Storie di Erasmus
Erasmus alla University of Azores

Celeste Desio nelle Azzorre in Portogallo

Celeste Desio nelle Azzorre in Portogallo

Ciao, sono Celeste Desio studentessa di Scienze Politiche e sto concludendo la mia esperienza Erasmus presso la University of Azores (Portogallo).

Ho scelto di fare l’Erasmus perché sentivo il bisogno di arricchire il mio bagaglio in materia di Relazioni Internazionali che, a mio avviso, è un percorso di Laurea da considerare completo solo quando si viene a contatto con nazionalità e culture diverse dalla propria. In questo si viene sicuramente aiutati dalla conoscenza di un importante mezzo di comunicazione che è la lingua inglese, la quale permette di entrare in contatto con tutti, a prescindere dalla nazione di provenienza.

Questa esperienza mi ha permesso di scoprire una realtà differente da quella italiana, una realtà che non è in stretta dipendenza dalle potenze europee ma si affaccia oltreoceano. Alcuni paesi, infatti, fin dai tempi del colonialismo hanno mantenuto alleanze commerciali e politiche con i paesi extraeuropei: nel caso del Portogallo è saldo il rapporto commerciale e politico con il Brasile , con l’America latina e con la costa africana. Per questo motivo, quando si esce dal confine italiano, sorgono nuove prospettive politiche che ci portano a condividere la vita universitaria e lavorativa con giovani studenti dall’America latina e dall’Africa occidentale e andando in Erasmus ci si accorge dell’identità multiculturale e multilinguistica dell’Europa continentale. Un’identità caratterizzata da una divisione in blocchi: infatti, mentre in Italia si hanno dei modelli di riferimento (tra tutti l’economia tedesca) e si crea dunque una collaborazione di tipo “verticale”, nell’ovest Europa si tende maggiormente a mantenere i collegamenti oltreoceano e quindi si parla di un contesto economico e politico “orizzontale”, proiettato verso altri continenti.

Per quanto riguarda il rapporto tra Erasmus e mondo del lavoro, penso che questa esperienza ti insegni al meglio il concetto di diplomazia e di integrazione, in un contesto europeo in cui i cambiamenti culturali che si verificano in alcuni paesi sono tanti e ci riguardano da vicino e l’integrazione è resa sempre più necessaria.

Non c’è stato un momento negativo durante questa esperienza, per quanto riguarda gli aspetti positivi ce ne sono stati diversi: ad esempio ricordo con piacere il momento dell’accoglienza, in cui abbiamo assistito a una breve conferenza riguardo le attività tipiche del posto e poi ci siamo uniti ad un grande buffet internazionale con accompagnamento musicale organizzato dalla band dell’università denominata “Tunas” (i tonni), essendo la pesca un’attività caratteristica non solo delle isole ma proprio di tutto il Portogallo.

Cosa bisogna fare per superare la paura della partenza?

Noi giovani di oggi dovremmo essere abituati ai cambiamenti; pur rimanendo nel nostro contesto di riferimento facciamo continuamente cambiamenti nella nostra vita e per questo dovremmo essere flessibili e sempre pronti. Credo che questo sia il concetto a cui dovremmo ispirarci di più quando siamo sul punto di partire: pensare che cambieremo soltanto in meglio.

Consiglierei l’Erasmus soprattutto a quegli studenti che come me vogliono intraprendere una carriera nel mondo delle relazioni internazionali perché, in questo ambito, è fondamentale essere in grado di comunicare in inglese con gli altri, trovare un compromesso con culture diverse dalla nostra, imparare il rispetto delle abitudini altrui e soprattutto non avere paura di spostarsi. Ogni nazionalità ha le sue caratteristiche e i suoi estremismi politici, che sono al di fuori della persona che abbiamo davanti: lo stereotipo è solo ciò che sentiamo dire da qualcun altro. Si può conoscere davvero un’altra cultura e un’altra nazionalità solo nel momento in cui ci si confronta a viso aperto con essa!

Celeste

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