Università | 27 Dicembre 2022
DSA: cos’è e a chi rivolgersi per il trattamento

DSA: cos’è e a chi rivolgersi per il trattamento

Tante volte dietro ad un brutto voto a scuola possono celarsi motivazioni più importanti del semplice “non aver studiato abbastanza”. Se nonostante l’impegno c’è qualcosa che non va, è il caso di considerare anche altre ipotesi, come quella della DSA. Cosa significa DSA? Con la sigla DSA si intende il Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Si tratta di un disturbo che, secondo l’Associazione italiana della dislessia (AIDA), interessa tra il 5% ed il 7% del totale dei giovani studenti. Il fatto che sempre più genitori stiano dimostrando attenzione a questi segnali, ha portato, negli ultimi anni, ad un aumento delle diagnosi. In quest’ottica si è creato un clima di maggiore interazione tra la struttura scolastica, le famiglie e gli specialisti del settore. Così facendo, i ragazzi affetti da DSA riescono a vivere in un ambiente coordinato e il disturbo può essere gestito per tempo.

Nella nostra guida di oggi affronteremo nel dettaglio i seguenti punti riguardanti la DSA:

  • che cos’è
  • chi si occupa della diagnosi
  • quale processo si mette in atto per diagnosticare la DSA
  • cosa sono i test DSA
  • a chi rivolgersi per un aiuto
  • quali tipologie di DSA esistono

Partiamo dal primo punto, ovvero cosa sono e cosa significa DSA.

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DSA: cos’è?

Abbiamo già detto che vuol dire DSA, ovvero Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Con questa sigla si intende tutta una serie di difficoltà legate a vari aspetti dell’apprendimento. Parliamo quindi di lettura, scrittura e calcolo. Vengono definiti disturbi specifici in quanto non riguardano l’intelligenza del soggetto, ma specifiche abilità cognitive.

Se ad un bambino viene diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento, non è il caso di entrare nel panico. Quello che si deve fare è sicuramente informarsi sul miglior modo per affrontare il disturbo e aiutarlo a risolvere il problema.

In che modo? Utilizzando degli strumenti compensativi che aiutano i bambini DSA ad essere al pari degli altri!

DSA: chi fa la diagnosi e come

Una volta constatato che si è di fronte ad una difficoltà nell’apprendimento o a sintomi associabili ai DSA, è necessario rivolgersi ad esperti. Non tutti coloro che vivono questa condizione sanno realmente a chi rivolgersi, rischiando così perdite di tempo prezioso. Questo perché una diagnosi fatta per tempo può davvero aiutare a risolvere il problema.

Di fronte ai disturbi dell’apprendimento a chi rivolgersi? Come farsi aiutare? Forse non tutti sanno che il Sistema Sanitario Nazionale, noto come ASL, può effettuare la diagnosi. In alternativa ci si può rivolgere a studi privati che si occupano di diagnosi neuropsicologiche. Per una diagnosi veritiera serve uno specialista certificato. La prima cosa da fare di fronte al sentore di un disturbo di questo tipo è rivolgersi al proprio pediatra che fornirà indicazioni sui passi da compiere. Da non trascurare anche la struttura scolastica dove sicuramente un genitore potrà trovare materiale informativo e contatti utili cui rivolgersi.

Come si fa la diagnosi DSA?

Come funziona il processo per diagnosticare casi di DSA? Chi diagnostica la dislessia, uno dei più noti disturbi specifici dell’apprendimento?

La diagnosi clinica per DSA ha un processo standardizzato in Italia e prevede 3 step. Ogni step viene condotto da specialisti di vario genere.

Step uno

Il primo step consiste nel tenere un colloquio con un neuropsichiatra infantile (NPI). Si tratta di un colloquio generale di carattere neurologico. Lo scopo di questo incontro è verificare subito se ci sono disturbi legati alla lettura e alla scrittura e da cosa possono essere determinati. Un esempio banale potrebbe essere quello di avere semplicemente problemi di vista. Al termine di questa prima visita si decide se e come passare al secondo step con ulteriori visite preliminari e quali test far effettuare al bambino.

Step due

Il secondo step è l’incontro con lo psicologo. Compito di questa figura è escludere disturbi psicopatologici e valutare le abilità cognitive del bambino. Per diagnosticare DSA, i bambini ed i ragazzi valutati, non devono presentare disabilità intellettuali, problemi psicologici o deficit neurologici e sensoriale.

Step tre

La parte finale della diagnosi è la relazione degli specialisti ed il colloquio restitutivo. Si tratta dello step in cui ci si confronta con la famiglia del bambino/ragazzo sull’eventuale strategia da adottare e si rilascia la certificazione DSA.

Test DSA: cosa sono?

Chi sono i DSA? Come riconoscere un disturbo di questo tipo? Quando un genitore sospetta che il proprio bambino abbia un DSA è opportuno somministrare test DSA per bambini al fine di valutare:

  • intelligenza
  • capacità di scrittura
  • capacità di lettura
  • comprensione del testo
  • capacità di calcolo

Una volta effettuati questi test, lo specialista redige un report in cui indica i risultati, l’eventuale diagnosi del disturbo e le strategie da adottare.

Il tutto con l’obiettivo di migliorare la vita del bambino.

