Corsi di Laurea | 21 Gennaio 2022
Come funzionano le lezioni all’università

Come funzionano le lezioni all’università

La matricola che si appresta ad affrontare il primo anno di un corso di laurea si ritrova catapultato in un mondo nuovo e sconosciuto, fatto di esami da preparare e lezioni all’università da seguire.

Mille i dubbi, le domande e le perplessità che affliggono lo studente che si approccia alle dinamiche universitarie, a nuovi ritmi di studio e a modalità di insegnamento totalmente differenti da quelle del liceo.

Termini, sigle e acronimi rendono tutto più complicato; tra CFU, LM e SSD è facile confondersi.

Demoralizzarsi prima ancora di avvicinarsi agli argomenti del primo esame è piuttosto facile, soprattutto per chi è partito in quarta e si è iscritto senza prima informarsi.

Ecco perché l’università telematica Niccolò Cusano ha deciso di realizzare questo post, una vera e propria guida per familiarizzare con il mondo universitario, sia per ciò che concerne la terminologia che per quanto riguarda il funzionamento.

Nai prossimi paragrafi cercheremo di spiegarti dettagliatamente tutto quello che c’è da sapere sull’università.

Differenze tra liceo e università

Come accennato nel corso della premessa il passaggio dal liceo all’università non è così scontato e banale come potrebbe sembrare.

Prima di parlarti di come funzionano le lezioni all’università cercheremo di fornirti una panoramica completa delle principali differenze rispetto alle scuole superiori.

Iniziamo rispondendo alla domanda ‘quanto si studia all’università?’
In linea generale si studia molto di più ma soprattutto si studia in maniera diversa.

Una maggiore responsabilità viene attribuita allo studente, il quale deve essere in grado di autogestirsi per ciò che concerne l’apprendimento.

Lo studente universitario stabilisce autonomamente i tempi dello studio, così come definisce sulla base di personali valutazioni più o meno oggettive la quantità di materiale da studiare giorno per giorno.

I tempi e la mole di lavoro da svolgere a casa non vengono più decisi dal professore, ma sono gestiti autonomamente dallo studente, che dovrà quindi basare lo studio su una precisa tabella di marcia; un planning che scandisca i tempi e che consenta di arrivare preparati all’esame.

Insomma la matricola può essere considerata come la versione più matura del liceale, per il quale aumentano le responsabilità e gli impegni.

Un’altra differenza importante risiede nella verifica del livello di apprendimento.
Al liceo le verifiche prendono il nome di interrogazioni, se orali, e compiti in classe, se scritti.
La programmazione delle prove viene stabilita in anticipo e resa nota agli studenti; in alcuni casi il professore può anche decidere per una ‘prova’ a sorpresa.

All’università la verifica prende il nome di esame, una prova scritta oppure orale da sostenere in un preciso giorno; una data prenotata dallo studente in anticipo in base alle disponibilità previste dalla sessione di esami di riferimento.

Se uno studente viene bocciato al liceo deve ripetere l’anno scolastico mentre all’università ogni esame ha una vita propria; in caso di bocciatura dovrà ripetere il singolo esame.

Spiegazione facoltà universitarie: il sistema italiano

Il passaggio dal liceo all’università determina per lo studente una serie di cambiamenti che riguardano il tipo di lezione, il modo di studiare, il livello di approfondimento delle materie, l’ambiente scolastico.

Iniziamo a familiarizzare con la struttura didattica partendo dalla comprensione del concetto di facoltà.

Il sito Wikipedia fornisce in merito la seguente definizione:

“Nell’ambito dell’ordinamento delle università, è una unità didattica che ha presente al suo attivo uno o più corsi di laurea ovvero organizza e gestisce insegnamenti appartenenti a un dato settore della scienza.”

In altre parole, la facoltà raggruppa corsi di studio afferenti ad aree disciplinari simili.

Il termine ‘facoltà’ viene utilizzato tra gli addetti ai lavori anche per indicare la sede dell’università e il relativo corpo docente.

Area disciplinare e classe di laurea

L’offerta di corsi universitari si sviluppa sulla base di 14 aree disciplinari, stabilite dal Miur; eccole elencate di seguito:

  1. Scienze Matematiche e Informatiche
  2. Scienze fisiche
  3. Scienze chimiche
  4. Scienze della Terra
  5. Scienze biologiche
  6. Scienze mediche
  7. Scienze agrarie e veterinarie
  8. Ingegneria civile e Architettura
  9. Ingegneria industriale e dell’informazione
  10. Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche
  11. Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
  12. Scienze giuridiche
  13. Scienze economiche e statistiche
  14. Scienze politiche e sociali

Nell’ambito di un’area disciplinare rientrano più corsi di laurea la cui struttura e la cui denominazione viene oggi stabilità dall’ateneo.

Con il DM n.509 del 3 novembre 1999 alle università italiane viene attribuita la facoltà di scegliere liberamente i corsi, i relativi piani di studio e le denominazioni.
Il Miur si limita a fissare le classi di laurea, i vincoli e gli obiettivi formativi per ognuna di esse.

Attualmente le classi riconosciute sono:

  • 43 classi per le lauree triennali
  • 94 classi per le lauree magistrali
  • 4 classi per le lauree afferenti le professioni sanitarie
  • 1 classe per la laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza

Ogni corso attivato da un ateneo afferisce ad una classe di laurea, che nello specifico identifica le conoscenze e le competenze del profilo professionale e culturale a cui fa riferimento.

Ciò significa che i titoli rilasciati dai corsi che rientrano in una stessa classe di laurea hanno lo stesso valore legale, anche se hanno denominazioni diverse.
Ecco perché oggi i concorsi pubblici fanno riferimento alle classi e non alle lauree.

