Università | 26 Maggio 2022
Come si diventa assistente sociale: studi e possibilità

Come si diventa assistente sociale: studi e possibilità

Come si diventa assistente sociale? Il percorso prevede la laurea triennale per il ruolo di assistente sociale semplice o AS e la laurea magistrale per il ruolo di assistente sociale specialista o ASS. Dopo il conseguimento del titolo universitario, inoltre, bisogna sostenere l’esame di Stato per l’iscrizione all’albo professionale.

Per capire meglio tutti i passi da compiere è a disposizione la guida qui di seguito con le informazioni sulla professione, la formazione universitaria e post universitaria e gli sbocchi occupazionali.

Diventare assistente sociale: cosa fa?

L’assistente sociale si occupa dei cittadini che versano in condizioni di vulnerabilità e disagio. Dopo aver analizzato le situazioni critiche che gli vengono sottoposte,  progetta gli interventi di aiuto e ne monitora l’andamento.

In particolare, si occupa dei seguenti aspetti:

  • reinserimento di ex detenuti
  • gestione delle pratiche di adozione e affido di minori
  • supporto alle famiglie in difficoltà, agli anziani e alle persone con invalidità
  • attuazione di misure per il contenimento del fenomeno della dispersione scolastica
  • gestione delle certificazioni della legge 104 per il riconoscimento dell’invalidità
  • organizzazione di progetti per minori a rischio
  • gestione dell’inserimento degli immigrati
  • assistenza nell’organizzazione di gruppi di volontariato, associazioni e gruppi di aiuto
  • progettazione di servizi territoriali
  • apertura di canali di comunicazione tra i cittadini in difficoltà e le istituzioni

Assistente sociale laurea triennale

Come si diventa assistente sociale? Bisogna iscriversi alla triennale in Servizio sociale, classe di laurea L-39. Si tratta di un corso ad accesso programmato con test di ingresso vincolante. Per l’iscrizione, dunque, è indispensabile il superamento del test.

Il conseguimento del titolo triennale, tra l’altro, consente l’accesso all’esame di Stato per ottenere l’abilitazione a operare come assistente sociale semplice o AS.

L’esame prevede due prove scritte, un colloquio orale e una prova pratica. Quest’ultima verte sulla risoluzione di un caso proposto dalla commissione. Se l’esito dell’esame di Stato è positivo, si procede all’iscrizione all’albo professionale nella sezione B.

La registrazione nell’albo è obbligatoria per tutti gli assistenti, sia liberi professionisti sia dipendenti di enti locali e servizi sanitari. In caso di mancata registrazione, infatti, si rischia la pena di esercizio abusivo della professione.

Laurea per assistente sociale: il percorso magistrale

Per diventare assistente sociale specialista o ASS bisogna iscriversi a una delle seguenti magistrali:

  • 57/S – Programmazione e gestione delle politiche sociali
  • LM-87 – Servizio sociale e politiche sociali

Una volta conseguito il titolo magistrale, però, non si può lavorare subito. Bisogna comunque sostenere l’esame di Stato. Solo in caso di esito positivo, è possibile iscriversi all’albo professionale alla lettera A e iniziare la propria carriera professionale.

Assistente sociale: le competenze richieste

Come si diventa assistente sociale? Il percorso universitario descritto fornisce una serie di competenze indispensabili per lavorare. Per poter svolgere al meglio questa delicata professione, infatti, è necessario un percorso didattico complesso e articolato. Non a caso, i piani di studio prevedono materie come:

  • principi e fondamenti del servizio sociale
  • diritto pubblico per il servizio sociale
  • antropologia culturale
  • istituzioni di diritto privato
  • storia sociale contemporanea
  • metodologia e tecnica del servizio sociale
  • organizzazione del servizio sociale
  • politica economica
  • psicologia dello sviluppo, dell’infanzia e dell’adolescenza
  • sociologia criminale
  • psicologa del lavoro

Oltre alle competenze professionali, sono necessarie tutta una serie di qualità personali, dette soft skill. L’assistente sociale, infatti, ha un ruolo complesso e si ritrova a lavorare con persone in difficoltà. Il contatto lavorativo quotidiano avviene con:

  • anziani e soggetti fragili
  • donne e minori maltrattati
  • nuclei familiari problematici
  • richiedenti asilo
  • persone affette da dipendenze da alcol, droghe, gioco ecc.
  • detenuti ed ex detenuti
  • persone con problemi mentali
  • famiglie e singoli con difficoltà economiche e mancanza di lavoro

