Università | 22 Maggio 2023
Cos’è e come funziona il Workaway?

Cos’è e come funziona il Workaway?

Negli ultimi anni, nell’ambito dei viaggi si è sviluppato il work exchange, un’interessante opportunità che permette di viaggiare a basso costo; ecco perché in questo post parleremo del Workaway per cercare di capire cos’è e come funziona.

Partiremo dalla nascita della piattaforma per arrivare ai passaggi richiesti per effettuare l’iscrizione; ti spiegheremo come ottimizzare le funzionalità del sito per realizzare il sogno di conoscere nuovi posti e culture senza spendere grandi cifre, semplicemente lavorando in cambio di vitto e alloggio.

Workaway: cos’è

Workaway è attualmente il sito di work exchange più conosciuto e utilizzato, che permette di viaggiare gratis lavorando.
La piattaforma nasce nel 2002 da un’idea di David Milward, e più in particolare dalle sue esperienze di viaggio.
Milward , durante gli anni ’90 era solito girare il mondo gratuitamente, ovvero offrendo lavoro in cambio di ospitalità.

Nasce così Workaway, un network impostato sul concetto di volontariato, che offre quindi la possibilità di lavorare come volontario e ricevere in cambio vitto e alloggio gratuiti.

In particolare la piattaforma mette in contatto l’host, ovvero colui il quale offre vitto e alloggio in cambio di un lavoro, e il workawayer, ovvero il volontario che svolge il lavoro e viene ospitato gratuitamente.
Non si tratta quindi di un’agenzia ma di un luogo virtuale dove si incontrano host e volontari.

A seconda delle esigenze dell’host che offre la sistemazione, i lavori possono riguardare varie tipologie di attività: baby-sitting, dog-sitting, giardinaggio, cucina, progetti di eco-turismo, agricoltura, lezioni di italiano ecc.

È importante, per chi sceglie di viaggiare con Workaway, comprendere a fondo il senso del viaggio, che non è, come molti pensano, essere pagati per viaggiare.

Non si tratta neppure di una vacanza in un resort di lusso per cui bisogna abbandonare l’idea dell’hotel, ovvero della struttura ricettiva dove si rientra soltanto per pranzare, cenare e dormire.
La formula ‘Workaway’ è basata sullo scambio per cui non è previsto alcun guadagno di tipo economico, né per l’host né tanto meno per il volontario.

Tuttavia chi ospita riceve aiuto per lo svolgimento di alcune attività, familiari e non, e chi viene ospitato riceve gratuitamente un posto dove dormire e i pasti giornalieri. Entrambi poi ne guadagnano in termini di crescita personale.

Dove fare un Workaway

Come avrai sicuramente capito i motivi per i quali scegliere il Workaway come formula di viaggio possono essere vari.
Ad esempio molti giovani utilizzano il work exchange per imparare bene una lingua straniera; in altri casi il Workaway è utilizzato semplicemente per viaggiare a basso costo, per conoscere nuovi posti, altre culture e tradizioni.

In particolare, risulta ideale per i soggiorni prolungati, per i quali una struttura ricettiva comporterebbe un costo elevato.

Qualunque sia il motivo per il quale un volontario decide di viaggiare lavorando, Workaway permette di scegliere destinazioni in ogni parte del mondo.

La selezione di host copre tutti i continenti, dall’America all’Australia, passando per Asia, Africa e chiaramente Europa.
Chiaramente Workaway è attivo anche in Italia.

Come funziona

Dopo averti spiegato cosa significa workaway e qual è il principio sul quale si basa passiamo ad analizzare caratteristiche e funzionamento della piattaforma.

A tal proposito l’università telematica Unicusano, da sempre al fianco dei propri studenti, ha realizzato una sorta di guida pratica per l’utilizzo corretto e ottimale del sito.

Iniziamo subito col precisare che il sito ha un’interfaccia estremamente intuitiva per cui l’utilizzo è semplicissimo.
L’home page è divisa in sezioni per cui l’utente non deve fare altro che selezionare la voce del menu che intende approfondire.

I passaggi che analizzeremo in questo paragrafo sono i seguenti:

  • Iscrizione alla piattaforma, ovvero come iscriversi a un progetto Workaway
  • Ricerca dell’host
  • Contatto con l’host
  • Accordi relativi al soggiorno

Per iscriversi alla piattaforma bisogna cliccare sul pulsante ‘join now’ in alto a destra.
Si aprirà quindi una pagina che permette di conoscere i corsi dell’abbonamento, ovvero quanto costa fare un workaway.
Attualmente le tariffe sono due:

  • € 49.00 all’anno per i volontari singoli
  • € 59.00 all’anno per chi si iscrive in coppia

L’iscrizione non è necessaria per visualizzare la descrizione degli host ma è necessaria per accedere alla sezione dei contatti.