Sessioni, appelli e CFU

La lezione all’università è diversa da quella del liceo per una serie di aspetti, alcuni dei quali pratico-didattici e altri formali.

Partiamo dall’aspetto legale-formale.

La carriera universitaria, ovvero il conseguimento di un titolo, è legato ai CFU, acronimo di Crediti Formativi Universitari.

In pratica tutto ciò che riguarda gli esami è impostato sul calcolo dei CFU conseguiti.

La sigla relativa ai crediti, introdotta dal Decreto Ministeriale 509 del 1999, identifica un’unità di misura che quantifica l’impegno richiesto al corsista per la preparazione e il superamento di ogni singolo esame.

1 CFU corrisponde a 25 ore di lavoro, per il cui calcolo vengono conteggiate sia le ore di lezione, sia lo studio individuale e sia le esperienze relative a laboratori, stage e tirocini.

L’iscrizione ad un corso di laurea prevede la compilazione di un piano di studi, per scegliere le eventuali materie opzionali al fine di cumulare 180 crediti totali, ovvero il numero di CFU necessari per conseguire una laurea triennale.

Una piccola precisazione rivolta a rassicurare i dubbiosi e gli insicuri: il piano preimpostato può essere modificato successivamente.

All’università l’anno accademico è suddiviso in semestri, nell’ambito dei quali è previsto un periodo destinato alle lezioni e un periodo riservato agli esami (sessione universitaria di esami).

Ogni ateneo è libero di stabilire, entro certi margini, il proprio anno accademico, che solitamente inizia ad ottobre e si conclude a settembre/ottobre dell’anno successivo.
Ogni università, oltre a delineare l’inizio e la fine dell’anno, stabilisce termini e scadenze relative a immatricolazioni, iscrizioni, trasferimenti ecc.

Il periodo delle lezioni dura solitamente 3 o 4 mesi, al termine dei quali è prevista la sessione di esami.

Ogni anno accademico prevede la sessione di esami estiva e la sessione di esami invernale.

La sessione invernale è prevista tra gennaio e febbraio mentre la sessione estiva all’università fa riferimento ai mesi di giugno e luglio.
La sessione autunnale invece si riferisce al mese di settembre ed è considerata come una sorta di ‘sessione di recupero’ per chi ha lasciato indietro uno o più esami.

Ad agosto si va in vacanza.

Ogni sessione di esami è suddivisa, a sua volta, in appelli, ognuno dei quali fa riferimento ad una materia.
Gli appelli identificano, in pratica, le date in cui sono previsti gli esami.

L’iscrizione ad un determinato appello è legata ad una scadenza, per cui il corsista deve iscriversi entro una precisa data.

La bocciatura ad un appello può essere recuperata ad un secondo appello, nell’ambito della stessa sessione.

Ogni esame superato rilascia al corsista una valutazione, ovvero un voto che va da un minimo di 18 ad un massimo di 30, e permette il conseguimento di un determinato numero di CFU.
Entrambi i dati vengono verbalizzati, ovvero registrati, sul libretto universitario.

sessione universitaria

Credits: Rawpixel / Depositphotos.com

Come funzionano le lezioni universitarie

Entriamo in quello che rappresenta il focus di questo post, ovvero le lezioni universitarie.

In generale la frequentazione delle lezioni non rappresentaun requisito essenziale per poter dare un esame; tuttavia esistono alcune facoltà che prevedono l’obbligo di frequenza.

All’università le lezioni si svolgono in grandi aule.
L’elevato numero di persone determina una differente modalità di insegnamento per la quale il docente difficilmente riuscirà a conoscere ogni singolo studente.

In linea generale valgono le stesse regole del liceo.

È importante quindi ascoltare attentamente il professore e possibilmente prendere appunti in maniera tale da ottenere due importanti vantaggi: da un lato iniziare a familiarizzare con un argomento comprendendone, già durante la lezioni, i concetti basilari, e dall’altro capire quali sono i punti sui quali si focalizza il docente, e che pertanto potrebbero essere oggetto di domande in fase di esame.

Essere attento in aula significa velocizzare e snellire lo studio individuale.

Sappiamo bene che oggi pesenziare in aula, quando non obbligatorio o strettamente necessario, non è semplice.

Se pensiamo per un attimo a chi lavora, e quindi è costretto a rispettare un orario, e a chi abita lontano dall’ateneo è facile capire il motivo per cui tanti studenti finiscono nella condizione di fuori corso, si laureano in ritardo o addirittura abbandonano gli studi.

Oggi fortunatamente esistono tante realtà che, raggruppate sotto la categoria di ‘università telematiche’, permettono una gestione della carriera universitaria più agevole e personalizzata.

Nello specifico, l’università telematica Niccolò Cusano ha attivato una modalità e-learning che permette ai corsisi di frequentare i corsi di laurea comodamente online.

Grazie ad una piattaforma telematica pratica e intuitiva è possibile accedere ad un’area riservata e seguire le lezioni in streaming.
Le registrazioni delle lezioni sono disponibili all’interno dell’area personale 24 ore su 24, senza vincoli di orario o limiti di visualizzazione.

Ogni studente può quindi decidere autonomamente, sulla base delle proprie esigenze e preferenze, in quale momento della giornata dedicarsi all’apprendimento.

Inoltre, trattandosi di una modalità impostata su uno strumento digitale, è possibile seguire le lezioni sia da pc che da dispositivo mobile, purché connessi ad internet.

E se ti stai domandando come funzionano i libri all’università telematica ti rispondiamo che anch’essi sono disponibili sulla piattaforma.

Se desideri maggiori dettagli sui corsi online Unicusano non esitare a contattarci attraverso il form che trovi cliccando qui!

Credits: monkeybusiness  / Depositphotos.com 

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