Corsi di Laurea | 12 Novembre 2022
Istruzione parentale: cos’è e come funziona

Istruzione parentale: cos’è e come funziona

Negli ultimi anni, complice l’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19, si è parlato spesso di istruzione parentale; ma cos’è esattamente e quali sono le norme che disciplinano la materia non è chiaro a tutti.

La facoltà attribuita ai genitori di decidere liberamente la modalità di istruzione più idonea per i propri figli è regolamentata a livello legislativo da una serie di norme che definiscono gli obblighi e i requisiti per poter intraprendere un percorso educativo/formativo alternativo alla tradizionale scuola.

A causa della scarsa informazione, l’argomento è poco conosciuto per cui desta parecchi dubbi.

Nel corso di questa guida cercheremo di capire cos’è l’istruzione parentale e come funziona; analizzeremo la normativa e la regolamentazione relativa alle scuole parentali in Italia.

Istruzione parentale: cos è e come funziona in Italia

Così come l’e-learning e i corsi di laurea online si sono diffusi a macchia d’olio nel corso degli ultimi anni per andare incontro alle esigenze degli universitari così l’home schooling si è diffuso per assecondare le esigenze dei genitori che hanno la responsabilità di garantire un’adeguata istruzione ai propri figli.

L’impennata di richieste di home education da parte delle famiglie si è registrata durante il periodo della pandemia.

Secondo i dati resi noti dal Ministero dell’Istruzione nell’anno scolastico 2020-2021, nel nostro Paese, gli homeschooler sono stati oltre 15.000.

Per comprendere la portata della tendenza è sufficiente confrontare i dati con quelli registrati nel 2018-2019, quando il numero degli homeschooler era di poco superiore a 5.000.
Prima di entrare nel merito della forma di istruzione chiamata ‘educazione parentale’ e di spiegarti cos’è bisogna conoscere il contenuto dell’articolo n. 30 della Costituzione, il quale recita:

“è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge prevede a che siano assolti i propri compiti.”

È piuttosto chiara la centralità del genitore nel processo di istruzione dei propri figli, e quindi le relative responsabilità in merito.

Fatte le dovute premesse entriamo nel cuore del nostro post per cercare di capire cos’è l’educazione parentale e come funziona.

Home schooling, home education, istruzione parentale o educazione parentale sono espressioni che indicano la scelta della famiglia di provvedere autonomamente all’educazione dei figli.

In maniera sintetica potremmo dire che si tratta di un percorso di istruzione autogestito a livello familiare; una forma di apprendimento privato che si concretizza al di fuori del tradizionale sistema scolastico statale o ad esso equiparabile.

I genitori che scelgono l’home education provvedono in maniera autonoma all’istruzione della propria prole, assumendosi gli oneri e le responsabilità derivanti dall’organizzazione e dalla gestione del percorso educativo.

A seconda dei casi l’home schooling può essere gestito attraverso un approccio totalmente familiare, per cui i genitori si occupano in prima persona dell’istruzione dei propri figli, oppure attraverso il supporti di insegnanti privati.

In entrambi i casi i genitori sono tenuti a rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina alla propria residenza una dichiarazione che attesti il possesso delle capacità, tecniche ed economiche, necessarie per provvedere all’istruzione dei propri figli.

La validità di tale dichiarazione è annuale per cui è soggetta a rinnovo, il quale ha come fine la conferma ‘preventiva’ dell’intenzione di continuare ad avvalersi della modalità formativa privata.

Il dirigente scolastico, dal canto suo, è tenuto a verificare la fondatezza della dichiarazione e a vigilare sull’adempimento dell’obbligo scolastico.
Un’ulteriore attività di controllo viene svolta dal sindaco del comune di residenza, il quale interviene laddove il dirigente segnali inadempimenti o irregolarità relativi agli esami.

Per poter ottenere l’idoneità necessaria per passare alla classe successiva è previsto un esame, da sostenere presso una scuola statale o paritaria in qualità di candidati esterni.

La prova è essenziale per verificare che il processo formativo risulti conforme a quanto previsto dalla normativa.

La scelta dello studio parentale: i motivi

Dopo aver risposto in maniera esaustiva al quesito ‘cosa sono le scuole parentali’ cerchiamo di capire quali sono i motivi per i quali le famiglie scelgono l’homeschooling.

Nell’ambito dell’esercizio della genitorialità rientra quindi la responsabilità di decidere la migliore forma di istruzione, sulla base di accurate valutazioni che prendono in considerazione una serie di aspetti pratici e didattici.

I genitori, o chi per essi, hanno la facoltà di scegliere per i propri figli una modalità di istruzione alternativa a quella tradizionale ‘in aula’.
Le motivazioni per le quali la scelta propende per l’educazione parentale possono, a seconda dei casi, afferire alla sfera personale, professionale oppure al contesto sociale e relazionale circostante.

Motivi professionali

Uno dei motivi per i quali più frequentemente viene scelta la modalità dell’homeschooling è identificabile negli impegni professionali dei genitori.

Molte famiglie, ad esempio, sono costrette a spostarsi frequentemente, da una città all’altra o addirittura da un Paese all’altro, per il lavoro di uno dei due genitori.

Per quanto esistano scuole internazionali che agevolano gli spostamenti tra le scuole di città diverse attraverso programmi coordinati, il bambino/ragazzo è comunque sottoposto ad uno stress psicologico notevole.

