Università | 11 Febbraio 2024
PEI: cos’è e a che cosa serve?

PEI: cos’è e a che cosa serve?

Il panorama educativo offre una gamma di strumenti progettati per soddisfare le esigenze di ogni studente e per promuovere pratiche inclusive. Tra i compiti fondamentali della scuola vi è garantire l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità certificata, e a tale scopo, i docenti elaborano annualmente il Piano Educativo Individualizzato (PEI). Ma cosa rappresenta esattamente il PEI e quali sono le sue finalità? Approfondiamo dettagliatamente questi temi nel seguente articolo.

Cos’è il PEI e a chi si rivolge

Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) rappresenta un fondamentale strumento di inclusione scolastica dedicato agli alunni con disabilità accertata. Il suo scopo primario è garantire il pieno rispetto dei diritti allo studio di tali studenti, offrendo un ambiente educativo che favorisca lo sviluppo delle loro capacità e l’incontro dei loro bisogni educativi specifici.

Parte integrante della programmazione didattico-educativa della classe, il PEI comprende una serie di elementi cruciali, tra cui informazioni dettagliate sulla condizione patologica dell’alunno, obiettivi educativi personalizzati, strategie didattiche adattate, itinerari di lavoro specifici, e criteri di valutazione. Inoltre, include anche metodi per favorire l’integrazione tra contesto scolastico ed extra-scolastico.

Il PEI può essere elaborato per studenti che frequentano qualsiasi grado di istruzione, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado. È importante sottolineare che il PEI, analogamente al Piano Didattico Personalizzato (PDP), è un documento dinamico che viene costantemente valutato e aggiornato per adeguarsi ai progressi dell’alunno e alle eventuali necessità che emergono nel corso dell’anno scolastico.

Quando necessario, il PEI può includere anche obiettivi minimi aderenti al programma ministeriale, che consentono comunque all’alunno di conseguire il titolo di studio previsto. Tuttavia, nel caso della programmazione differenziata, che prevede obiettivi non conformi al programma ministeriale, il PEI indica un piano didattico differenziato che, pur consentendo al ragazzo di continuare gli studi, non porta al conseguimento del diploma, ma a un attestato di frequenza.

Piano educativo personalizzato: chi e come redige il PEI?

Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) deve essere redatto ogni volta che nella scuola siano presenti alunni con disabilità certificata. Tale documento deve essere elaborato con la collaborazione degli insegnanti curricolari, del docente di sostegno, dei genitori, degli operatori dell’ASL e delle altre figure coinvolte nell’assistenza dell’allievo, durante uno specifico incontro del Gruppo di Lavoro per l’Handicap Operativo.

Coinvolgendo tutte queste figure, il PEI ha lo scopo di delineare il contesto scolastico nei suoi dettagli e integrare queste informazioni con quelle provenienti dalle attività e dagli interventi extrascolastici del bambino, insieme a tutte le informazioni utili fornite dalla famiglia e dall’alunno stesso. L’obiettivo è comprendere appieno il bambino senza limitarsi ai momenti in cui è presente a scuola.

Per quanto riguarda i contenuti, il PEI:

– Individua gli strumenti, le strategie e le metodologie per favorire un ambiente di apprendimento completo, che contempli le dimensioni relazionali, sociali, comunicative, interattive, di orientamento e di autonomia.
– Specifica le metodologie didattiche e di valutazione in linea con la pianificazione individualizzata.
– Definisce gli strumenti per assicurare la piena partecipazione dell’allievo all’alternanza scuola-lavoro, garantendo la collaborazione dei soggetti coinvolti nel processo di inclusione.
– Indica le modalità di coordinamento degli interventi pianificati e la loro integrazione con il Progetto Individuale.

Strategie e strumenti del PEI

Nella redazione di un Piano Educativo Individualizzato (PEI) sono coinvolte diverse fasi: inizialmente, la diagnosi funzionale e successivamente il piano dinamico funzionale. In aggiunta agli obiettivi, vengono specificate le metodologie, le attività, i materiali, i supporti e le tecnologie che si intendono utilizzare. La legge specifica chiaramente chi deve partecipare a questa elaborazione, ovvero tutti i professionisti che lavorano con l’alunno in questione (di cui parleremo più avanti) e la famiglia; viene ribadita l’importanza del coinvolgimento della famiglia nella redazione del PEI.

