
Cos’è il PIL: definizione, metodi di calcolo e approfondimenti
Che cos’è il PIL? È questa la domanda che la maggior parte degli studenti dei corsi di laurea dell’area economica si pone.
In questa guida cercheremo di dare una definizione semplice di PIL (Prodotto Interno Lordo), illustrandone tutte le caratteristiche e le ragioni per le quali è così importante nella nostra economia.
Se sei uno studente di economia dell’Università Niccolò Cusano, avrai sicuramente a che fare con elementi di economia, finanza e diritto. Tra questi, il PIL ricopre un ruolo fondamentale, in quanto rappresenta uno dei concetti di base da comprendere quando si parla di macroeconomia.
Vediamo ora che cos’è e come si calcola il PIL, analizzando ogni sfaccettatura di questa tematica.
Quello che devi sapere sul Prodotto Interno Lordo
Cos’è il PIL pro capite? Perché è così importante? Cerchiamo di rispondere a queste (e molte altre) domande attraverso i paragrafi di questa guida.
PIL: una definizione
Apriamo la nostra guida rispondendo ad una domanda fondamentale: che cos’è il PIL? Per PIL (Prodotto Interno Lordo) intendiamo, in termini semplici, la ricchezza che un certo Paese è in grado di produrre nell’arco temporale di un anno.
In altre parole, Il PIL può essere anche definito come il valore della ricchezza o del benessere di un Paese. Si tratta, infatti, della somma totale dei beni e dei servizi che si producono per essere consumati all’interno di uno Stato.
Il termine lordo sta ad indicare che il valore della produzione è al lordo degli ammortamenti, ovvero al naturale deprezzamento dello stock di capitale fisico intervenuto nel periodo. Sottraendo dal PIL gli ammortamenti, si ottiene il PIN (Prodotto Interno Netto).
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Storia del PIL
Ora che abbiamo visto che cos’è il PIL, ricostruiamo la storia di questo concetto nelle sue tappe fondamentali.
Il primo concetto di PIL, simile a quello odierno, è stato formulato da Adam Smith nella sua più celebre opera La Ricchezza delle Nazioni.
Secondo Smith, il capitale può essere circolante o fisso:
- Il capitale circolante genera un profitto per chi lo possiede solo nel momento in cui il proprietario stesso lo cede;
- Il capitale fisso, invece, genera profitto semplicemente dal suo possesso.
Il capitale può subire una distinzione in tre quote:
- Una quota destinata al consumo immediato, che non dà reddito come il cibo o i mobili;
- Una quota destinata al capitale circolante, in cui rientra qualunque tipo di merce;
- Una quota destinata al capitale fisso, quindi ogni cosa che crea profitto senza circolare, come le macchine da lavoro e i beni immobili come le botteghe.
Le teorie di Smith sul capitale e la ricchezza rappresentano un punto di inizio fondamentale e le basi dell’odierna concezione del PIL, che meritano sicuramente un approfondimento con la lettura del suo saggio.
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Cosa è incluso nel calcolo del PIL
Come abbiamo accennato quando abbiamo detto cos’è il PIL, nel calcolo di quest’ultimo sono conteggiati beni e servizi che si producono per essere consumati all’interno di uno Stato.
Approfondendo questi concetti, possiamo definire il PIL come interno quando comprende il valore dei beni e servizi prodotti all’interno di un determinato Paese, a prescindere dalla nazionalità di chi li produce.
Nello specifico, viene presa in considerazione la produzione di beni e servizi:
- Effettuata da operatori che hanno sul territorio dello Stato il centro dei loro interessi, o che compiono operazioni economiche e finanziarie sul territorio dello Stato per un periodo di tempo di almeno un anno;
- Nel territorio economico dello Stato, che coincide con il territorio politico-amministrativo, ma con alcune eccezioni.
Circa le eccezioni (e le inclusioni) previste da quest’ultimo punto, possiamo dire che:
- Vengono comprese le sedi all’estero di ambasciate, consolati e basi militari; le navi, gli aerei e le piattaforme galleggianti appartenenti a residenti; i giacimenti situati in acque internazionali e sfruttati da residenti;
- Vengono, invece, escluse le zone franche extra-territoriali concesse come sedi di ambasciate, consolati e corpi militari di altri paesi.
- Per convenzione viene incluso il personale di organismi internazionali, come la FAO, che gode dell’extraterritorialità.
Come si calcola il PIL
Come si calcola il Prodotto Interno Lordo in Italia? Esistono diverse formule per il calcolo del PIL:
- Metodo della spesa;
- Metodo del valore aggiunto;
- Metodo dei redditi.
Vediamo nel dettaglio in che modo agisce ciascuna metodologia.
Metodo della spesa
A proposito di che cos’è il PIL e dei modi per calcolarlo, il metodo della spesa è uno dei più diffusi.
Il calcolo ha come oggetto i consumi, gli investimenti, la spesa pubblica e il saldo commerciale di un Paese. Da qui avremo la seguente formula per il calcolo del PIL:
Y(PIL)=C+I+G+(X-M)
Nella formula:
- C sta per consumi;
- I sta per investimenti privati;
- G sta per la spesa pubblica dello Stato;
- X sta per totale delle esportazioni;
- M sta per totale delle importazioni
Metodo del valore aggiunto
Proseguiamo ora con un altro metodo per il calcolo del Prodotto Interno Lordo, che prende in considerazione il Valore Aggiunto.
Con questa metodologia si calcolano i valori di beni e servizi prodotti dalle imprese. Il PIL si modificherà in base al Valore Aggiunto, ossia la differenza tra il ricavo conseguito dalla vendita di un bene o di un servizio ed il costo sostenuto per produrlo.
Metodo dei redditi
Chiudiamo la nostra rassegna sui metodi di calcolo del PIL con il metodo dei redditi, dove il Prodotto Interno Lordo PIL viene calcolato attraverso le retribuzioni e i redditi da capitale.
PIL pro capite: che cos’è
Apriamo una piccola parentesi per rispondere ad un’altra domanda: che cos’è il PIL pro capite? Per PIL pro capite si intende, semplicemente, la ripartizione del PIL reale per la popolazione complessiva di un Paese, che conduce al valore medio della produzione ottenuta nell’economia di un periodo X in un Paese Y (in questo caso l’Italia, ma è possibile calcolare anche il Prodotto Interno Lordo degli USA, per esempio).
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Studiare macroeconomia: i corsi di laurea Unicusano
Lo studio dell’economia è la tua passione più grande? I corsi di laurea dell’area economica dell’Università Niccolò Cusano sono la soluzione migliore per te.
La nostra offerta formativa prevede l’erogazione della formazione sia in modo telematico, attraverso una piattaforma di e-learning attiva H24, sia in presenza nel nostro Campus universitario.
I nostri corsi di laurea dell’area economica sono:
- Corso di Laurea in Economia Aziendale e Management (triennale – classe L-18)
- Corso di Laurea Magistrale in Scienze Economiche (biennale – classe LM-56)
L’obiettivo dei nostri corsi è quello di fornire agli studenti solide conoscenze nelle aree di riferimento economiche, aziendali, giuridiche e quantitative.
Durante il percorso di studi economici avrai sicuramente modo di approfondire tematiche legate al PIL e, in generale, alla macroeconomia.
Gli sbocchi lavorativi sono molteplici, grazie all’apporto di competenze legato ad un piano formativo multidisciplinare, che prevede lo studio di economia, diritto, finanza, strumenti informatici e lingue straniere.
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