In tal caso, anziché traumatizzare i bambini con continui cambi di scuola, di amici e di insegnanti, si preferisce optare per l’istruzione familiare, gestita all’interno dell’ambiente domestico.

Un altro caso piuttosto frequente per il quale si preferisce l’istruzione parentale è legato agli impegni degli stessi alunni; chi ad esempio pratica sport a livello agonistico è costretto a spostarsi spesso e a dover quindi affrontare continui cambiamenti ‘scolastici’.

Qualità dell’insegnamento

Alcuni genitori particolarmente esigenti reputano il servizio pubblico relativo all’istruzione inadeguato e scadente dal punto di vista qualitativo.

Un corpo docente di cui non si ha stima, programmi poco attuali per ciò che concerne i contenuti e modalità formative considerate ‘antiche’ sono alcuni dei fattori per i quali tante famiglie preferiscono l’istruzione parentale.

Programmi personalizzati

Sappiamo bene che gli alunni di una classe non sono tutti uguali; anche se rientrano nella stessa fascia di età ognuno di essi ha caratteristiche peculiari che determinano altrettanto peculiari esigenze.

La scuola pubblica è impostata sulla standardizzazione dei programmi per cui non riesce a garantire un approccio adeguatamente personalizzato ad ognuno dei componenti di una classe.

Ecco perché tanti genitori decidono di optare per l’istruzione parentale, il cui programma può essere costruito sullo studente e sulle sue esigenze, difficoltà e propensioni.

L’alternativa è particolarmente indicata per i ragazzi affetti da BES e DSA, i quali hanno obiettivi e tempistiche di apprendimento totalmente diversi dagli altri.

Pandemia

Uno dei motivi per i quali nel corso degli ultimi anni tantissime famiglie si sono informate sull’istruzione parentale, sul significato del termine e sugli aspetti tecnici e burocratici della modalità di istruzione privata è identificabile nell’emergenza Covid-19.

Il timore di essere contagiati dal virus e in alcuni casi la volontà di opporsi alla somministrazione dei vaccini hanno indotto molti genitori a optare per l’istruzione domiciliare dei propri figli.

Altri motivi

Oltre ai motivi che abbiamo appena elencato esistono tantissime altre motivazioni per le quali scegliere l’homeschooling. Elencarle tutte è praticamente impossibile.

La decisione può essere semplicemente una scelta personale, oppure può essere determinata dalla volontà di controllare più da vicino l’apprendimento dei figli.

I genitori possono scegliere l’istruzione parentale per la distanza eccessiva dalla scuola, o ancora per evitare di sottoporre il bambino/ragazzo a tempistiche predefinite e rigide.

Sapere cos’è la scuola parentale e come funziona consente di valutare e scegliere con consapevolezza un percorso formativo alternativo alla tradizionale scuola

La normativa sull’insegnamento parentale

Dal punto di vista normativo l’educazione parentale si presenta come una materia piuttosto articolata.
La disciplina abbraccia varie norme.
Oltre all’articolo 30 della Costituzione, citato nel corso dei precedenti paragrafi, esistono numerosi altri riferimenti normativi, di cui riportiamo i più importanti.

Decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994 – art. 111 comma 2 (Testo Unico sull’Istruzione)

”I genitori dell’obbligato o chi ne fa le veci che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dell’obbligato devono dimostrare di averne la capacità tecnica od economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità.”

In altre parole, il decreto rimanda ai genitori che scelgono l’istruzione parentale l’obbligo di dimostrare le capacità di provvedere all’istruzione dei figli sia da un punto di vista tecnico che economico, fornendo alle autorità competenti comunicazione periodica di tale capacità.

Decreto Legislativo n. 76 del 25 aprile 2005 – art. 1 comma 4

“Le famiglie che – al fine di garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione – intendono provvedere in proprio alla istruzione dei minori soggetti all’obbligo, devono mostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli.”

In pratica il Decreto riprende quanto espresso dal D.L. del 1994 precedentemente riportato.

Decreto Ministeriale n. 489 del 13 dicembre 2001 – art. 2 comma 1

“Alla vigilanza sull’adempimento dell’obbligo di istruzione provvedono secondo quanto previsto dal presente regolamento:

  1. il sindaco o un suo delegato ove hanno la residenza i giovani che, in virtù delle disposizioni vigenti, sono soggetti al predetto obbligo di istruzione;

  2. i dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado statali, paritarie e, fino a quando non sarà realizzato, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 marzo 2000, n. 62, il definitivo superamento delle disposizioni di cui alla parte II, titolo VIII del testo unico approvato con decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, parificate, pareggiate o legalmente riconosciute, presso le quali sono iscritti, ovvero hanno fatto richiesta di iscrizione, gli studenti cui è rivolto l’obbligo di istruzione.”

In sintesi, il Sindaco e il Dirigente Scolastico sono identificate dalla legge come le autorità preposte al controllo dell’adempimento dell’obbligo scolastico da parte delle famiglie

Legge n. 296 del 27 dicembre 2006

“L’istruzione impartita per almeno 10 anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno d’età.”

La legge in questione fissa l’obbligo di istruzione, i termini e gli obiettivi.

Dichiarazione universale dei diritti umani – art. 26

Adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, l’articolo recita:

“I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”.

Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea – art. 14

Un ulteriore riferimento all’istruzione familiare, l’articolo 14 recita:

“Così come il diritto dei genitori di provvedere all’educazione e all’istruzione dei loro figli secondo le loro convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche, sono rispettati secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio”.

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