono infiniti.
A prescindere dall’agomento oggetto di discussione è importante evitare che il litigio degeneri e provochi ripercussioni, anche gravi, sui membri della famiglia.

Il conflitto

Prima di entrare nel vivo dell’argomento è importante fare una breve premessa rivolta ad approfondire il concetto di ‘conflitto’.

Le persone che litigano sono presenti in qualsiasi contesto: a lavoro, in famiglia, a scuola, in un gruppo di amici…

La voglia di litigare è un argomento studiato in psicologia, che presuppone e implica innumerevoli sfaccettature; dinamiche tutt’altro che semplici da comprendere.

Il conflitto fa parte della natura umana per cui può generarsi in qualunque tipologia di relazione e per qualsiasi motivo, più o meno serio.

Il litigio non necessariamente implica aspetti negativi; anzi, se gestito in maniera costruttiva, permette di conoscere più approfonditamente se stessi e le altre parti coinvolte (partner, figli, fratelli ecc.).
Il conflitto ‘sano’ genera confronto; permette di crescere e migliorare.

Attenzione però, esistono tante personalità e persone che cercano il litigio, e che pertanto non riescono o non vogliono porsi dei limiti; la discussione, in tal caso, diventa deleteria e rischia di degenerare.

Secondo lo psicologo americano John Gottmann gli aspetti che possono generare problemi all’interno di una relazione sono:

  • la critica
  • il disprezzo (sarcasmo e insulti)
  • l’ostruzionismo (interruzione della comunicazione, rifiuto al confronto)
  • mettersi sulla difensiva (ricerca continua di scuse per giustificare i propri errori)

Imparare a litigare in modo costruttivo

Le coppie che non litigano pensano, in maniera piuttosto semplicistica, che tutto vada bene; ma spesso si tratta di una visione superficiale della realtà, e quindi del rapporto.

La conflittualità genera discussioni; dalle discussioni nasce il confronto.
Non litigare può addirittura essere pericoloso.

Il litigio può quindi rappresentare un momento di crescita e cambiamento o un momento di crisi; i protagonisti della lite hanno il potere di decidere in cosa trasformarla.

Il presupposto fondamentale per un litigio costruttivo è la capacità di sostenere la presenza aggressiva dell’altro, laddove per ‘presenza aggressiva’ non si intende ‘violenza’ ma semplicemente l’insieme delle tensioni che l’altro porta dentro di se.

In parole più semplici, chi litiga deve saper accettare l’altro, il suo carattere e quelli che, sulla base delle soggettive percezoni e idee, vengono identificati come difetti.

Alla base di una lite costruttiva, secondo lo stesso Gottmann, devono essere presenti i seguenti presupposti:

  • Predisposizione all’ascolto: ascoltare le motivazioni dell’altro; mostrare empatia
  • Predisposizione al dialogo e al confronto
  • Disponibilità e predisposizione a non giudicare l’altro: evitare le critiche

Come risolvere una lite di coppia

In una coppia essere in grado di risolvere i conflitti e i disaccordi in maniera produttiva è fondamentale per la serenità dei partner e, laddove presenti, di tutti gli altri componenti della famiglia.

Una lite sana risponde ad una serie di requisiti e caratteristiche.

Innanzitutto l’argomento deve essere affrontato in ogni suo aspetto, per un tempo limitato.

I ‘litiganti’ devono mantenere la tensione ad un livello gestibile, evitando le cosiddette ‘degenerazioni’ determinate da rabbia e impulsività.

La lite deve essere basata sul rispetto delle idee dell’altro, anche se diverse dalle proprie.
La comunicazione non deve, in nessun caso, diventare distruttiva.

Nei casi in cui i soggetti non riescono a tenere basso il livello di tensioni è preferibile affrontare la questione in un secondo momento, quando la clama permetterà ai litiganti di rielaborare con maggiore lucidità la problematica.

Una lite produttiva determina un miglioramento per quanto riguarda la gestione dei disaccordi familiari e i relativi approcci.