I trattamenti da mettere in atto riguardano le aree direttamente interessate dal disturbo attraverso programmi mirati. Nella maggior parte dei casi, le strategie indicate dai professionisti riguardano l’utilizzo di strumenti compensativi. Cosa sono? Si tratta di strumenti che hanno lo scopo di garantire l’autonomia dello studio. In questo modo i bambini DSA possono migliorare nello studio e arrivare a studiare come i loro compagni. Nel nostro paese sono previsti per gli alunni DSA piano didattici personalizzati PDP. Viene concesso l’uso di strumenti come la calcolatrice, programmi di videoscrittura con correttore ortografico. Inoltre sono previste interrogazioni programmate sottoforma di verifica personalizzata.

DSA: a chi rivolgersi per un aiuto

Come trovare un aiuto concreto nel caso di DSA? A chi rivolgersi? Abbiamo individuato tre ambiti cui chiedere aiuto:

  • La scuola
  • La famiglia
  • Gli specialisti

Partiamo dalla scuola.

Per farcela è fondamentale collaborare con gli insegnanti. È necessario quindi che questi siano adeguatamente formati, soprattutto rispetto all’uso degli strumenti compensativi e all’approccio da adottare col bambino in classe.

Bisogna stabilire un programma su misura, adatto alle capacità del DSA. È importante tenere sempre presente che i bambini ed i ragazzi con DSA non hanno disabilità. Bisogna solo aiutarli a raggiungere gli obiettivi.

Altro ambito fondamentale è la famiglia. Anche se non si è esperti del settore, è importante che la famiglia si impegni nel far superare il disturbo. Come? Attraverso giochi, esercizi o strumenti compensativi da usare insieme. Metodi che stimolano la memorizzazione e il mantenimento della concentrazione su determinate attività.

Vi sono infine gli specialisti, figure che sanno come affrontare le problematiche riscontrate dai bambini/ragazzi con DSA.

È importante in questo caso il gioco di squadra. Ben venga quindi la collaborazione di diversi specialisti che sappiano collaborare con lo studente, la famiglia e gli insegnanti.

Lavorare tutti insieme permette far sentire a proprio agio il bambino/ragazzo e aiutarlo a superare queste difficoltà.

Il ragazzo con DSA deve essere aiutato non solo dal punto di vista scolastico, ma anche dal punto di vista socio-psicologico.

DSA: quali sono i disturbi più noti

Per concludere il nostro approfondimento sui disturbi specifici dell’apprendimento, vogliamo dedicarci a quattro tipi di DSA:

  • dislessia
  • disortografia
  • disgrafia
  • discalculia

Si tratta di 4 disturbi che appartengono a quattro specifiche area di apprendimento in cui i ragazzi DSA possono effettivamente avere difficoltà.

Dislessia

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento caratterizzata dalla difficoltà a leggere un testo in modo corretto e fluente. Come si riconosce un disturbo della lettura?

Di solito nei primi anni di scuola il bambino può avere qualche difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto. Spesso si trova a confondere le lettere (d/b, m/n) e ad avere difficoltà a far corrispondere i segni grafici con i suoni emessi con la voce. Una delle teorie più accreditate ritiene che la dislessia sia causata da un deficit di processamento fonologico. Il fonema è la più piccola unità di suono nella parola. Per leggere occorre avere la capacità di associare velocemente le lettere, con i corrispondenti suoni orali.

Questo tipo di difficoltà si ripercuote sull’apprendimento scolastico ma anche in tutte le situazioni in cui è richiesta la lettura di testi scritti.

Disortografia

Con il termine disortografia si intende invece un disturbo che riguarda la scrittura. Dunque un disturbo legato ad aspetti linguistici. La disortografia si manifesta nella difficoltà di scrivere correttamente da un punto di vista ortografico.

Le persone che soffrono di questo disturbo hanno difficoltà a convertire il suono delle parole in scrittura. Si trovano quindi a non riconoscere i suoni che compongono la parola ed a non saper individuare il modo corretto di scriverli.

Disgrafia

Il terzo disturbo da prendere in considerazione è la cosiddetta disgrafia che riguarda la grafia. Si tratta di un deficit grafo-motorio e fa riferimento alla difficoltà nello scrivere in modo leggibile, veloce e fluido.

Chi soffre di disgrafia può avere difficoltà nel modo in cui impugna la penna o la matita, non riesce ad utilizzare bene lo spazio nel foglio. Può avere difficoltà nel copiare immagini o nel riprodurre forme geometriche.

Discalculia

Passiamo infine alla discalculia, ovvero alla difficoltà di svolgere operazioni con i numeri e comprendere gli esercizi numerici e di calcolo.

Un discalculico ha diversi tipi di difficoltà legate alla matematica. Non riuscire a contare, non riuscire a mettere in serie, avere difficoltà a fare comparazioni, calcoli con la mente, associare numeri a quantità. Tutto questo rientra nella discalculia.

Ed ancora, non sapere mettere in colonna i numeri, non riuscire a leggerli e a scriverli. Molti non riescono ad imparare i risultati delle tabelline.

Come si giunge alla diagnosi DSA? Chi fa la diagnosi DSA? Chi cura la dislessia? Naturalmente non basta osservare i comportamenti per stabilire se un soggetto soffra o meno di DSA. Per ottenere una diagnosi valida occorre effettuare dei test specifici. Scopo di questi test è valutare le abilità dell’apprendimento, il funzionamento delle abilità cognitive, psicologiche ed emotive.

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Credits: [highwaystarz]/depositphotos.com

 

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