Come diventare direttore sportivo: guida pratica
La professione del direttore sportivo è molto appagante dal punto di vista sia economico che lavorativo. Lavorare in un settore come quello sportivo, tra l’altro, significa avere a che fare quotidianamente con obiettivi e conquiste, momenti di esaltazione, fasi di sconforto e così via. Si tratta cioè di un lavoro vivace, con una componente di ripetitività e monotonia decisamente inferiore rispetto a quella di molte altre professioni.
Vuoi capire con esattezza come diventare direttore sportivo? Di seguito, la guida completa con tutti i consigli pratici, anche sul percorso di studi.
Direttore sportivo: cosa fa con esattezza?
Il direttore sportivo è essenzialmente una figura di raccordo tra il comparto costituito da allenatori e atleti e il comparto dei dirigenti. In altre parole, è un manager che ha il compito di definire traguardi, strategie e azioni.
Cosa fa in pratica? Il DS si interfaccia con la dirigenza per capire quali siano gli obiettivi da raggiungere, sulla base dei quali definisce poi la sua strategia operativa.
In Italia uno dei settori sportivi in cui questa figura è più diffusa è senza dubbio il calcio. Per capire meglio cosa fa un DS è bene calarlo nella realtà di una squadra di calcio, dove uno dei suoi compiti consiste, per esempio, nella proposta di una rosa di allenatori in grado di raggiungere i risultati prefissati.
Una volta individuato l’allenatore giusto e stipulato il relativo contratto, il direttore sportivo si confronta proprio con lui per capire quali sono i giocatori migliori per comporre la squadra. Dopo aver individuato una lista di papabili calciatori, spetta sempre al DS adoperarsi per tesserarli. Questo è uno dei tanti compiti delicati del direttore che, nella fase di acquisto, deve tenere sempre ben presente il budget messo a disposizione dalla dirigenza.
In realtà, il direttore sportivo non è un mero esecutore. Una delle attività che svolge regolarmente è lo scouting. Nel corso dell’anno cioè viaggia per visionare giocatori e farsi un’idea del mercato e segue i campionati di settore, sempre con l’intento di tenere d’occhio i vari calciatori. Al momento della definizione della squadra, quindi, un buon DS deve essere molto propositivo e consentire ad allenatore e dirigenza di conoscere anche nuovi giocatori, individuati proprio durante le fasi di scouting.
Riassumendo, il DS è impegnato in un lavoro di confronto continuo con dirigenti, allenatori, giocatori e dirigenti di altre squadre. Oltre agli acquisti, infatti, si occupa anche delle cessioni e dei prestiti. Questo significa che tiene in mano le redini delle relazioni con le altre squadre, in modo da creare condizioni favorevoli che possano essere la base per scambi e cessioni vantaggiose.
Infine, il direttore sportivo si occupa del monitoraggio dell’ambiente in modo da garantire a tutti gli attori in campo le migliori condizioni possibili di lavoro.
Come diventare direttore sportivo: quali sono le competenze richieste?
Data la complessità del ruolo, è necessario che il DS abbia un certo bagaglio di competenze. Qui sotto, un piccolo elenco:
- sportive – deve avere una conoscenza approfondita del proprio settore di operatività. É necessario cioè che sia un vero e proprio esperto di sport, dal calcio al basket, dalla pallavolo al rugby e così via
- economiche e legali – sono necessarie una serie di competenze manageriali, oltre che una certa conoscenza in ambito fiscale e contrattualistico. Si tratta, infatti, di un bagaglio indispensabile per seguire cessioni e acquisti di giocatori e allenatori. Un buon DS, inoltre, deve vantare una certa infarinatura di diritto sportivo, incluse le norme internazionali
- gestionali – la posizione di raccordo impone a questa figura di avere notevoli competenze di gestione e mediazione
- comunicative e contrattuali – il DS deve essere un buon comunicatore e un ottimo contrattatore, soprattutto in fase di acquisto e cessione dei giocatori. Si ritrova, infatti, a dover tenere le fila anche dei rapporti con i procuratori sportivi, incaricati di fare l’interesse del giocatore che rappresentano
Come diventare manager sportivo: i corsi di laurea
Viste le competenze elencate sopra per fare il DS, è consigliabile avere una formazione universitaria, senza fermarsi al semplice diploma di scuola superiore. Quale percorso scegliere? É possibile laurearsi in economia e management oppure in giurisprudenza. C’è una facoltà, però, che consente agli aspiranti direttori sportivi di ottenere un bagaglio formativo più completo, capace di includere cioè anche le conoscenze più propriamente sportive. Si tratta di scienze motorie, classe di laurea L-22.