Cosa fare quando si litiga: consigli pratici

L’approccio alla lite e la relativa gestione sono fondamentali per rendere il conflitto costruttivo e produttivo.

Nell’elenco che segue abbiamo sintetizzato alcuni atteggiamenti e alcune abitudini che bisognerebbe adottare durante una discussione:

  • Ascoltare
  • Evitare conclusioni affrettate
  • Evitare di fuggire dalla lite
  • Evitare offese inutili
  • Mettersi nei panni dell’altro
  • Evitare di discutere in presenza di altre persone
come risolvere una lite di coppia

Credits: Goodluz / Depositphotos.com

Il conflitto violento e le relative dinamiche

Un conflitto o una lite non dovrebbero mai essere violente.
Nel momento in cui lo diventano bisogna correre ai ripari, ovvero intervenire tempestivamente per evitare degenerazioni pericolose.

In tanti casi si rende necessario un supporto psicologico, che diventa essenziale per prevenire o risolvere ripercussioni fisiche e/o psicologiche sui componenti della famiglia.

Il primo passo, per nulla scontato, è identificare le dinamiche che rientrano nel concetto di violenza.
Spesso si tende a banalizzare, a chiudere un occhio di fronte a comportamenti evidentemente ‘pericolosi’, senza rendersi conto che si tratta di un errore che può portare conseguenze serie.

Tra i campanelli d’allarme ai quali prestare attenzione rientrano:

  • Gli insulti, le minacce e le intimidazioni
  • La violenza verbale
  • La prevaricazione fisica
  • L’imprevedibilità
  • La scarsa tolleranza delle idee altrui
  • La violenza fisica
  • L’annullamento dell’altro
  • Lo scarso autocontrollo e le manifestazioni di rabbia improvvise ed eccessive

L’elenco non è chiaramente esaustivo, ma intende semplicemente fornire una panoramica di base di quelli che sono gli atteggiamenti che potrebbero richiedere un intervento da parte di figure specializzate.
Si tratta di piccoli segnali che determinano contesti carichi di tensione, potenzialmente pericolose per lo sviluppo psicologico dei figli, quando presenti, e per gli stessi partner in conflitto.

In molti casi, tra i quali quelli di separzione, divorzio o violenza, è necessario avvalersi del supporto di psicologi, operatori qualificati e assistenti sociali.

A seconda delle esigenze, esistono tante associazioni e centri di terapia che forniscono alle famiglie il sostegno necessario per risolvere le questioni che da soli non si è in grado di gestire.

Tra le casistiche per le quali più comunemente si richiede l’intervento di profili specializzati rientrano quelle di separazione/divorzio in cui sussistono conflitti relativi alla gestione dei figli.

Laddove sussistono divergenze serie, difficoltà di comunicazione tra i genitori, ritrosia a rispettare gli accordi o i provvedimenti presi dal tribunale interviene la ‘coordinazione genitoriale’.

Si tratta in pratica di un processo di risoluzione delle controversie rivolto ai genitori ma che si focalizza sui minori e sulle relative necessità; in altre parole, un processo che mira a prevenire danni psicologici nei figli che si ritrovano involontariamente a fronteggiare la separazione dei propri genitori.

Parliamo quindi di un intervento che presuppone una professionalità specialistica, basata su una preparazione multidisciplinare.
Non a caso sono stati attivati numerosi percorsi di specializzazione; master post-laurea che mirano a fornire le competenze e le conoscenze fondamentali per operare in un campo così delicato e complesso.

Tra le proposte il master di secondo livello in ‘Coordinamento genitoriale’ attivato dall’università telematica Niccolò Cusano, finalizzato a formare profili altamente qualificati in grado di relazionarsi in maniera efficace con le coppie in difficoltà e capaci di utilizzare con professionalità i principali strumenti operativi.

Il percorso di specializzazione si focalizza su argomenti che afferiscono materie quali il diritto di famiglia, la psicologia del conflitto, la pedagogia della famiglia, la psicologia dell’età evolutiva, la psicopatologia, la coordinazione genitoriale, le funzioni e le competenze del coordinatore genitoriale.

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Credits: fizkes / Depositphotos.com

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