Storie di Erasmus
L'esperienza della nostra studentessa di Psicologia

Anna Emili in Erasmus a Tarragona

Anna Emili in Erasmus a Tarragona

Ciao a tutti! Sono Anna e mi sono da poco laureata in Psicologia presso l’Unicusano.

Grazie al progetto Erasmus+ ho avuto la possibilità di passare gran parte del mio ultimo anno universitario a Tarragona, una località di mare che dista circa un’ora da Barcellona.

Quando ho deciso di partecipare al bando ero già sicura che quella sarebbe stata la mia meta: amo la Spagna e non vedevo l’ora di trasferirmi in una città che ancora non conoscevo e che però aveva molto da offrire, sia in termini di cultura che di attività.

Oltre a questo ricordo che, rispetto alle altre università proposte, l’Università Rovira I Virgili di Tarragona mi aveva colpito subito. Mi interessava la proposta didattica e, inoltre, avevo notato che disponeva di due campus molto grandi e attrezzati.

La scelta di partire è stata dettata principalmente dal mio bisogno costante di vivere nuove esperienze, soprattutto a seguito delle restrizioni Covid che non mi avevano permesso di vivere appieno il mio percorso universitario. In sostanza, sentivo la necessità di recuperare tutto quello che mi ero persa nei due anni precedenti.

Oltre a ciò, un grande fattore motivante è stato sicuramente anche l’aspetto curricolare dell’esperienza. Credo che in un contesto lavorativo così competitivo e precario come quello attuale sia importante aver maturato almeno una esperienza all’estero: è uno di quei plus in grado di fare la differenza durante un iter di selezione.

Prima di partire per l’Erasmus mi ero creata delle aspettative ma la verità è che quello che ho vissuto è stato molto più intenso e travolgente di ciò che immaginassi.

Infatti, sono partita con la consapevolezza che per me non sarebbe stato facile, poiché da sempre mi considero una persona molto riservata, che non riesce ad instaurare nuovi legami con semplicità.

Con mia grande sorpresa però, una volta arrivata a Tarragona, ho conosciuto tantissime persone gentili e disponibili con cui mi sono sentita subito a mio agio.

Ho stretto amicizia con persone che ancora sento e che spero di poter rivedere presto: le serate passate con loro sono sicuramente uno dei ricordi più belli che conservo del mio Erasmus.

In generale, questa esperienza mi ha permesso di forzare i miei limiti e, anche se sembrerà banale, mi ha fatta crescere. Infatti, mi sono ritrovata in tantissime situazioni che non avevo mai affrontato prima: dal dover pagare affitto e bollette al dover dare esami in un’altra lingua.

Tutto questo mi ha permesso di scoprire una parte di me che ancora non conoscevo: quando sono tornata a casa non ero più la stessa persona che a Settembre aveva deciso di partire.

Ad oggi mi ritengo molto più consapevole delle mie capacità e del mio potenziale.

Per quanto riguarda la lingua, bisogna aprire una piccola parentesi che ritengo importante: Tarragona ha due lingue ufficiali, lo spagnolo e il catalano.

Quest’ultimo in particolare è molto in uso nell’ambiente universitario e all’inizio potrebbe rappresentare una difficoltà per gli studenti internazionali che non lo hanno mai studiato.

Fortunatamente, però, il catalano è molto simile all’italiano e i professori, che sono a conoscenza di questa difficoltà, sono disponibili ad andare incontro alle necessità degli studenti, offrendosi anche di condurre le lezioni in spagnolo.

Credo sia importante conoscere questa informazione prima di partire ma allo stesso tempo è fondamentale non lasciarsi scoraggiare: vi basti pensare che ho dato il mio ultimo esame studiando da appunti scritti completamente in catalano.

Se parliamo della cultura spagnola più in generale, posso solo dire che me ne sono innamorata.

Tarragona è una città sempre in movimento e pronta a stupirti: ogni giorno uscivo di casa e scoprivo che c’era qualcosa di nuovo da scoprire.

Soprattutto nella parte alta della città, quella più antica, vi erano continuamente parate ed eventi legati alla storia e alla cultura di Tarragona.

Se decidete di partire durante il primo semestre non dovete assolutamente perdervi la festività di Santa Tecla: si tratta di giornate di grande festa per tutta la Catalogna.

Prima di intraprendere l’Erasmus, sebbene avessi sempre voluto partire, le preoccupazioni non mancavano. Ogni tanto avevo paura di aver preso la decisione sbagliata, che sarebbe andato tutto male e me ne sarei presto pentita.

Infatti, in un certo senso l’Erasmus inizia ancora prima di partire quando, mentre si pianifica il viaggio, sorgono i primi dubbi e i primi problemi.

Si tratta infatti di un’esperienza dal forte carico emotivo, per cui è facile lasciarsi sopraffare dalle mille emozioni ma credo che questo sia più che legittimo.

Bisogna partire con la consapevolezza che non sempre tutto andrà come previsto e che probabilmente ci saranno anche dei momenti di sconforto: è normale che sia così.

L’importante è prendersi del tempo e andare avanti, senza lasciare che qualche situazione spiacevole ci impedisca di vivere appieno tutti gli altri bei momenti.

In particolare, ci tengo a precisare che una volta arrivati a Tarragona l’Università Rovira I Virgili mette a disposizione diversi strumenti per aiutare gli studenti ad integrarsi e adattarsi al nuovo contesto.

Io personalmente sono stata molto seguita dal coordinatore Erasmus, che mi ha affiancata e aiutata ogni qualvolta ne avessi bisogno.

A mio avviso, frequentare l’università non è solo studiare e riuscire a passare gli esami: bisogna cercare di approfittare di tutte le occasioni che ci vengono offerte per migliorare e crescere.

Proprio per questo motivo l’Erasmus è un’esperienza formativa che consiglierei a chiunque, anche e soprattutto a chi è convinto di non essere adatto, proprio come lo ero io.

 

Anna

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