Per capire meglio perché dovresti iscriverti a scienze motorie per fare il dirigente sportivo, ti proponiamo alcune delle materie del piano di studi del percorso triennale istituito dall’Università Niccolò Cusano:
- Anatomia
- Biologia umana
- Sport individuali: atletica e ginnastica
- Diritto privato dello sport
- Igiene e prevenzione negli impianti sportivi
- Tecniche di comunicazione dello sport
- Marketing dello sport
- Attività motoria adattata
Come vedi, ci sono tutte le competenze elencate sopra, da quelle legali a quelle sportive passando per quelle di marketing. In più con Unicusano avresti il vantaggio di poter usufruire di una formazione che prevede il perfetto mix tra apprendimento a distanza, tramite piattaforma e-learning, e apprendimento in sede.
Per aumentare le chance di lavorare nel settore sportivo, però, sarebbe bene completare il percorso con la magistrale in scienze motorie, classe di laurea LM-68. La biennale in scienze motorie, infatti, consente di ampliare la propria formazione, assicurandosi davvero il curriculum giusto per ricoprire il ruolo di DS.
DS calcio: il corso della FGIC
Per diventare direttore sportivo in ambito calcistico è necessario seguire il corso della FGIC. Sono previsti due indirizzi distinti, uno più tecnico-amministrativo e uno più sportivo.
Al termine del corso (della durata solitamente di 144 ore), tutti gli allievi redigono una tesi e sostengono un esame, il cui superamento consente l’iscrizione all’albo dei direttori sportivi.
Ma quali sono i requisiti per diventare DS nel calcio? Qui sotto, l’elenco:
- avere almeno 25 anni
- essere in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado
- godere di tutti i diritti civili
- non avere riportato condanne o essere stato soggetto a pene detentive per delitti non colposi
- non essere mai stato dichiarato interdetto, fallito e inabilitato
Tra i requisiti non viene citata espressamente la laurea. Quando la commissione riceve le domande di partecipazione, però, attribuisce dei punti bonus validi per la graduatoria ai candidati in possesso del titolo di studio universitario. Tra le lauree oggetto di bonus sono incluse quelle in materie giuridiche, economiche o sportive (triennale o specialistica) e la laurea in scienze motorie con curriculum calcio. Ovviamente, hanno diritto a dei punti extra anche tutti i candidati che hanno svolto attività di calciatore o di allenatore o hanno ricoperto ruoli organizzativi in enti istituzionali. Chiaramente, non bastano i requisiti citati per essere ammessi al corso di dirigente sportivo FGIC, perché bisogna sostenere anche una prova scritta e una prova orale.
Quanto guadagna un DS?
É difficile quantificare un guadagno medio per i direttori sportivi. Le variabili che incidono sugli stipendi sono tante, dal settore di riferimento agli anni di anzianità fino alla serie in cui gioca la propria squadra e così via.
In linea di massima, i DS più ricchi sono quelli che operano negli sport più seguiti, primo fra tutti il calcio. Nello stesso settore, però, esistono ulteriori differenze di retribuzione dovute alla serie di appartenenza della squadra. Dovendo fare una stima, che tenga conto delle variabili, si può parlare di uno stipendio medio in Italia che oscilla tra i 40 e i 50 mila euro lordi all’anno. Da questa cifra sono esclusi gli eventuali bonus che i DS percepiscono in caso di raggiungimento degli obiettivi prefissati.
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