Accedendo alla pagina ‘find a host’ il primo dato da inserire è quello relativo alla destinazione.
È possibile poi scremare i risultati impostando alcuni filtri come ad esempio il periodo del soggiorno, la tipologia dell’alloggio, il tipo di host e il tipo di lavoro.

Per ogni host è disponibile una descrizione dettagliata, ovvero un annuncio che spiega con precisione le caratteristiche del soggiorno, e quindi le mansioni richieste.
Chiaramente anche il volontario ha un profilo personale, che può essere consultato dall’host nel momento in cui riceve una richiesta di ospitalità.

Il passaggio relativo alla ricerca dell’host è fondamentale per cui merita un approfondimento.

Workaway propone migliaia di alternative per ciò che riguarda gli host per cui è possibile imbattersi in realtà più piacevoli e in altre meno piacevoli.
Partendo dal presupposto che la modalità di viaggio richiede flessibilità e spirito di adattamento, è opportuno dedicare la giusta attenzione alla fase di selezione.

È importante dedicare tempo alla lettura delle descrizioni per cercare di capire le mansioni richieste e la tipologia di sistemazione offerta (ad es. camera singola, posto letto all’interno di una camerata, un camper, una tenda ecc.).

Nei rari casi in cui non è specificato o non è ben chiaro il tipo di alloggio, prima di scegliere è sempre preferibile chiedere ulteriori info.

Un altro dato da tenere in considerazione è quello relativo all’anzianità dell’host.
In particolare, l’annuncio di un host che aggiorna spesso il proprio profilo è segnalato come ‘updated’ mentre il profilo di un nuovo host viene segnalato come ‘new host’.

Per approfondire ulteriormente le caratteristiche del soggiorno, e per capire se la soluzione si allinea alle proprie esigenze e aspettative, suggeriamo di leggere le recensioni rilasciate dai volontari precedenti.

Al fine di rendere più agile la fase di ricerca e selezione la piattaforma prevede una funzionalità che consente di creare una host list, ovvero una lista contenente i propri host preferiti.

Dopo aver individuato l’host ‘giusto’ si procede con il contatto, durante il quale è importante mostrarsi proattivi, ma soprattutto ben predisposti ad integrarsi nel contesto ospitante considerandola una sorta di seconda famiglia.

Altrettanto importante la fase dell’accordo, ovvero la definizione dettagliata delle modalità di soggiorno.
In generale il work exchange prevede 5 ore al giorno di lavoro e un giorno libero a settimana.
Esiste tuttavia la possibilità di predefinire termini differenti, fino al punto di un Workaway retribuito.
Solitamente è previsto un Workaway pagato per le ore di lavoro extra.

Perchè fare un’assicurazione

Come accennato in precedenza il network di work exchange in questione si occupa solo di mettere in collegamento le persone per cui la quota di iscrizione non prevede alcuna assicurazione.

Così come qualsiasi altra realtà che permette di fare il volontario e di svolgere un lavoro dove si viaggia, anche Workaway prevede pro e contro.

Ad esempio, il rischio di un incidente durante il lavoro è piuttosto concreto; ecco perché è consigliabile fare un’assicurazione prima di partire.
Tra le possibilità segnaliamo Heymondo, italiana, creata ad hoc per i viaggiatori

Prima di concludere è d’obbligo una precisazione sui visti.
Workaway non si occupa delle questioni burocratiche per cui il volontario è tenuto ad informarsi autonomamente in merito alla permanenza prolungata nei Paesi esteri.
Il workawayer deve quindi informarsi in merito agli eventuali visti previsti dal Paese di destinazione.

Negli Stati Uniti ad esempio è richiesta l’ESTA Electronic System for travel Authorization, che consente una permanenza di massimo 90 giorni.

Nopn si tratta di un visto.
È invece richiesto il visto per i soggiorni di studio o lavoro che superano i 90 giorni.

È altrettanto importante fare un’assicurazione sanitaria; in alcuni Paesi come ad esempio gli USA, i costi del servizio sanitario sono piuttosto elevati, così come diventa complicata la solta accessibilità ai vari servizi.

Credits: ryanking999 / Depositphotos.com

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