Università | 13 Febbraio 2017
Decreto ammazza telematiche, la UniCusano riporta due testimonianze

Decreto ammazza telematiche, la UniCusano riporta due testimonianze

Il 12 Dicembre 2016 l’ex Ministra Stefania Giannini ha emesso il “decreto ammazza telematiche” secondo il quale tutti gli atenei telematici dovranno disporre – per ogni 150 studenti, in media per ogni corso – almeno 6 docenti ordinari a tempo pieno. La UniCusano ha intervistato due personaggi che ci raccontano il loro punto di vista.

La discussione sul decreto ammazza telematiche rimane ancora accesa, molti personaggi del mondo dell’istruzione e della politica si sono espressi sul tema, ma anche autorità di stampo giornalistico. Di seguito due interviste di Radio Campus Cusano.

Riportiamo parte dell‘intervista del giornalista di Panorama Sergio Luciano:

Sul decreto ammazza telematiche: “(…) Anziché capire dove sta andando il mondo, con evoluzioni, questa baronia si è arroccata per difendere la casta stessa in quanto casta, finché ce n’è, sostenuta anche da qualche elemento non brillante del nostro settore. Loro hanno paura di un big bang che tagli fuori i filtri rischiosi per cui un docente può arrivare in alto. C’è una forza di democratizzazione nelle telematiche che è altissima. Questa cosa significa aumentare la platea democratica di chi può acquisire cultura e formazione e quindi aumentare il numero di docenti che possono arrivare ad una cattedra. Per questo fa paura ai baroni. Poi c’è il fatto che a certe persone, a una certa età, l’idea che una formazione a distanza, questo sforzo di adattamento ed evoluzione non piace, perché evolversi dopo 30 anni di carriera è una rottura di scatole. Non sono in grado di recuperare il terreno che hanno perso e quindi vogliono bloccare chi è già partito verso il futuro. (…) “Sono molto miopi perché anche la migliore università tradizionale ha bisogno di evolvere, come stanno facendo i campus americani, integrando la loro offerta formativa anche sul piano telematico, non facendo la guerra alle telematiche ma adeguandosi. C’è qualcosa di paradossale nella contemporaneità casuale tra questo decreto che elimina l’obbligo del 6 per l’accesso al diploma di maturità che introduce una linea morbida per non dire lassista e affermare allo stesso tempo che se non c’è un docente ogni 23 studenti la qualità dell’insegnamento non può essere garantita. Il governo Renzi, e anche quello Gentiloni, si sono detti a favore della digitalizzazione della formazione, questo decreto contraddice questa linea, ecco perché è un autogol”.

Chiudiamo con il punto di vista del Prof. Stefano Pivato, docente all’Università di Urbino, che ha puntato, in tempi non sospetti, il dito sul baronato in Italia con il suo libro intitolato “Al limite della decenza”. Ecco cos’ha detto a Radio Cusano Campus:

Riguardo il decreto ammazza telematiche: “Se aumenti il numero di docenti non è che migliori un’università. L’università migliora se ci metti dentro docenti buoni. Il numero di docenti va calibrato in base a quello degli studenti”.

Il dibattito è lontano dell’essersi esaurito, se volete dirci la vostra scriveteci tramite la pagina dedicata.

 

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