In particolare, durante questa fase, i docenti devono considerare quattro dimensioni, già individuate nel Decreto 66/2017, che caratterizzano il PEI:

– La dimensione della relazione, dell’interazione e della socializzazione (che include l’aspetto emotivo-relazionale, l’identità individuale, le relazioni con gli altri, le interazioni con gli adulti di riferimento nella scuola e la motivazione verso l’apprendimento).
– La dimensione della comunicazione e del linguaggio (che comprende la competenza linguistica, la comprensione e la produzione del linguaggio orale, l’uso comunicativo del linguaggio verbale o di alternative e integrazioni linguistiche, inclusi i linguaggi non verbali, artistici e musicali).
– La dimensione dell’autonomia e dell’orientamento (che riguarda l’autonomia sociale e personale con riferimento agli aspetti motori, sensoriali e prassici).
– La dimensione cognitiva, neuropsicologica e dell’apprendimento (che include le capacità mnemoniche, intellettive e l’organizzazione spazio-temporale).

I membri del Gruppo di Lavoro per l’Handicap Operativo (GLO) si riuniscono almeno una volta all’anno (da novembre ad aprile) per rivedere il modello elaborato e per condurre le verifiche intermedie previste. Infine, entro il 30 giugno, si tiene un’ulteriore riunione per discutere della verifica finale per gli alunni e formulare le proposte relative ai loro bisogni e all’assistenza per l’anno successivo.

Quali sono gli obiettivi del PEI?

Il fulcro della redazione di un Piano Educativo Individualizzato (PEI) risiede nella definizione degli obiettivi, i quali devono essere realistici ma al contempo consentire all’alunno di sviluppare appieno le proprie potenzialità. Nella scuola secondaria di secondo grado, la scelta degli obiettivi influisce anche sulla possibilità di conseguire un diploma equipollente a quello degli altri studenti o un semplice attestato di credito formativo, che non possiede lo stesso valore legale.

All’inizio della scuola secondaria di primo grado, il primo passo per formulare gli obiettivi correttamente è considerare attentamente le informazioni fornite dagli insegnanti della scuola primaria, il Profilo Dinamico Funzionale dello studente e l’eventuale apporto di specialisti esterni. A ciò dovrebbe seguire un periodo di osservazione durante il quale gli insegnanti valutano le capacità dello studente. Successivamente, dopo la raccolta e l’analisi di tutte queste informazioni, l’insegnante stabilisce gli obiettivi individualizzati per lo studente, i quali verranno monitorati nel corso dell’anno scolastico.

Al termine del ciclo di studi della scuola secondaria di primo grado, gli alunni con PEI affrontano l’Esame di Stato, con la possibilità di utilizzare strumenti facilitanti previsti dal PEI e, se necessario, affrontare prove differenziate rispetto ai compagni, ritenute equivalenti ai fini del conseguimento del diploma finale. Tuttavia, nel caso in cui uno studente che beneficia della legge 104/92 non partecipi all’Esame di Stato, otterrà solo un attestato di credito formativo che permetterà l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado, ma non il conseguimento del diploma al termine del ciclo scolastico.

All’inizio del ciclo scolastico di secondo grado, i docenti, basandosi su un’analisi approfondita delle informazioni disponibili e dopo un periodo di osservazione, devono decidere se stabilire una programmazione basata sugli obiettivi minimi o su obiettivi differenziati. Questa scelta dovrebbe essere condivisa con gli operatori dell’ASL e con la famiglia. Nel caso in cui la famiglia non sia d’accordo con l’adozione di obiettivi differenziati rispetto alla classe, si opterà per una programmazione basata sugli obiettivi minimi, pur mantenendo i contenuti proposti alla classe e adattandoli alle capacità dello studente.

Nel caso in cui si opti per una programmazione basata sugli obiettivi minimi, lo studente otterrà un diploma equivalente a quello dei compagni al termine del ciclo di studi. Tuttavia, se il consiglio di classe ritiene che lo studente non possa raggiungere gli obiettivi minimi previsti per la classe, proporrà una programmazione con obiettivi differenziati, motivata dalle reali necessità dello studente e condivisa con la famiglia attraverso la firma del PEI.

Se al termine del percorso scolastico viene mantenuta una programmazione per obiettivi differenziati, lo studente otterrà un attestato di credito formativo, non un diploma. È fondamentale che il consiglio di classe valuti attentamente ogni singola situazione, considerando il percorso scolastico dello studente, le informazioni fornite dall’ASL e dagli specialisti, nonché l’osservazione diretta dello studente. Bisogna assicurarsi che la programmazione differenziata sia adeguata allo studente e valutarne l’impatto sia su di lui che sulla sua famiglia.

Credits: freedomtumz/DepositPhotos.com

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