Le qualità personali indispensabili di un assistente sociale

Per poter lavorare serenamente e progettare interventi efficaci, l’assistente sociale dovrebbe possedere le seguenti qualità personali:

  • elevato controllo emotivo – l’assistente sociale deve essere capace di scindere tra le proprie emozioni e il lavoro. Tutte le decisioni, infatti, vanno prese in una condizione di equilibrio emotivo, altrimenti si corre il facile rischio di commettere degli errori

  • notevoli capacità di gestione dello stress e dei picchi lavorativi

  • abilità organizzative

  • propensione a mantenere la concentrazione sugli obiettivi nelle situazioni difficili

  • attitudine alla comprensione delle situazioni e capacità di valutare in maniera analitica cause ed effetti

  • orientamento alla persona

  • propensione all’ascolto e al dialogo costruttivo

  • apertura a idee nuove e a modalità di approccio diverse rispetto a quelle adottate abitualmente

  • capacità di gestione e risoluzione degli imprevisti

  • propensione al lavoro in team – l’assistente sociale non lavora in maniera isolata. Collabora, infatti, con tante figure e deve coordinarsi anche con professionalità diverse dalla propria per la buona riuscita dell’intervento

  • spirito di iniziativa – le situazioni da affrontare sono spesso imprevedibili. È necessario cioè saper reagire proponendo soluzioni alternative e assumendosi spesso la responsabilità delle decisioni prese per risolvere un’emergenza o un’impasse

  • attitudine alla negoziazione – la risoluzione di molti casi non è possibile senza una certa capacità di mediazione e negoziazione tra le parti coinvolte. Il compromesso è una delle componenti di questa professione. Questo significa che un buon assistente deve essere in grado di proporre e ottenere soluzioni diplomatiche in grado di accontentare tutti

Gli sbocchi occupazionali degli assistenti sociali

Dopo aver assimilato tutte le informazioni su come si diventa assistente sociale, è bene capire anche le opzioni professionali disponibili. Qui sotto, un elenco delle strutture in cui operano gli assistenti:

  • case di cura
  • comunità alloggio per le persone con disabilità
  • centri di riabilitazione
  • comunità familiari
  • centri socio-educativi
  • comunità di recupero per tossicodipendenti
  • centri diurni per gli anziani
  • alloggi per l’autonomia
  • centri di accoglienza per rifugiati
  • ospedali, SERT e centri di salute mentale
  • tribunali dei minori
  • uffici tutele e servizi di continuità e cura (C.O.C.A) delle ASL
  • enti locali (comuni e consorzi di comuni)
  • uffici di esecuzione penale esterni per gli adulti (U.E.P.E)
  • centri di aggregazione giovanile

Libera professione o lavoro dipendente?

L’assistente sociale può lavorare sia come dipendente che come libero professionista. In quest’ultimo caso, però, è necessaria l’apertura di una partita IVA e una certa abilità nel gestire una rete di contatti tale da consentire di lavorare in maniera continuativa.

Gli assistenti sociali dipendenti, invece, firmano dei contratti le cui clausole cambiano ovviamente in base all’ente, pubblico o privato, presso cui saranno impiegati. Per maggiori approfondimenti su questi aspetti è possibile fare riferimento all’Ordine degli Assistenti Sociali (CNOAS).

La formazione continua degli assistenti sociali

Questa professione prevede una formazione continua. Bisogna cioè aggiornarsi sulle normative e approfondire le proprie competenze per aspirare a ruoli più soddisfacenti. Con la laurea è possibile accedere a diversi corsi di formazione.

L’Università Nicolò Cusano, per esempio, ha istituito il master di II livello in Management dei servizi sociali. Il corso è destinato a tutti quei neolaureati e a quegli assistenti sociali che aspirano a una posizione manageriale. Essendo un master di II livello, bisogna essere in possesso della laurea magistrale per l’iscrizione. Il corso prevede 1500 ore e il raggiungimento di 60 CFU. La formula è sempre quella della formazione a distanza tramite video lezioni, fruibili sulla piattaforma online dell’ateneo, accessibile senza limiti 24 ore su 24.

Il master propone lezioni sulle seguenti aree tematiche:

  • Il Welfare: modelli e politiche
  • Gestione e progettazione dei servizi sociali e sociosanitari
  • Gestione delle risorse umane nei servizi sociali
  • Rapporti, interdipendenze e collaborazioni nell’area sociale e socio sanitaria: i network
  • Monitoraggio e rilevamento della qualità dei servizi sociali e socio-sanitari
  • Servizi sociali e socio sanitari: gli strumenti di comunicazione

Credits: Ridofranz/DepositPhotos.com

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